Flop referendum giustizia, agli italiani piace la giustizia così com’è
Flop referendum giustizia, agli italiani piace la giustizia così com’è.
Non piacciono agli italiani i nuovi cambiamenti proposti dai quesiti referendari, nella domenica del 12 giugno solo il 20% circa degli aventi diritto al voto si è presentato alle urne.
Affluenza poco superiore al 20,9% ai 5 referendum in materia di giustizia, è il dato definitivo fornito dal Viminale che ha completato il calcolo della partecipazione al voto nei 7.903 comuni italiani. Per nessuno dei quesiti è stato dunque raggiunto il quorum.
Vediamo nel dettaglio il quorum dei 5 quesiti
Il quesito sulla Legge Severino ha avuto un’affluenza del 20,95%, la più alta. Per il secondo, sulla limitazione delle misure cautelari, l’affluenza è stata del 20,93%; stessa percentuale, 20,93%, anche per il terzo quesito, sulla separazione delle funzioni dei magistrati. Affluenza al 20,92% per gli altri due quesiti: il quarto sul diritto di voto per i laici nei consigli giudiziari sulle valutazioni dei magistrati e il quinto sull’abolizione della raccolta di firme per la candidatura dei togati al Csm.
La Giunta dell’Unione Camere Penali parla di “incivile silenzio censorio” sul voto referendario. “La storia dei referendum in Italia è da sempre una storia di ostracismo e di avversione al voto democratico diretto”, hanno sottolineato le Camere Penali, esortando: “Occorre ora che l’impegno politico dei liberali di questo paese per una giustizia più giusta, tra i quali in prima fila l’Unione delle Camere Penali Italiane, sappia trovare da subito la forza per rilanciare le proprie idee e le proprie battaglie”.
Per Nino Di Matteo, consigliere del Csm il flop dei referendum dimostra come “evidentemente molti italiani hanno capito che con il referendum non si voleva migliorare la giustizia ma – ha evidenziato all’Adnkronos – punire la magistratura e renderla meno autonoma e indipendente. Purtroppo anche la riforma Cartabia, in discussione al Senato, va nella stessa direzione”.
Per Eugenio Albamonte, segretario di Area democratica per la giustizia “hanno vinto i cittadini, perché quelle formule erano talmente grossolane da non poter rappresentare per il futuro un modello né culturale né istituzionale per il nostro Paese.
Sconfitto è chi ha pensato di puntare tutto sugli scandali per colpire la magistratura anziché per riformarla e porre riparo a una serie di situazioni che si sono create in passato.
Una cosa sono le riforme, un’altra la mortificazione della magistratura”.