Erdoğan: “Il governo sionista di Netanyahu vuol portare il mondo al disastro, come 90 anni fa Hitler”
22 giugno 2025 Erdoğan: “Il governo sionista di Netanyahu vuol portare il mondo al disastro, come 90 anni fa Hitler”
Il discorso di Recep Tayyip Erdoğan ai ministri degli estri dell’Organizzazione della Cooperazione Islamica all’apertura di ieri dei lavori in Turchia
All’inizio del mio discorso voglio commemorare con pietà i nostri 55.000 fratelli e sorelle di cui oltre il 65% sono bambini e donne martirizzati dall’esercito israeliano a Gaaz. Auguro la guarigione ai nostri 128.000 fratelli e sorelle rimasti feriti negli stessi attacchi a Gaza.
La Turchia conosce il dolore dei nostri fratelli e sorelle palestinesi come il loro dolore e la loro tristezza.
I nostri fratelli e sorelle palestinesi dovrebbero sapere quanto segue:
Non importa quanto sia oscura l’oscurità dell’oppressione attuale, inshallah, se Dio vuole la giustizia sarà manifestata e la vittoria apparterrà sicuramente a coloro che ci credono. Con il permesso di Dio, credo sinceramente che vedremo giorni buoni in cui parleremo di vittorie. Parleremo di gioie e pace invece che di sofferenza, crudeltà e morte.
Illustri ospiti, negli ultimi due anni ci siamo scontrati sempre con le politiche di occupazione, distruzione e massacro di Israele e con il sostegno incondizionato delle potenze occidentali, Israele continua a destabilizzare la nostra regione.
Per prima cosa hanno attaccato Gaza e la Cisgiordania. Hanno trasformato Gaza in un gigantesco relitto davanti agli occhi del mondo intero, Hanno bombardato strutture sanitarie, scuole, moschee e chiese, Hanno massacrato brutalmente delle persone. Persone che aspettavano in fila per chiedere aiuto solo per comprare un sacco di farina, una ciotola di zuppa o semplicemente una pagnotta di pane secco.
Ogni giorno, centinaia di civili innocenti, per lo più bambini e donne, sono deliberatamente massacrati dalle forze israeliane.
Da 21 mesi i nostri due milioni di fratelli e sorelle che vivono a Gaza lottano per sopravvivere in condizioni di miseria che vanno ben oltre quelle dei campi di concentramento nazisti.
Oltre a Gaza Israele ha preso di mira anche il Libano, lo Yemen e la Siria.
Oltre ai bombardamenti aerei hanno cercato di aizzare diversi gruppi all’interno della Siria contro il governo. Hanno cercato quindi di scatenare disordini anche in Siria. Ora dal 13 giugno, il terrorismo di stato Israeliano ha sperimentato anche dal nostro vicino Iran. Vorrei dire chiaramente quanto segue:
Con tutti questi attacchi il governo Netanyahu ha dimostrato ancora una volta di essere il più grande ostacolo alla pace nella regione.
Condanno fermamente gli attacchi di Israele contro l’Iran. A nome del mio paese e della mia nazione, porgo le mie condoglianze ai nostri fratelli e sorelle iraniani che hanno perso la vita negli attacchi terroristici, negli attentati e negli omicidi perpetrati da Israele.
Non abbiamo dubbi che il popolo iraniano con la sua storia millenaria, la sua solidarietà di fronte alle difficoltà e la sua forte esperienza statale, inshallah, sarà in grado di superare questi giorni difficili.
Trovo utile sottolineare anche quanto segue:
Il modo per descrivere e definire gli attacchi di Israele contro Gaza, il Libano, lo Yemen, la Siria e infine il più recente, contro l’Iran è banditismo
Le misure adottate dall’Iran per difendere il proprio popolo dal terrorismo di stato di Israele nell’ambito dell’autodifesa sono misure del tutto naturali, legittime e legali.
E’ chiaro che queste aggressioni, queste azioni aggressive che violano il diritto internazionale, servono la politica di destabilizzazione strategica di Israele nella sua regione.
Naturalmente è significativo che gli attacchi siano avvenuti in un momento in cui si stavano intensificando i negoziati sul programma nucleare iraniano.
Israee non è soggetto ad alcun controllo o a verifica per le sue attività nucleari e non si preoccupa di nessuno in termini di trasparenza. Qundi è una grande ipocrisia da parte loro parlare contro le parti del trattato sulla non proliferazione delle armi nucleari.
In realtà con gli attacchi del 13 giugno, il governo Netanyahu mirava proprio a indebolire il processo negoziale. Questo incidente dimostra anche che Netanyahu e la sua rete di omicidi non vogliono che nessun problema o questione venga risolta diplomaticamente.
Ancora una volta Israele invece di vivere in pace fianco a fianco con uno stato palestinese indipendente e geograficamente integrato, con Gerusalemme Est come capitale, sulla base dei confini del 1967.. Invece di coesistere con loro, Israele sta piuttosto cercando di estendere la guerra all’intera regione.
Proprio come la scintilla accesa da Hitler 90 anni fa ha incendiato il mondo intero, dal Pacifico all’Atlantico, dall’Oceano Indiano al mare del Nord, oggi, allo stesso modo, le ambizioni sioniste di Netanyahu non hanno altro scopo se non quello di trascinare la nostra regione e il mondo itero in un grande disastro.
