Cronaca 31 Luglio 2020

Foto derisoria sull’auto della Polizia, cittadino della Costa d’Avorio identificato e accompagnato al Cie

A seguito di controllo è risultato irregolare sul territorio nazionale

Foto derisoria sull'auto della Polizia, cittadino della Costa d'Avorio identificato e accompagnato al Cie

L’uomo sul cofano dell’auto della polizia

Livorno 31 luglio 2020 – Nei giorni scorsi – recita una nota della Questura che riportiamo integralmente: “durante un servizio di Ordine Pubblico predisposto in Piazza Garibaldi, in occasione di un banchetto informativo di propaganda elettorale si sviluppava un accenno di lite tra cittadini extracomunitari presenti nel lato opposto della piazza.

Mentre il personale della Polizia di Stato si interessava a quanto stesse accadendo, dirigendosi verso gli individui coinvolti; un cittadino straniero coglieva indisturbato l’occasione per farsi fotografare semidisteso sul cofano di un’autovettura con i colori d’istituto della Polizia di Stato, parcheggiata temporaneamente dietro una baracchina all’angolo tra via Garibaldi e la stessa piazza, con chiaro intento derisorio.

Il gesto del cittadino straniero rimaneva sconosciuto alle Forze dell’Ordine fino a quando la mattina seguente da fonti aperte la Digos veniva a conoscenza che erano presenti sul web e su vari social network le foto che ritraevano il soggetto semisdraiato sul cofano della vettura di servizio della Polizia di Stato.

Lo straniero  veniva riconosciuto e successivamente rintracciato lo stesso pomeriggio in questa Piazza Garibaldi

Il predetto risultava privo di documenti di identità pertanto, veniva accompagnato in Questura per gli accertamenti di rito.

Sul posto, lo straniero C.L. di anni 28 nativo della Costa d’Avorio ammetteva il gesto commesso – nella serata del 28 luglio 2020 – mostrando al personale operante le diverse foto scattate dal suo cellulare da terze persone non identificate.

Successivamente, veniva fotosegnalato presso il locale Gabinetto di Polizia Scientifica. Accertata la posizione di irregolarità sul territorio nazionale veniva messo a disposizione del locale Ufficio Immigrazione, dopo averlo denunciato per aver offeso l’onore e il prestigio di un corpo amministrativo dello Stato, alla presenza di una o più persone (art. 342 C.P., 1° e 4° comma).  Lo stesso veniva successivamente associato al C.I.E. di Macomer”.