Fumi di navi in porto, inquinamento e salute. Il Coordinamento Porto Pulito incontra le autorità
Fumi di navi in porto e inquinamento. Su questo tema e per la salvaguardia della salute dei cittadini, si è svolto in Comune un incontro tra autorità e Coordinamento Porto Pulito.
Il resoconto del Coordinamento Porto Pulito al termine dell’incontro:
All’incontro erano presenti:
per il Comune di Livorno: Assessora all’Ambiente Giovanna Cepparello e Assessora al Porto Barbara Bonciani;
Capitaneria di Porto: Comandante Armando Ruffini e Simona Caserta
Arpat: Non intervenuta
Port Authority: Silvia De Luca
Coordinamento Porto pulito : Crosara (Centro), Favilla (Pontino), Groppelli (Venezia), Menicucci (Centro), Pacchiani (Leccia/Scopaia), Ravenna (Pontino), Ribechini (Centro), Simoni (Centro), Setti (Fabbricotti).
L’assessore Cepparello introduce la riunione premettendo che a differenza di quanto comunicato, Arpat non sarà presente ma è stata fatta una preriunione e quindi si sarà in grado di supplire all’assenza.
L’assessore conferma che:
a seguito della ripresa delle attività turistiche e del traffico marittimo dopo la pausa pandemica; si sono nuovamente moltiplicate le segnalazioni relative ai fumi portuali da parte della cittadinanza.
Cepparello sottolinea:
l’accordo “Blue agreement” è di natura volontaria (la linea Moby ad esempio non ha aderito) e che esiste comunque un tavolo di monitoraggio per capire funziona.
Al di là di questo il Comune chiede dati da condividere e anche per questo Arpat presenterà in autunno uno studio che espone gli effetti dell’inquinamento a Livorno.
In più il Comune ha intenzione di fare rilevazioni di altra natura su ulteriori possibili agenti inquinanti oltre a quelli monitorati.
I dati relativi a questi ultimi sono infatti buoni ma il disagio della cittadinanza permane.
Per fare questo il Comune dovrà stanziare risorse, in modo da monitorare elementi in più rispetto a quello che la legge richiede.
Ad esempio, se il carburante è molto viscoso si possono emettere particelle più grandi del particolato che possono essere nocive (particolato macroscopico nero).
Il Comune, si propone quindi di eseguire rilievi sui davanzali delle finestre con dispositivi di rilevamento delle polveri nere, insieme con Arpat e con la collaborazione dei cittadini.
Purtroppo però, a differenza delle emissioni di zolfo, non c’è una normativa cogente riguardo le altre rilevazioni.
E’ stata fatta dai cittadini una campagna di monitoraggio di Citizen & Science che ha costruito una mappa interattiva sull’inquinamento atmosferico.
Bonciani assessore al porto ribadisce a sua volta che esistono norme ben precise che gli armatori devono rispettare ma il Comune attraverso il Blue Agreement vuol fare di più.
Ruffini (Capitaneria) rivolge apprezzamento per il Blue Agreement, e per la sensibilità del Comune di Livorno, non sempre presente in tutte le altre città.
Ogni parte si impegna a mettere in campo procedure per cercare di migliorare la problematica che conosciamo.
La competenza della Capitaneria riguarda alcuni controlli, fra cui la verifica sulle navi.
56 controlli documentali volti a verificare la composizione del carburante sulla base delle ricevute di acquisto detenute dalle navi per motivi amministrativi. Otto i campionamenti compiuti sul tenore di zolfo.
Simona Caserta (Capitaneria) riporta che alcuni controlli fanno a seguito di segnalazioni dei cittadini (si lavora la segnalazione via mail e appena possibile si si va a bordo, anche a distanza di giorni, ma con la ragionevole certezza che il combustibile sia ancora quello utilizzato al momento della segnalazione).
Livorno è fortunata perché la locale Agenzia della Dogana può eseguire la verifica del carburante.
46 i controlli compiuti sulla certificazione Marpol (0,50% massimo di zolfo). Infatti, anche senza il Blue Agreement le navi devono osservare i limiti di legge. Il controllo avviene sul campione che la nave riceve al momento dell’acquisto. Daquesti controlli non sono emerse particolari irregolarità.
Questo fatto conferma che ai controlli sul carburante potrebbero essere affiancati anche controlli sulla efficienza dei motori e delle canne fumarie, perché a parità di carburante dispositivi vecchi e non manutenuti possono dar luogo ad emissioni irregolari.
Su questo fronte non esistono però obblighi di legge che la Capitaneria possa far valere.
Esistono però organismi di certificazione dell’efficienza degli impianti che a loro volta vengono periodicamente valutati dalle autorità.
L’assessore Cepparello su questa situazione afferma che ARPAL Liguria ha effettuato rilevazioni alle canne fumarie delle navi riscontrando livelli di inquinamento “terribili”.
Da parte del Coordinamento si sottolinea l’anomalia per cui i privati cittadini devono effettuare a loro spese la manutenzione delle canne fumarie, salvo sanzioni, e gli Armatori invece non sono tenuti a farlo su dispositivi ben più inquinanti.
Silvia De Luca (Port Authority) dichiara che è in progetto l’elettrificazione delle banchine e che sono in corso interlocuzioni con le Compagnie Armatoriali.
