I fanghi del porto usati nella coltivazione. Il progetto Hortised
Progetto Hortised: utilizzare i sedimenti dragati nel Porto di Livorno, bonificati, come alternativa nella preparazione di substrati di coltivazione
Il progetto HORTISED vuole dimostrare le grandi potenzialità dei substrati contenenti sedimenti dragati fitorimediati mediante il loro utilizzo per la coltivazione di fragola e melograno
Lo sfruttamento della torba negli ultimi 25 anni ha causato gravi problemi nelle aree di approvvigionamento. I materiali alternativi oggi disponibili (corteccia di albero, fibre di legno, scarti verdi, etc..), però, non sono sempre adeguati.
Dal canto suo, il dragaggio dei sedimenti dai corpi idrici è un’attività svolta regolarmente per preservare il flusso dei fiumi e consentire la libera navigazione dei porti e varie direttive internazionali hanno nel tempo incoraggiato il riuso di questi sedimenti.
Ad oggi, tuttavia, non sono state individuate metodologie valide per un uso commerciale dei sedimenti dragati.
In questo ambito, il Progetto europeo LIFE HORTISED(Dimostrazione dell’idoneità dei sedimenti dragati bonificati all’utilizzo per una produzione vivaistica e frutticola sana e sostenibile) intende proprio dimostrare la possibilità di utilizzare i sedimenti dragati nel Porto di Livorno, bonificati, come alternativa nella preparazione di substrati di coltivazione nel vivaismo ed in frutticoltura.
Il progetto, avviato nell’ottobre del 2015, si concluderà a settembre di questo anno, anche se i partner (Dipartimento di Scienze delle produzioni agroalimentari e dell’ambiente dell’Università degli studi di Firenze, Istituto per lo studio degli ecosistemi del CNR, Università Miguel Hernandez, Azienda Agricola Zelari Company e Azienda Caliplant) hanno già chiesto una estensione fino al marzo 2018 per permettere la raccolta di ulteriori dati.
Per dimostrare l’idoneità dei sedimenti è stata utilizzata la tecnologia sviluppata nei progetti AGRIPORT e CLEANSED per la produzione di piante da frutto. Nella tecnica di fitorimediazione AGRIPORT, infatti, l’applicazione di piante insieme al compost ha permesso di ridurre i contaminanti e migliorare le proprietà chimico-nutrizionali e biologiche dei sedimenti marini.
Nel progetto CLEANSED si è inoltre ottenuto un miglioramento delle caratteristiche dei sedimenti mediante due mesi di landfarming, che ha reso i sedimenti adatti all’attività vivaistica.
Sulla base di queste e precedenti esperienze, nel progetto HORTISED i sedimenti marini, decontaminati mediante tecnologia AGRIPORT, sono stati sottoposti a tre mesi di landfarming per omogeneizzare e ottenere caratteristiche migliori (struttura, capacità di ritenzione idrica, aerazione e attività biologica).
L’obiettivo principale è quello di applicare la stessa tecnica sulle specie alimentari, sia nelle fasi di propagazione delle piante (vivaio) che per la produzione di frutta.
Per le prove dimostrative sono state adottate due piante modello dell’ambiente mediterraneo: fragola (una specie molto flessibile e precoce di facile coltivazione in contenitore) e melograno (una specie adatta per ambienti mediterranei molto interessante come fonte di frutti ricchi di composti attivi).
Queste due specie sono state coltivate anche sui tradizionali substrati a base di torba o fibra di cocco e su substrati misti (50% torba tradizionale e 50% sedimenti dragati), per permettere una migliore valutazione delle performance di questi substrati innovativi (nell’immagine campioni dei tre diversi substrati).
Tra le azioni principali che si sono svolte e che stanno ancora proseguendo, nei diversi siti di sperimentazione (in Italia presso il vivaio dell’Azienda Agricola Zelari Company ed in Spagna presso il vivaio Caliplant e l’Università Miguel Hernandez), troviamo le seguenti.
