Cronaca 10 Marzo 2022

Femca Cisl: Riconvertire la Raffineria ora si può

Livorno 10 marzo 2022

Eni, l’intervento del sindacato Femca Cisl dopo l’incontro al Mise

In data 09/03/2022 si è tenuto il tavolo di confronto al Ministero dello Sviluppo Economico sul futuro della raffineria Eni di Livorno. Il tavolo ha avuto esiti interessanti, con tutte le parti intervenute al tavolo che hanno ribadito che il loro intento è quello di stabilizzare e creare un futuro ad una realtà che non ha pari sul territorio.

Eni ha parlato di crisi del settore della raffinazione in tutta Europa, una crisi non più ciclica come avveniva negli anni precedenti ma bensì politica; ci troviamo, infatti, davanti a strategie politiche che portano ad un calo della domanda di prodotti raffinati ed a costi di produzione sempre più.

Sostanzialmente, ci troviamo in piena fase di deindustrializzazione, con ben 11 raffinerie in perdita cronica che dovranno prima ridimensionarsi e poi sparire.

Eni ha confermato la volontà di non dismettere il sito e abbandonare il territorio, dicendosi interessata alle alternative attualmente in campo: Economia Circolare e Bioraffineria.

Al momento, però, il mercato Bio è saturo; motivo per cui Eni ha chiesto a Governo e Regione importanti sforzi per creare un mercato interno, nazionale e regionale, che garantisca futuro al settore.

Un’alternativa immediata sarebbe puntare sull’Economia Circolare e anche su questo Eni non si è tirata indietro, comunicando la volontà di presentarsi al bando della Regione Toscana con 3 progetti: biofuel, biogas e waste to methanol, tutti legati a Livorno.

Questa organizzazione sindacale afferma con forza che questa è veramente una grande occasione per proiettare la Raffineria nel futuro, una grande occasione da prendere al volo, senza trascurare la Bioraffineria, qualora si venissero a creare le condizioni per far crescere la domanda interna; il futuro, però, è nell’economia circolare, quindi è opportuno consentire ad Eni di investire in queste tecnologie e farlo sul nostro sito.

Lo dobbiamo ai lavoratori, lo dobbiamo all’ambiente, ma soprattutto lo dobbiamo alla città per garantire un futuro ai nostri figli.

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