Un riconoscimento al giovane che ha estratto madre e figlia in via del Seminario
Lo ha richiesto il sindaco Nogarin
Il sindaco Nogarin ha incontrato Qato Nertil, il giovane che il 28 giugno ha estratto madre e figlia dal loro appartamento in fiamme
Livorno, 2 luglio 2018 – Il sindaco di Livorno Filippo Nogarin chiederà che venga riconosciuto ufficialmente da parte della Prefettura il gesto eroico compiuto giovedì 28 giugno da Qato Nertil, che dopo l’esplosione che ha devastato il piano terra di un palazzo in via del Seminario 33, è riuscito ad estrarre due donne, madre e figlia dal loro appartamento al primo piano, salvando loro la vita.
“Ieri abbiamo appreso che Angela Tarroboiro, la donna che abitava al piano terra, è deceduta in seguito alle ustioni riportate. Questo ci addolora profondamente – sottolinea il sindaco Filippo Nogarin – Il bilancio avrebbe potuto essere ancora più tragico se non fosse stato per l’intervento di Qato Nertil, che da solo è riuscito a portare in salvo le due donne che abitano il primo piano della palazzina. Un gesto di coraggio estremo che vorrei fosse riconosciuto ufficialmente. Per questo mi sono già messo in contatto con la Prefettura, chiedendo un impegno in questa direzione”.
Qato Nertil ha 31 anni, e da sei si è trasferito a vivere in Italia dopo un’esperienza lavorativa in Grecia. Qui a Livorno si è ricongiunto con la sorella, gli zii e i cugini e ha iniziato a lavorare nell’impresa di ristrutturazione edile dello zio. Impresa che, come molte altre, ha subito gli effetti della crisi economica, tanto che 16 mesi fa Qato Nertil ha perso il proprio impiego e da allora è in cerca di un nuovo lavoro.
Ha però conservato un furgone e alcuni attrezzi che si sono rivelati importantissimi il 28 giugno scorso.
“Quando ho capito cosa era accaduto e ho visto due persone al primo piano – racconta Nertil – sono corso a prendere una scala da casa mia. Sono salito e ho estratto, non senza difficoltà, prima la figlia e poi la madre. Non è stato semplice, ma mi è venuto d’istinto”.
“Nertil è qui da sei anni – conclude il sindaco – è regolare e ancora non ha la cittadinanza italiana, visto che le nostre leggi impongono 10 anni di residenza nel nostro paese. Mi torna in mente il presidente francese Macron che ha deciso di regolarizzare e dare la residenza il 28 maggio scorso a quel ragazzo del Mali che ha salvato un bimbo arrampicandosi su un palazzo. Mi piacerebbe si potesse fare qualcosa di simile. Sarebbe un segnale straordinario”.