Cronaca 22 Ottobre 2024

Due nuove targhe commemorative dedicate rispettivamente al pittore Giovanni Lomi e all’attore, doppiatore, sceneggiatore Carlo Romano

Due nuove targhe commemorative dedicate rispettivamente al pittore Giovanni Lomi e all’attore, doppiatore, sceneggiatore Carlo RomanoLivorno, 22 ottobre 2024 –  Due nuove targhe commemorative dedicate rispettivamente al pittore Giovanni Lomi e all’attore, doppiatore, sceneggiatore Carlo Romano

Le targhe saranno inaugurate nel corso della mattina di giovedì 24 ottobre.

Alle ore 11 si terrà la cerimonia in ricordo di Giovanni Lomi davanti alla targa apposta sull’edificio di via Ottaviano Targioni Tozzetti 28, mentre alle 12 una cerimonia si svolgerà in Borgo dei Cappuccini 11 davanti all’edificio dove l’attore Carlo Romano nacque nel 1908.

Le cerimonie saranno presiedute dal sindaco Luca Salvetti.

Biografia Giovanni Lomi (tratta dagli Archivi Giovanni Lomi)

Giovanni Lomi nasce a Livorno nel 1889 rimane orfano a soli 6 anni e viene affidato ad una famiglia di contadini, fa vari lavori, ma è preso dalla passione per il disegno e la pittura che diventa lo scopo principale della sua vita. Inizia il suo cammino artistico verso il 1918, tenendo la prima mostra personale a Firenze nel 1922: ne seguiranno oltre quaranta fino al 1969 quando a Milano alla galleria Ronzini si terrà la sua ultima personale.
Giovanni Lomi coltiva però un’altra passione: dotato di una bella voce di baritono, si dedica con successo all’opera lirica. Un mondo dal quale trarrà ispirazioni e motivi culturali anche per la pittura.
Lomi fu uomo di cultura e partecipò, sempre con entusiasmo e vivacità, alla vita culturale in Toscana ed in altre regioni italiane, dai primi decenni del Novecento fino agli ultimi anni di vita.
Viaggiò con frequenza fino agli anni Cinquanta, in Italia ed all’estero, i suoi dipinti sono a testimoniare queste esperienze.

