Droga dal Sud America, 48,5 chili di stupefacenti sequestrati in porto
Il presidio di controllo doganale nel porto di Livorno conferma la sua efficacia, a breve distanza dei precedenti sequestri operati in questi ultimi 2 mesi, un altro significativo risultato nella lotta al traffico di stupefacenti è stato realizzato dai funzionari del locale Reparto Antifrode dell’Ufficio delle Dogane di Livorno e dai Finanzieri di Livorno: sono stati sequestrati 48,500 kg. di cocaina pura suddivisa in decine di panetti.
Il sequestro è il frutto del dispositivo di controllo realizzato da GdF e da ADM all’esito di un’attenta analisi dei rischi dei contenitori presenti nel Terminal – per individuare una possibile spedizione, che potesse essere utilizzata per occultare una partita di sostanze stupefacenti.
L’esperienza, le risorse messe in campo dai Funzionari antifrode di ADM e dai militari delle Fiamme Gialle del Gruppo di Livorno, nonché la fattiva collaborazione del Terminal hanno consentito – dopo un meticoloso lavoro di incrocio dati – di individuare il contenitore proveniente dal Sud America, al cui interno erano stati occultati i panetti di cocaina. Anche in questo caso, per cercare di ingannare le attività ispettive, i panetti di cocaina erano nascosti nella struttura del contenitore che trasportava un carico alimentare, ma gli strumenti in dotazione all’Agenzia delle Dogane e Monopoli e le unità cinofile della Guardia di Finanza ne hanno permesso il ritrovamento.
L’importante risultato conferma la sinergia operativa rafforzata dall’esecuzione del Protocollo d’intesa relativo ai rapporti di collaborazione tra l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli e la Guardia di Finanza.
Lo stupefacente, dopo essere stato campionato ed analizzato dal locale Laboratorio chimico dell’Agenzia delle Dogane, verrà distrutto presso l’inceneritore e così strappato alle piazze di spaccio ove avrebbe fruttato alla criminalità organizzata oltre 34 milioni di euro.
Le attività, effettuate in stretta sinergia operativa tra Fiamme Gialle ed ADM, sono state coordinate dalla Procura della Repubblica di Livorno che ha convalidato il sequestro.