Politica 5 Settembre 2017

“Effetto Lemmetti sul gruppo consiliare M5S di Livorno”

Le riflessioni di Sergio Nieri sul Movimento Cinque Stelle cittadino

“Con tutta calma gli ormai ex consiglieri a Cinque stelle Edoardo Marchetti e Alessio Batini spiegheranno le motivazioni politiche, oltrechè personali, della loro fuoriuscita dal meraviglioso mondo del Movimento che tra luci e ombre sta governando Livorno da un triennio.

Sarebbe un omaggio alla trasparenza, quel valore che è totalmente mancato quando Gianni Lemmetti, per “cause di forza maggiore”, ha detto bye bye Livorno astenendosi ancora una volta da dichiarazioni pubbliche, a parte qualche insignificante intervista raccolta per la strada.

Non è stato da meno il Sindaco Nogarin, che ha sfoderato un accattivante sorriso, ma si è limitato a parole di circostanza ed formalizzare suo malgrado il rimpastino di Giunta.

Chiaro che questi atteggiamenti quasi notarili non aiutano a sgomberare il campo da illazioni e pettegolezzi ed autorizzano politicamente posizioni altrimenti incomprensibili come quella di Buongiorno Livorno, che come noto ha depositato una mozione di sfiducia nei confronti della neo assessora Valentina Montanelli ancor prima che iniziasse a lavorare.

Passaggio “incredibile”, come lo ha definito il Sindaco, almeno pari a quello con cui l’Assessore uscente si è “dimenticato”di fornire pubblicamente la propria relazione di fine mandato, dopo tre anni intensi di lavoro, almeno due dei quali vissuti “pericolosamente”.

Basti ricordare le patate bollenti del concordato di Aamps, dei bilanci consolidati ereditati dal duo Cosimi-Nebbiai, del procurato fallimento di Labronica Corse, della parziale razionalizzazione delle partecipate, del mancato concordato di Spil, condizione ancora tutta da delineare con la svolta “privatistica”impressa dai nuovi vertici della partecipata.

Insomma, una mole di lavoro imponente (senza considerare la gestione delle entrate straordinarie in un’epoca di trasferimenti azzerati) di cui sarebbe stato opportuno fare il punto, anche per capire se Lemmetti se ne sarebbe andato a Roma perchè in qualche modo il suo lavoro di aspirante risanatore era da considerarsi finito, o perchè , per vari motivi, non ci sarebbero state più le condizioni per continuarlo.

Chiedersi ora per allora se ad esempio Aamps capitolerà sotto i colpi di Ato o manterrà al culmine del regime concordatario la sua natura di ente strumentale del Comune di Livorno non è esercizio di poco conto, se solo consideriamo ad esempio che Lemmetti aveva opposto a più riprese uno scudo fortissimo (anche di natura legale) alle eventualità di un assorbimento di Aamps in RetiAmbiente.

Dunque ora che succede? Ti aspetteresti una discussione seria sull’impostazione che il bilancio comunale avrà e/o potrebbe avere nell’ultimo anno e mezzo di mandato (ad esempio se piu’ distributiva e meno conservativa) o sul sequitur della vicenda Spil e invece apprendi dal Corriere della Sera, Repubblica e lo stesso Fatto Quotidiano che due consiglieri qualificati del Gruppo Consiliare a Cinque Stelle come Marchetti e Batini intendono andarsene e costituire un gruppo autonomo.

Di fatto aprendo una crisi politica dagli esiti imprevedibili, visti i risicati numeri di cui disporrebbe Nogarin per condurre in porto la scialuppa dell’Amministrazione targata 5 stelle.

Non solo,se come sembra la materia del contendere è “lo scippo” dell’ ex Assessore Lemmetti ai danni di Livorno, allora per coerenza Marchetti e Batini dovrebbero votare la mozione di sfiducia di Buongiorno Livorno nei confronti dell’incolpevole Assessore Montanelli.

Qualora non lo facessero e votassero a sfavore della mozione o non si presentassero in Aula, sarebbe dura dimostrare che le ragioni del dissenso sarebbero solo da attribuire allo “scippo” della Raggi, indirettamente subito, peraltro, dallo stesso gruppo consiliare da cui si vorrebbero dissociare.

Insomma,una situazione assai intricata che i due consiglieri avrebbero il dovere di motivare pubblicamente, e non solo attraverso qualche intervista confidenziale.Questa volta un po’ di trasparenza non guasterebbe”.

Sergio Nieri