Biografia Carlo Romano (tratta da Wikipedia)
Carlo Romano (Livorno, 9 maggio 1908 – Roma, 16 ottobre 1975) è stato un attore, doppiatore e sceneggiatore italiano.
Figlio di Giuseppe Romano e dell’attrice Geltrude Ricci (nota con il nome d’arte di Dina Romano), fratello minore dell’attore Felice Romano e nipote di Attila Ricci, debuttò all’età di cinque anni al Teatro Minimo di Trieste. Nel 1927, a diciannove anni, entrò come professionista nel mondo dello spettacolo nella compagnia di prosa formata da Virgilio Talli e Wanda Capodaglio. Venne notato per il suo stile personale che si rifletteva anche sulla recitazione, improntato alla simpatia e alla cordialità, quindi, gli venne dato il nomignolo di Carletto, al quale rimarrà legato fino alla fine. Poco più tardi, nel 1933, sposò l’attrice Jone Bolghero, che prese il suo cognome chiamandosi Jone Romano, e l’attore adottò Aleardo Ward, padre dei doppiatori Monica Ward, Andrea Ward e Luca Ward che quindi diventarono suoi nipoti acquisiti. Si risposò in seconde nozze con Liliana De Stefano ed ebbe cinque figli: Giancarlo, Dina, Luciana, Serena e Rossella.
Durante la Seconda guerra mondiale si dedicò per breve tempo al teatro di rivista. Le sue attività principali rimangono quelle cinematografiche, televisive, radiofoniche, e soprattutto come doppiatore.
Sul grande schermo recitò in una sessantina di pellicole tra il 1932 e il 1974; tra le sue interpretazioni più riuscite quelle in Cavalleria rusticana di Amleto Palermi del 1939, 4 passi fra le nuvole di Alessandro Blasetti del 1942, I pagliacci di Giuseppe Fatigati del 1943 dove impersona il compositore Ruggero Leoncavallo, e quindi con alcuni film di Alberto Lattuada e Federico Fellini, come Luci del varietà del 1950, firmato da entrambi, poi con I vitelloni di Fellini del 1953 e La spiaggia di Lattuada del 1954. Tra il 1954 e il 1975 collaborò inoltre alla stesura di una ventina fra soggetti e sceneggiature.
Al mezzo radiofonico iniziò nel 1939 con il dramma giallo Ombrello n. 13, scritto da Marcello Fantera e Antonio Conte, per la regia di Guglielmo Morandi, cui seguono nell’immediato secondo dopoguerra programmi come Hooop… là! (1947), Radio naja, condotto da Corrado, e successivamente Ciribiribin (1953); fa parte per diversi anni della compagnia del teatro comico musicale di Roma, spesso diretta dal fratello di Corrado, Riccardo Mantoni, dove partecipò a numerose trasmissioni di varietà, qualche volta nelle vesti del conduttore. Nel 1952 è tra gli interpreti del dramma La domenica della buona gente, scritto da Vasco Pratolini e Gian Domenico Giagni, per la direzione di Anton Giulio Majano, nel ruolo di Malesci, che impersonerà anche nel film realizzato l’anno seguente dallo stesso Majano. Verso la metà degli anni Sessanta partecipò al quiz Caccia grossa, condotto da Pippo Baudo nel 1965, nella quale impersona l’ispettore di polizia cinese Chung-Haj, ed è quindi il protagonista di trasmissioni come Giallo-quiz nel 1966 e Nero nerissimo di Mario Brancacci del 1967. Tra le sue ultime presenze ai microfoni della radio, si ricorda la rivista comico-musicale La cicala del 1970, in cui fa coppia con Lauretta Masiero.
L’attività per la quale è rimasto più noto è quella da doppiatore; con il suo timbro di voce inconfondibile presta la voce a innumerevoli attori stranieri e italiani, arricchendo di sfumature caricaturali e, all’occorrenza, di inflessioni dialettali, numerosi personaggi cinematografici per almeno quattro decenni. Tra i suoi doppiaggi più importanti quelli di comici americani come Jerry Lewis, del quale fu la voce ufficiale, Bob Hope, Lou Costello, conosciuto in Italia come il Pinotto della coppia Gianni e Pinotto, quindi Chico Marx, Jack Oakie, Red Skelton e il francese Louis de Funès. Tra gli attori più noti che ha doppiato: Fred Astaire, James Cagney, Peter Lorre, Ernest Borgnine, Peter Ustinov, Eli Wallach, Rod Steiger e il Jason Robards di C’era una volta il West. La sua voce è inoltre legata al personaggio di Don Camillo, interpretato sullo schermo per cinque pellicole dall’attore francese Fernandel. Fu uno dei tre doppiatori di Peter Sellers nel film di Stanley Kubrick Il dottor Stranamore, nei panni del presidente degli Stati Uniti Merkin Muffley, nella War Room.
Anche nei film d’animazione la sua voce fu una presenza costante: per la Walt Disney Pictures doppiò il Grillo Parlante in Pinocchio (1940), il Re in Cenerentola (1950, nel ridoppiaggio del 1967), il Cappellaio Matto in Alice nel Paese delle Meraviglie (1951), il castoro in Lilli e il vagabondo (doppiaggio del 1955), l’Avvoltoio Buzzie ne Il libro della giungla (1967), l’uccello segretario in Pomi d’ottone e manici di scopa (1971) e lo sceriffo di Nottingham in Robin Hood (1973). La sua voce è presente anche in alcuni film d’animazione italiani: La rosa di Bagdad di Anton Giulio Domenghini e Il signor Rossi cerca la felicità, diretto da Bruno Bozzetto.
Romano fu attivo anche sul piccolo schermo: iniziò a collaborare dal 1956, quando fu il coautore, insieme a Bruno Corbucci, dello sceneggiato televisivo per la TV dei ragazzi, Il marziano Filippo. Nel 1959 è nel cast del programma Il Mattatore, accanto a Vittorio Gassman, mentre negli anni Sessanta compare in alcuni sceneggiati conferendo tratti di istintiva simpatia e umanità ai personaggi da lui interpretati, come Kalubbe in Tutto da rifare pover’uomo (1960), il Luigi Paternò di Peppino Girella, diretto da Eduardo De Filippo e Isabella Quarantotti, quindi il Wilkins Micawber in David Copperfield, diretto da Majano nel 1965. È inoltre sua la voce italiana di Alfred Hitchcock nella serie Alfred Hitchcock presenta di Henry Calvin, il sergente Garcia nella serie televisiva Zorro (1957), oltre all’ultimo suo lavoro, il doppiaggio di Nick Carter, nelle trasmissioni dedicate ai fumetti trasposti per la TV Gulp! (1972) e in alcuni episodi della seconda serie intitolata Supergulp!, realizzato da Bonvi e diretta da Giancarlo Governi e Guido De Maria. Dopo la sua morte, il doppiaggio di Nick Carter venne effettuato da Stefano Sibaldi.
L’ultima apparizione come attore avvenne nell’originale televisivo Le cinque stagioni, diretto da Gianni Amico nel 1975 e presentato in televisione un anno dopo la sua scomparsa. Romano morì a 67 anni, la sera del 16 ottobre 1975, alla casa di cura Villa Flaminia di Roma, in cui era ricoverato da pochi giorni per un’improvvisa malattia. Riposa al cimitero del Verano accanto alla madre e al fratello.

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