Economia toscana, luci ed ombre dal Rapporto Irpet 2023
Dopo l’accelerazione degli ultimi due anni l’economia toscana rallenta, al pari di quella internazionale.
Pesano la stretta monetaria per combattere l’inflazione, le tensioni geopolitiche ancora in atto e la debolezza del commercio mondiale.
Nonostante la produzione industriale in calo, segnali di tenuta e resilienza arrivano però dal turismo, dal mercato del lavoro e dalle esportazioni.
L’inflazione in regresso, ma ancora resistente, ha penalizzato il fattore lavoro per la contrazione del potere d’acquisto dei salari, mentre le imprese sono riuscite a difendere meglio i propri margini di guadagno.
La restituzione del potere d’acquisto per via fiscale, operata tramite la riforma dell’Irpef e degli sgravi contributivi risulta esigua.
In un contesto di ridotti spazi di manovra nell’utilizzo delle risorse pubbliche nazionali, diventano strategiche le risorse attivate tramite Pnrr e la programmazione comunitaria (Fesr, Fse e Feasr).
É il quadro di sintesi delineato dal rapporto Irpet, presentato a Palazzo Strozzi Sacrati dal presidente Eugenio Giani, dall’assessore Leonardo Marras e dal direttore di Irpet Nicola Sciclone.
Alcuni dati in sintesi
Il Pil regionale supera dello 0,7% quello del 2022 (+0,6% il dato nazionale). Andamento che riguarda tutta l’economia mondiale, causato da politiche monetarie restrittive, necessarie per combattere l’inflazione, tensioni geopolitiche e peggioramento della fiducia di consumatori e imprese.
Aumentano gli investimenti. L’apporto all’attività economica è stato esercitato positivamente da tutte le componenti di domanda. Ma il loro dinamismo è stato contenuto. I consumi (+1,4%) sono stati alimentati dal maggiore numero di occupati e dalle presenze turistiche.
Gli investimenti (+1%), hanno risentito negativamente del depotenziamento degli incentivi fiscali e del più alto costo del credito per le imprese, ma hanno beneficiato della spinta delle attività collegate ai progetti del Pnrr. Invariato il contributo dei consumi della Pubblica amministrazione (+0,1%). Secondo stime, segno positivo per le esportazioni (+2,1%), superate dalle importazioni (+2,9%).
In flessione la produzione industriale (-3,4%, contro il -2,5% a livello nazionale) a causa di una domanda indebolita, sia a livello internazionale che nazionale, e di costi ancora elevati dell’energia.
Rallentano, ma restano positive le esportazioni che, dopo il +8,9% del primo trimestre, sono passate ad un +1,6% nel terzo, con un dato complessivo nei tre trimestri comunque positivo e migliore di quello nazionale: +3,9% contro il -2%.
A livello settoriale, sempre nei tre trimestri, in aumentano le esportazioni di farmaceutica (+46%), metallurgia (+32%), macchine (+12%), mezzi di trasporto (+5%), elettronica e meccanica di precisione (+2%), gioielli (+2%).
In flessione invece l’export per quasi tutti i comparti del settore moda: calzature (-22%), maglieria (-13%), filati e tessuti (-12%), cuoio e pelletteria (-9%)e abbigliamento (-7%).
Bene il turismo che, nei primi 8 mesi del 2023, ha segnato un +5,3% di presenze rispetto allo stesso periodo 2022 (il dato nazionale si ferma al +4,6%). A trainare quello straniero, tornato praticamente ai livelli del 2019: in Toscana l’aumento è stato del 14,7%, contro il 10,9% nazionale.
Sul sito di Irpet il rapporto completo, una sintesi e la presentazione del direttore Sciclone.