“Diventiamo disabili quando le altrui decisioni si trasformano in ostacoli”
La Lettera.
“Scrivo per cercare di spiegarti quanto sia difficile vivere la disabilità quando sei costretto a sopportare non il peso di una sedia a ruote quanto le scelte degli altri. Si, diventiamo disabili quando le scelte di una collettività mancano di educazione, buon senso, buona politica. Diventiamo disabili quando le altrui decisioni si trasformano in ostacoli. Credo che si tratti di una elegante forma di violenza, poiché non puoi far altro che subire, non la condizione, ma l’effetto che le azioni degli altri hanno sulla tua vita. Te hai un figlio? Immagina di non poterlo raggiungere perché uno più grande e forte e potente di te ti tiene prigioniero . In realtà sei sempre un padre ma non puoi raggiungere il figlio amato. Immagina ancora che in tuo aiuto arrivi un altro uomo, padre anch’esso, che invece di liberarti dal potere coercitivo ne alimenta la forza … questa situazione immagina di viverla ogni giorno … la rabbia dell’ impotenza, della ingiustizia alimenta la frustrazione che scoppia quando ti confronti con i concetti di egualitá. Inizi a soffocare al solo pensiero che ogni giorno avrai un aguzzino al tuo risveglio che ti impedisce di essere padre per tuo figlio mentre tutti gli altri possono esserlo. Sapere che anche domani, domani, domani sarà così e che l’aguzzino cambia pelle ma non la sua azione . Soffocanti le parole di promesse vane fatte da uomini che non conoscono la portata di tale violenza perché le loro lacrime sono semplicemente salate. Soffocante non potersi mai “liberare “e finire di pensare che quella è e resta LA condizione di vita possibile… Soffocante sapere che uomini mediocri abbiamo la libertà di metterti in catene . Il perpetrare di questo soffocamento finisce per zittire ogni parola … Emarginare , immobilizzare, escludere, soffocare contrastano con il principio di libertà” .
Fabrizio Torsi