Ambiente 13 Luglio 2020

Elba, recuperati dai fondali 70 metri di rete da pesca fantasma (Foto)

La Guardia Costiera a tutela dell’ambiente marino. recuperata una “rete fantasma” sui fondali tra Sant’andrea e le Formiche della Zanca (isola d’Elba)”.

 

isola d'Elba rete fantasma (7)

La rete da pesca fantasma durante la fase di recupero

Isola d’Elba (Livorno) 13 luglio 2020 – Il personale della Capitaneria di Porto di Portoferraio e dell’Ufficio Locale Marittimo di Marciana Marina, hanno partecipato, ad una operazione di recupero di una reta sommersa.

La rete sommersa abbandonata in pessime condizioni si trovava sul fondale nello specchio acqueo compreso tra Sant’ Andrea e le Formiche della Zanca.

Alle operazioni di recupero hanno partecipato attivamente i subacquei del Diving “Il Careno” di Sant’ Andrea e dell’ Elba Diving di Marciana Marina.

I due centri subacquei, nei giorni precedenti avevano individuato e segnalato alla Capitaneria di porto di Portoferraio l’attrezzo da pesca abbandonato.

La rete dannosa  si trovava su fondale marino di profondità  variabile dai 15 ai 38 metri.

Al termine della bonifica è stata recuperata e quindi sottoposta a sequestro amministrativo da parte di militari della Guardia costiera la rete della lunghezza di circa 70 metri circa, per un peso di oltre 50 kg.

Il fenomeno delle “Reti fantasma”, al cui contrasto la Guardia Costiera è impegnata in prima linea da tempo, ha assunto dimensioni importanti con la crescita della flotta nazionale di pescherecci e l’impiego di attrezzi da pesca realizzati industrialmente e in materiale sintetico.

Negli ultimi anni accade infatti sempre più spesso che queste reti, se non utilizzabili, siano abbandonate volontariamente (talvolta accidentalmente), sul fondo del mare.

I danni delle reti fantasma sono procurati dall’oggetto fisico “rete”.

Una volta sul fondo è da considerarsi al pari di un rifiuto plastico non degradabile

La rete funge da attività di pesca passiva, continua indiscriminatamente a pescare sui fondali marini. Questo incide sul processo di cambiamento dei fenomeni naturali; sia nel punto dove le reti risultano appoggiate che nelle aree circostanti.

Di minor frequenza, ma non di minor impatto, l’abbandono di reti pelagiche che, una volta lasciate alla deriva, diventano trappole per tartarughe, uccelli marini e mammiferi acquatici. Inoltre queste reti rappresentano un rischio per la sicurezza dei subacquei.

Proseguirà nei prossimi giorni l’impegno della Guardia Costiera Elbana nell’operazione “Mare sicuro” a tutela del sicurezza della balneazione e dell’ecosistema marino.

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