Distribuzione mascherine: lo strano caso delle parafarmacie e grande distribuzione
Livorno 21 aprile 2020 – In un comunicato della Regione Toscana che fa un bilancio del primo giorno di distribuzione delle mascherine nelle farmacie e nella grande distribuzione si è affrontato il tema delle parafarmacie che sono escluse.
Ad oggi infatti le parafarmacie, a differenza delle farmacie, non hanno il software per poter leggere le tessere sanitarie che registrano la data della presa in carico da parte del cittadino delle mascherine.
Si legge: “Al momento, la distribuzione delle mascherine non coinvolge le parafarmacie, perché non utilizzano il software attraverso il quale sono gestite e tracciate le consegne delle mascherine.
Il software è, infatti, quello utilizzato dalle farmacie per l’erogazione delle ricette del canale distributivo della Dpc (Distribuzione in nome e per conto). Tuttavia, sono in corso verifiche tecniche per coinvolgere le circa 320 parafarmacie della Toscana in questo sforzo organizzativo”.
Dopo quanto riportato, possiamo apprendere la buona notizia: stanno lavorando per farle distribuire anche alle parafarmacie.
Ma cosa accade nella grande distribuzione? Nella grande distribuzione basta che una persona si presenti e può ritirare un pacchetto di mascherine senza la tessera sanitaria.
Se lo scopo della tessera sanitaria è quello di far sì che ciascuno non possa accaparrarsi più di 30 mascherine al mese, che senso ha allora penalizzare la categoria delle parafarmacie, mentre la grande distribuzione continua a fornirle senza la tessera sanitaria? Non è un controsenso?
Se non viene regolamentata anche con tessera sanitaria la grande distribuzione, si rischia che alcune persone vadano in farmacia, prendano le loro mascherine, poi facciano il giro della grande distribuzione: invece di 30 mascherine al mese si ritroverebbero con un “magazzino” in casa a discapito di altri.