Collesalvetti 20 Gennaio 2021

Eni, a rischio 400 posti di lavoro. Fiom-Cgil: “Chiediamo garanzie”

Raffineria eni, Macelloni (Fiom-Cgil): “futuro incerto per 400 lavoratori dell’indotto. Chiediamo garanzie: serve un accordo quadro”

 

Mauro Macelloni segreteria Fiom-Cgil provincia di Livorno

Mauro Macelloni
segreteria Fiom-Cgil provincia di Livorno

Livorno, 20 gennaio 2021

Mauro Macelloni segreteria Fiom-Cgil provincia di Livorno:

“Davanti alla raffineria Eni di Stagno abbiamo organizzato un presidio e un volantinaggio per accendere i riflettori sulle prospettive future dei lavoratori dell’indotto.

Il prossimo luglio scadranno infatti gli appalti delle ditte che si occupano di manutenzioni metalmeccaniche all’interno della raffineria:

8 le ditte coinvolte nei cambi d’appalto, per un totale di 400 lavoratori.

 

A Eni chiediamo di mantenere gli investimenti per garantire l’occupazione diretta ma anche di confermare risorse economiche adeguate per mantenere i livelli occupazionali dell’indotto.

Chiediamo garanzie concrete: la situazione è già molto critica adesso, Livorno non può permettersi di perdere altri posti di lavoro.

Riteniamo pertanto fondamentale coinvolgere istituzioni locali, Regione, Confindustria e Eni al fine di arrivare alla stipula di un accordo quadro che abbia come obiettivo la tutela dei lavoratori in caso di cambio d’appalto. Serve una “clausola sociale” affinchè tutti i lavoratori dell’indotto possano mantenere il loro posto anche in caso di cambio d’appalto.

L’accordo servirebbe a tutelare non solo i 400 lavoratori operanti nell’indotto metalmeccanico ma anche i circa 200 che orbitano all’interno della raffineria in ditte del settore edile, chimico e commercio.

 

In relazione alle recenti notizie sui piani dell’Eni relative alle prospettive future dello stabilimento, chiediamo di aprire un confronto serio e approfondito.

Stiamo sentendo parlare di vari progetti sul tavolo:

per la Fiom è fondamentale che il saldo occupazionale di qualsiasi operazione sia positivo o al massimo pari a zero.

Come rappresentanti dei lavoratori dell’indotto chiediamo di poter partecipare ai tavoli di discussione: riteniamo infatti fondamentale che per l’esecuzione di eventuali lavori necessari all’ammodernamento dello stabilimento vengano utilizzate ditte e manodopera locali.

Nel caso fossero necessarie nuove professionalità chiediamo alla Regione di mettere in campo tutti gli sforzi possibili per garantire ai lavoratori dell’indotto un’adeguata formazione”.

 

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