Le prime esecuzioni di elettrificazione avverranno ad ottobre e poi si darà corso alle ulteriori infrastrutture per Porto Mediceo e Darsena Toscana.
Nel 2025 il sistema sarà a regime e utilizzabile.
Le navi avranno l’obbligo di ridurre notevolmente la percentuale di CO2 entro il 2030, compatibilmente solo con gli impianti di Cold Iron. In questo modo non si terranno accesi gli impianti durante la sosta.
L’Authority ha già una campagna attiva con Arpat e i dati sono pubblicati sul sito.
Il Coordinamento Porto Pulito anticipa verbalmente il contenuto del documento che verrà inviato via PEC alle autorità presenti e anche al servizio di Prevenzione dell’ASL Nord Ovest.
Il documento conterrà foto raccolte dai cittadini e pubblicate sulla chat che documentano le gravi e ripetute emissioni di fumi inquinanti da traghetti e navi da crociera, molto spesso a pochi metri dalla Capitaneria e poche centinaia di metri dal Comune.
Una fonte continua e giornaliera di fumi densi e neri sono i traghetti della Corsica e Sardinia Ferries, che pure appartengono alla Compagnia Foirship, firmataria del Blue Agreement.
Conterrà inoltre una serie di informazioni reperibili su web relative anche alla specifica situazione di Livorno.
Si tratta di informazioni note a tutti, che desideriamo condividere ugualmente proprio per partire da una stessa base di conoscenza ed evitare che qualcuno possa affermare di non sapere.
Il Coordinamento Porto Pulito, sottolinea inoltre che i tempi previsti per iniziative, infrastrutturazioni, tavoli, convegni ecc. si scontrano con una situazione molto grave in termini di epidemiologia tumorale.
Mentre si progetta la gente si ammala e muore e ogni famiglia purtroppo ha storie drammatiche da raccontare.
L’inquinamento atmosferico è classificato in gruppo 1 (il più rilevante) dall’Agenzia Internazionale di Ricerca sul Cancro.
In particolare, l’atmosfera delle città portuali è estremamente tossica:
il dipartimento di epidemiologia della Regione Lazio calcola che a Civitavecchia gli abitanti entro 500 metri hanno il 31% di probabilità di morire di tumore e il 51% in più di morire per patologie neurologiche.
Livorno si trova in condizioni quasi altrettanto gravi: se Civitavecchia è il quinto porto più inquinato di Europa sui 62 monitorati nel 2019 dall’Associazione Internazionale Transport & Environment, Livorno è l’ottavo.
Nel 2017 emesse nel cielo di Livorno 16 tonnellate di Ossidi di Zolfo; questo valore corrisponde alle emissioni prodotte dal traffico di tutte le auto della città moltiplicato per 15 volte
Valori analoghi, estremamente elevati, sono stati calcolati anche per l’emissione degli Ossidi di Azoto e dei particolati.
Da notare che le navi da crociera che li hanno prodotti sono state 67 in tutto l’anno 2017, mentre quest’anno; dal momento della ripresa della stagione turistica, stiamo assistendo anche a sette arrivi al giorno, con una proiezione di alcune centinaia di navi in pochi mesi.
Infatti, il traffico da crociera è il comparto turistico che fa registrare il maggiore sviluppo (+6,6% annuo).
Uno studio universitario ha calcolato fra l’altro che in termini economici i costi ambientali (inquinamento, danni alla salute) sono sette volte più pesanti dei benefici portati all’economia locale.
In questo contesto noi cittadini vogliamo conoscere la qualità dell’aria che respiriamo.
Dal sito Arpat si evince però che le tre centraline attive sono ubicate in zone non vicine al Porto; Via La Pira, Viale Carducci e Piazza Cappiello e non registrano tutti gli agenti inquinanti importanti.
In passato sono state effettuate campagne di rilevamento da parte di Autolab (veicoli con centraline a bordo) in aree interessanti (Darsena Medicea, Fortezza Vecchia, Darsena Toscana).
Le ultime rilevazioni risalgono però ad alcuni mesi fa, con valori in qualche caso oltre la norma (particolato PM10) nonostante l’inesistenza dal traffico estivo.
DECISIONI PRESE:
Emerge la necessità di un confronto urgente con Arpat.
Il Coordinamento chiede in particolare che si riattivino le campagne di monitoraggio degli agenti inquinanti in zona più vicina al Porto.
L’Assessora Cepparello afferma che si tratta di un’attività che fuoriesce da quella istituzionale di Arpat e andrà retribuita.
Il Coordinamento fa presente che forse possono essere attinti dall’avanzo di bilancio del Comune destinato a investimenti, pari a due milioni.
Solo successivamente all’attivazione di queste rilevazioni accurate, complete, aggiornate, trasparenti e continuative (cioè non a domanda) il Coordinamento valuterà di aderire alla richiesta del Comune per effettuare rilevazioni di ulteriori agenti inquinanti (tramite i ricettori sui davanzali).
Relativamente alla Capitaneria, provvederemo a segnalare puntualmente via e-mail ogni emissione di fumo intollerabile: cplivorno@guardiacostiera.gov.it oppure dm.livorno@pec.mit.gov.it