Eni: nella raffineria di Livorno inizia la raccolta di oli alimentari esausti prodotti nelle abitazioni dei dipendenti
Livorno, 29 gennaio 2020 – Arriva anche a Livorno il progetto Oilà, realizzato da Eni per il recupero degli oli alimentari usati e di frittura prodotti dai dipendenti nelle proprie abitazioni. Dopo Porto Marghera, Roma, Taranto e Sannazzaro de’ Burgondi (Pavia), l’iniziativa verrà avviata a breve all’interno della raffineria di Livorno. È stata sottoscritta nel palazzo municipale di Collesalvetti la convenzione tra Eni e la società REA Rosignano Energia Ambiente, deputata alla raccolta e trattamento dei rifiuti solidi urbani del Comune di Collesalvetti.
All’interno della raffineria verranno installati i contenitori dedicati alla raccolta degli oli di cucina e a ogni dipendente Eni verrà consegnata una tanichetta per effettuare la raccolta presso le rispettive abitazioni, insieme al materiale informativo che descrive come conferire correttamente questo tipo di rifiuto e i vantaggi ambientali della raccolta. REA si occuperà dello svuotamento periodico dei contenitori, tramite un operatore aderente al CONOE (Consorzio nazionale di raccolta e trattamento degli oli e dei grassi vegetali ed animali esausti) con cui Eni ha sottoscritto un accordo di collaborazione nel dicembre 2017, o al RenOils (Consorzio nazionale degli oli e dei grassi vegetali e animali esausti, costituito nel 2016) con cui Eni ha sottoscritto un accordo di collaborazione nel febbraio 2019.
La logica alla base di Oilà è semplice e di grande valore: trasformare un rifiuto potenzialmente dannoso per l’ambiente, come l’olio vegetale esausto, in una nuova risorsa energetica. Un esempio concreto e virtuoso di economia circolare: gli oli di cucina esausti rappresentano, infatti, una valida materia prima per il processo di lavorazione delle bioraffinerie Eni a Porto Marghera e a Gela, che utilizzano la tecnologia proprietaria Ecofining™ per produrre biocarburanti e il loro recupero contribuisce in modo concreto e immediato alla riduzione dell’inquinamento.
Secondo i dati diffusi dal CONOE, nel 2018 in Italia sono state prodotte 260 mila tonnellate di oli vegetali esausti, 94 mila dai settori professionali e 166 mila da attività domestica: quindi finora solo un quarto degli scarti casalinghi arriva alle bioraffinerie. Tutto il resto viene disperso nell’ambiente oppure gettato nei lavandini, creando gravi conseguenze all’ambiente: oltre a intasare il sistema di scarico domestico e delle reti fognarie con incremento dei costi di manutenzione, lo smaltimento attraverso la rete fognaria pregiudica il corretto funzionamento dei depuratori, aumentando i costi di depurazione. Un litro di olio genera fino a 4 kg di fanghi di depurazione che dovranno poi essere gestiti come rifiuto, può giungere alle falde e rendere l’acqua non potabile e crea inquinamento delle acque superficiali, cioè laghi, fiumi e mare con danni all’ecosistema, alla flora e alla fauna. Se disperso in acqua forma un “velo” che impedisce ai raggi solari di penetrare, causando ingenti danni all’ambiente. Per avere un’idea più concreta, la sola dispersione di due litri e mezzo di olio rendono non potabili 2,5 milioni di litri d’acqua, pari al contenuto di una piscina olimpionica.
L’iniziativa è parte del programma avviato da Eni per diffondere e consolidare in tutte le proprie aree di business la logica dell’economia circolare nel quadro di una maggiore efficienza e sostenibilità della produzione e utilizzo dell’energia. Il progetto Oilà, avviato dal luglio 2018 nella bioraffineria e nel petrolchimico a Porto Marghera, ed esteso poi alle sedi uffici di Eni a Roma e alle raffinerie a Taranto e a Sannazzaro, ha finora raggiunto 5800 dipendenti Eni e oltre 3600 litri di oli alimentari esausti raccolti.
Parallelamente si procederà con la diffusione sul territorio della raccolta dell’olio vegetale esausto prodotto dalle utenze domestiche, che avverrà mediante il posizionamento sul territorio di idonei contenitori del tipo “Olibox”, dove il cittadino potrà conferire il rifiuto direttamente all’interno di contenitori a perdere (ad esempio bottiglie di plastica). Il Gestore REA S.p.a., oltre a fornire in comodato d’uso gratuito i suddetti contenitori, si occuperà di organizzare la raccolta e di mantenere in ordine la postazione di conferimento. I punti di raccolta saranno posizionati in prossimità dei principali punti commerciali, che hanno già dato adesione all’iniziativa.