Dpcm, Ciapini Confesercenti: “A rischio centinaia di imprese, allo Stato chiediamo ammortizzatori e contributi”
COVID: LA CHIUSURA ANTICIPATA LOCALI METTE A RISCHIO CENTINAIA DI IMPRESE, GIÀ PERSO UN MILIARDO NELL’ULTIMO MESE
Livorno 14 ottobre 2020
“Il DPCM firmato nelle ultime ore dal presidente Conte contiene nuove norme restrittive per bar e ristoranti.
Alessandro Ciapini direttore di Confesercenti Provinciale Livorno.commenta:
Si tratta di un ulteriore colpo per un settore estremamente provato dalla crisi economica, dal lockdown e dallo smart working”
“Queste chiusure anticipate coinvolgono centinaia di imprese sul nostro territorio che rappresentano migliaia di famiglie le quali hanno lottato in questi mesi per rimanere a galla e speso tantissimo per fare gli investimenti necessari rispettare le prescrizioni previste dalla normativa anti contagio”
“Ebbene oggi per loro arriva un ulteriore danno:
faccio presente che al solo annuncio di una nuova stretta su bar, pub, ristoranti, pizzerie e pubblici esercizi in generale, nei giorni scorsi le nostre imprese hanno registrato già un calo medio del 20% di fatturato, percentuale che nei prossimi trenta giorni di applicazione del nuovo DPCM – con la chiusura anticipata delle attività – si stima che salirà fino a toccare il 40%”.
“E’ evidente che per fronteggiare tale situazione sia indispensabile l’adozione urgente di misure straordinarie mirate e ben calibrate per questo settore, sia a livello regionale, che nazionale” prosegue il direttore di Confesercenti Alessandro Ciapini “e per questo noi avanziamo richieste precise:
1) Contributo a fondo perduto a vantaggio delle imprese penalizzate da perdite di fatturato derivati dalle conseguenze delle misure di contenimento;
2) Proroga degli ammortizzatori sociali per il comparto;
3) Intervento straordinario dello Stato per aiutare le imprese del comparto a sostenere i costi fissi (locazioni ed utenze in particolare);
4) Proroga concessione gratuita suolo pubblico per l’intero 202”.
Ci tiene a specificare Ciapini:
“Lo ribadiamo la tutela della salute dei cittadini viene prima di tutto ma non è possibile penalizzare un settore che chiaramente non può essere considerato da solo la causa dell’impennata dei contagi.
È semmai indispensabile appellarsi alla responsabilità e al senso civico di tutti per arginare il contagio.
Chiudere in anticipo e in maniera indiscriminata le attività di ristorazione potrebbe portare infatti più danni che benefici; con imprenditori sempre più in difficoltà e cittadini – specie le fasce più giovani – che lasceranno la sicurezza dei locali per andare in strada, dove sarà minore la possibilità di controllare distanziamento e rispetto delle regole”.
“Come associazione di rappresentanza degli imprenditori sappiamo come quest’ultimi abbiano dato il massimo in termini economici e anche di responsabilità in quest’anno difficilissimo” conclude Ciapini “per garantire che l’emergenza venisse gestita al meglio nell’interesse della collettività, ma ora il rischio è solo che chi vuole stare fuori in barba al distanziamento lo farà a prescindere dalla loro chiusura e loro saranno stati chiusi per niente, anzi per mettere definitivamente a rischio le loro imprese (posti di lavoro compresi)”.