“Errore recidivo continuare a dibattere su inceneritore si o no”
“UN ERRORE RECIDIVO CONTINURE A DIBATTERE SU INCENERITORE SI O NO. SERVIVANO E SERVONO IMPIANTI “ALTERNATIVI” E NON CHIACCHERE IDEOLOGICHE SENZA ALCUN COSTRUTTO”.
E’ quanto dichiara il comitato Oltre L’inceneritore che prosegue:
“Dopo il Convegno al CNA organizzato dall’Associazione “Per la Rinascita di Livorno” sul tema ”Gestione Rifiuti ed economia circolare. Cosa fare?”, si è sviluppato un dibattito sulla stampa fitto e partecipato ma, purtroppo circoscritto alla mera questione se chiudere l’inceneritore del Picchianti ad ottobre del 2023 oppure no.
L‘argomento è ineludibile, foss’altro perché a quella data scade l’autorizzazione regionale necessaria per mantenerlo aperto, che per essere rinnovata richiede talvolta un anno e più.
Quindi, al punto cui siamo arrivati, per non spengere l’inceneritore il Comune deve rovesciare la sua scelta di chiuderlo nelle prossime settimana e fare una nuova domanda di rinnovo dell’autorizzazione entro questa estate, senza contare gli interventi manutentivi e migliorativi che immaginiamo necessari per il rinnovo di tale autorizzazione e il proseguo dell’attività.
La questione è arrivata a questo punto non perché chiudere l’inceneritore fosse una scelta sbagliata – il nostro Comitato presentò ad aprile 2019 un referendum propositivo per chiudere l’inceneritore ed avviare un nuovo impianto di trattamento , referendum ostacolato in ogni modo dalla burocrazia e ideologia avversa ad ogni innovazione – ma perché non si è mai cercata un’alternativa industriale funzionante, preferendo affidarsi alla prospettiva della Regione Toscana che avrebbe sistemato tutto d’accordo magari con l’ENI a Stagno per la realizzazione di un impianto dal funzionamento similare all’attuale.
Il nodo reale sta qui, e non nel discutere sul chiudere o meno nell’ottobre 2023.
Il nodo sta nel decidersi a rendersi conto che oggi è ormai necessario evitare che, a causa del non aver finora cercato un’alternativa, si sia costretti ad una situazione post fermata di forti rincari TARI e di possibile crisi occupazionale.
Tale necessità non deve far dimenticare che il problema reale è quello del Convegno della CNA, un nuovo modo di gestire i rifiuti e questo nuovo modo non può fornirlo un seppur accurato ammodernamento dell’inceneritore oramai “cinquantenne”, sarebbe come voler attualizzare una autovettura con il telaio e la scocca di cinquanta anni fa.
La nuova gestione dei rifiuti deve essere fatta introducendo un impianto di Trattamento Meccanico Biologico Evoluto, una fabbrica dei materiali e dei prodotti capace di ridurre ad un 15-20% il quantitativo di rifiuti da smaltire (oggi siamo al 50%).
E’ un obiettivo tecnicamente oggi perseguibile (siccome i rifiuti zero sono un’utopia per non fare niente) che può tenere insieme due aspetti decisivi del convivere, la salute dei cittadini e i posti di lavoro.
Ed è su un simile obiettivo che si dovrebbe davvero concentrare il dibattito sulla prospettiva per l’inceneritore, soprattutto da parte dei sindacati.
Oggi però su questo aspetto siamo arrivati colpevolmente ”lunghi” grazie a chi ha voluto anche boicottare il nostro referendum”.