Ambiente 17 Maggio 2023

Ex Rari-Lonzi, Rifiuti zero: “Asl ha espresso il suo parere ora tocca a Salvetti emettere un parere sanitario negativo”

Delocalizzazione Lonzi: Nogarin chiama in causa Bacci

Immagine di archivio

Livorno 17 maggio 2023 – Ex Rari-Lonzi, Rifiuti zero: “Asl ha espresso il suo parere ora tocca a Salvetti emettere un parere sanitario negativo”

“Finalmente la Asl ha trasmesso il proprio parere nell’ambito del procedimento di rinnovo dell’autorizzazione dell’impianto ex Rari-Lonzi, attualmente di proprietà della Ireos.

L’impianto Rari-Lonzi ha ricevuto milioni di euro per molti anni da Aamps, per trattare e trasportare le ceneri e le scorie dell’inceneritore verso discariche fuori regione.

Altro che “chiudere il ciclo dei rifiuti”, quindi: l’inceneritore moltiplica i costi di smaltimento e favorisce l’export dei rifiuti da collocare in discarica.

Qualche anno fa, la procura antimafia ha sequestrato l’impianto Rari-Lonzi e aperto un’inchiesta per traffico illecito di rifiuti (comprese le famigerate intercettazioni: “chi se ne frega se muoiono i bambini”) e il processo è tuttora in corso.

Ma per Aamps nessun problema: ha saldato i propri debiti con Rari-Lonzi aumentando la Tari ai livornesi, nel frattempo l’impianto è passato nelle mani della società Ireos, a cui Aamps ha appaltato lo smaltimento delle scorie dell’inceneritore, alla modica cifra di oltre 1 milione e mezzo di euro l’anno, che si sommano ad altri milioni spesi con altri fornitori per lo smaltimento di altre ceneri e residui dell’inceneritore.

L’impianto (incredibilmente) sta lavorando, ma ha bisogno di rinnovare l’autorizzazione regionale.

La Regione ha quindi chiamato le altre istituzioni ad esprimere il proprio parere.

Durante l’ultima riunione (conferenza di servizi) Arpat si è espressa in questi termini: “gran parte delle prescrizioni (valutazione di impatto ambientale) non sono state ottemperate”.

Il parere della Asl, trasmesso successivamente, va oltre e raccomanda “la delocalizzazione dell’azienda in un’area più consona, posta a debita distanza da insediamenti destinati alla permanenza di persone”.

Secondo la Asl, lo spostamento dell’azienda si rende opportuno “in considerazione degli insediamenti civili e delle attività commerciali aperte al pubblico presenti in aree non distanti” (a poche decine di metri: le abitazioni più vicine sono proprio di fronte all’impianto!).

Perché la Asl chiede lo spostamento dell’azienda lontano dagli esseri umani? Il parere rilasciato è chiarissimo: “vista la tipologia delle lavorazioni svolte dalla Ireos, che consistono nella gestione di rifiuti contenenti anche sostanze pericolose e cancerogene, con conseguente emissione in atmosfera di inquinanti quali, solo a titolo di esempio non esaustivo, arsenico, cadmio, cromo, mercurio, piombo”.

Il procedimento normativo prevede adesso che il sindaco di Livorno, Luca Salvetti, fornisca obbligatoriamente il proprio parere sanitario, quale massima autorità sanitaria sul territorio, ai fini della tutela dal “possibile pericolo o danno per la salute pubblica” (TAR Lazio, sentenza n. 819/2009).

Di fronte all’allarme ufficiale della Asl, ci auguriamo che il sindaco non voglia ignorare un possibile pericolo o danno per la salute pubblica e che proceda all’emissione del parere sanitario negativo.

Secondo la magistratura amministrativa, nel caso in cui il sindaco emetta un parere sanitario contro il rilascio o il rinnovo dell’autorizzazione, la Regione non può autorizzare l’attività di un impianto, ma deve eventualmente rinviare la decisione alla Conferenza Stato-Regioni, che dovrà valutare l’interesse dei cittadini in base al principio di precauzione.

Ci aspettiamo quindi che il sindaco di Livorno tuteli immediatamente la cittadinanza rispetto ad un impianto interessato da procedimenti giudiziari gravissimi, che secondo Arpat non ha ottemperato a gran parte delle prescrizioni ambientali e che secondo Asl va trasferito lontano da case, uffici e aziende”.

Rifiuti zero

Ekom Mazzini Olandesi offerte Natale 2024
Inassociazione
kasita natale 2024