Prende di mira la sacralità di Midi Axa, il nostro primo kab che tenta di appropriarsi dello status storic di autif. ora queste sono le sue intenzioni di dividere la nostra regione tenendo conto di alcune mappe e di queste se ne parla ancora oggi in pubblico. Noi vediamo queste come mosse di un piano insidioso.
Sappiamo bene infatti cosa vuole fare Netanyahu. Chi pensa di stabilire la propria sicurezza annegando la regione nel fuoco, nel conflitto, nel caos e nelle lacrime sta inseguendo un bel sogno.
Israele non può garantire la propria sicurezza minacciando quella dei propri vicini. Si accorgeranno gradualmente che le cose potrebbero non andare come previsto. La pretesa di Israele di stabilire l’ordine nella nostra regione con le sue mani insanguinate rivela la cecità e l’oscurità di coloro che governano quel paese.
Vorrei sottolineare qui che la Turchia non permetterà l’istaurazione di un nuovo ordine Sykes-Picot nella nostra regione, i cui confini saranno tracciati con il sangue. Non resteremo a guardare mentre la popolazione di Gaza viene punita con la fame, con il terrore dello stato dei coloni in Cisgiordania e con i tentativi di distruggere lo status quo storico della moschea di Al Axa e di Gerusalemme, culla delle religioni abramantiche.
Da qui mi rivolgo ancora una volta alla comunità internazionale, in particolare ai paesi che esercitano influenza su Israele.
Nessuno dovrebbe prestare attenzione alle velenose parole di Netanyahu, ammantate di elogi nel tentativo di esacerbare il conflitto. La nostra regione non può permettersi una nuova guerra o instabilità.
Ciò di cui abbiamo bisogno è buonsenso, moderazione, cautela, per non cadere mai nella trappola di nascondere un toro con un toro più grande
Oggi vogliamo sottolineare ancora una volta che la soluzione sta nella diplomazia e nel dialogo.
Siamo infatti pronti a fare tutto ciò che ci compete, compresa la facilitazione, a partire dal 13 giugno.
Abbiamo fatto seri sforzi per ristabilire la calma e abbiamo davvero compiuto degli sforzi. Ishallah, spero che continueremo pazientemente questi contatti finchè non otterranno risultati concreti.
Egregi ministri, illustri amici, nelle attuali circostanze il raggiungimento di una soluzione a due Stati è diventato ancora più vitale.
Dobbiamo continuare a incoraggiare più paesi a riconoscere lo Stato di Palestina e dobbiamo continuare a coordinare i nostri sforzi per adottare misure coercitive contro Israele sulla base del Diritto Internazionale e sulla Carta delle Nazioni Unite
Ci auguriamo che la conferenza internazionale per promuovere la soluzione dei due stati, che si sarebbe dovuta tenere a New York questa settimana sotto la guida di Arabia Saudita, sia stata rinviata a causa dei recenti attacchi. Ci auguriamo che qust’incontro venga organizzato al più presto e auguro all’Arabia Saudita il successo di questa iniziativa.
In questo evento la nostra organizzazione tra l’altro rappresenta la rappresenta la voce e la coscienza dell’UMAH. In questo incontro dobbiamo annunciare chiaramente la nostra posizione, la presa di posizione contro le politiche di Israele che hanno trasformato l’intera regione. Oggi dobbiamo ancora di più stringerci gli uni agli altri, stringere ancora di più le nostre fila ed espandere ancora di più i nostri confini di tolleranza reciproca. ecco di cosa abbiamo bisogno.
La presidenza di Turca del consiglio dei ministri degli esteri inizia ora, in un periodo in cui la spirale di violenza nella nostra regione è nuovamente innescata da Israele e la stabilità e la pace sono minacciate.
Dobbiamo mostrare maggiore solidarietà nel fermare il banditismo israeliano in Siria, in Libano e in Iran, così come ha fatto in palestina. Quindi abbiamo bisogno di solidarietà.
la nostra organizzazione fin dal primo giorno della sua fondazione ha sempre portato avanti un messaggio di pace e dialogo e si è sempre opposta fermamente a ogni tipo di estremismo. E anche da ora in poi combatteremo e supereremo le difficoltà insieme. La nostra organizzazione con i suoi 57 membri è la seconda organizzazione internazionale più grande dopo le Nazioni Unite e in quanto tale è in una posizione migliore per renderla più efficiente, dovrebbe funzionare come strumento di sviluppo economico e sociale.
Un altro punto importante è il seguente: non dobbiamo permettere che l’UNR UWA che svolge un compito insostituibile di protezione dei rifugiati palestinesi venga paralizzato da Israele. Ci aspettiamo che i singoli stati membri di questa Organizzazione (OIC) interrompano le conquiste di Israele sostenendo mateialmente e spiritualmente l’UNR UWA; auspicabilmente l’apertura di un ufficio ad Ankara renderà più visibile da ora in poi il nostro sostegno a questa agenzia delle Nazioni Unite.
Mi auguro che questa 51esima riunione del consiglio dei ministri degli esteri dell’OIC si riveli fruttuosa e utile per il mondo islamico e per l’intera umanità.