Analisi e caratterizzazione dei sedimenti bonificati da un punto di vista fisico, chimico, biochimico e tossicologico, al fine di valutare i trattamenti idonei per la bonifica del sedimento. Per determinare la fertilità chimica e biologica sono stati misurati nei sedimenti bonificati i livelli di nutrienti, le sostanze umide e il grado umidificazione, la biomassa microbica e l’attività microbica. Sono state inoltre determinate le concentrazioni di eventuali contaminanti inorganici ed organici ed eseguite analisi della biotossicità.
Trattamento dei sedimenti tramite landfarming, per migliorarne la struttura e l’omogeneità; a seguito del trattamento i sedimenti sono stati nuovamente analizzati per controllare le loro proprietà e ottimizzare la nutrizione delle piante.
Uso dei sedimenti bonificati come substrato nel vivaismo frutticolo (talee di melograno) e come substrato per la coltivazione di piante da frutto e produzione di frutta (fragole e melograno). Le piantine di entrambe le specie sono state piantate in contenitori da 35 litri pieni di tre diversi substrati (sedimento al 100%, sedimento miscelato al 50% con torba tradizionale e torba al 100%)
(nell’immagine piante di fragole nei tre diversi substrati).
Analisi delle piante sui tre diversi substrati, attraverso
- la valutazione delle performances di crescita e dello sviluppo delle piante,
- la valutazione delle caratteristiche morfologiche, delle proprietà biochimiche e nutrizionali di un numero rappresentativo di frutti,
- la misura della eventuale presenza di contaminanti organici e inorganici sulle piante e sulle foglie,
- la misura della qualità chimica dei frutti,
- l’analisi sensoriale dei frutti per un confronto fra quelli ottenuti con coltivazione tradizionale e quelli coltivati sul tecno suolo testato nel progetto.
(nell’immagine piante di melograno nei tre diversi substrati)
Tra gli obiettivi del progetto c’è anche quello di analizzare i motivi legislativi e culturali attuali che ostacolano l’uso di substrati di crescita innovativi e di produrre le linee guida per l’uso sicuro e sostenibile dei sedimenti come ingredienti di substrati di coltivazione nel vivaismo e in frutticoltura.
Il primo risultato atteso dal progetto è quello di valutare l’idoneità di questi sedimenti per la coltivazione e produzione di fragole e melagrane in contenitore e per la propagazione per talea del melograno. Da questo punto di vista i risultati fino ad oggi raccolti confermano l’idoneità del sedimento bonificato miscelato con substrati commerciali tradizionali (dal 50 al 75 % in volume) sia per la produzione vivaistica di talee radicate di melograno che per la produzione di fragole e melagrane, per le quali sono in corso analisi chimiche sulla eventuale presenza di agenti contaminanti.
Prove analoghe condotte su lattuga hanno messo in luce la difficoltà di utilizzare il sedimento rimediato al 100 % sia per la produzione di semenzali che per l’ottenimento di cespi ai fini alimentari; la miscelazione al 50% in volume ha dato risultati molto soddisfacenti.
Si può senz’altro affermare che gli obiettivi di HORTISED, oltre alla riduzione del consumo di torba e quindi alla potenziale riduzione delle emissioni di CO2, contribuiscono altresì a creare un’alternativa allo stoccaggio e smaltimento (costoso) di questi materiali in piena linea con i criteri di un’economia circolare.
Ulteriori analisi per garantire la produzione di frutti e lattuga sani e sicuri sotto il profilo alimentare verranno condotti nei prossimi mesi e richiederanno ulteriori conferme sperimentali prima di poter avviare una loro produzione commerciale. I risultati sulla valutazione, per quanto approssimativa, dei costi economici e dei vantaggi ambientali della “tecnica” HORTISED consentiranno di evidenziare eventuali aspetti critici di questa metodologia e individuarne la soluzione al fine di poter inserire i sedimenti rimediati in un contesto di economia circolare nel settore agricolo.
In questo contesto si inserisce anche il nuovo progetto Irrigatio coordinato dall’Università di Firenze (Dipartimento di Chimica) e finanziato dal 7° Programma quadro. Irrigatio infatti riguarda il riutilizzo delle acque reflue trattate (per l’Italia quelle provenienti dal distretto industriale pratese) per scopi di irrigazione di colture selezionate.
Per maggiori dettaglio: il sito Web del progetto HORTISED