Cronaca 28 Ottobre 2017

Futuro -” SPIL, da nuovo IRI ad Outlet delle zolle d’oro”

I consiglieri comunali del gruppo Futuro Andrea Raspanti e Giovanna Cepparello sulla questione Spil e Paduletta.
“SPIL: DA NUOVO IRI A OUTLET DELLE ZOLLE D’ORO

Quale sarà il futuro di Spil? In gravissima difficoltà per gli errori del passato (su tutti il parcheggio dell’Odeon), la società è stata tenuta in stallo per oltre tre anni per arrivare, alla fine del 2017, in un vicolo cieco.

L’Amministrazione comunale ha sottovalutato la situazione e l’ha ripetutamente affidata a persone inadeguate.

Dal 2014 si sono succeduti quattro vertici aziendali diversi e l’esito dell’ultimo in carica è esattamente lo stesso, mutatis mutandis, a cui era addivenuto nel 2015 il primo: una procedura di ristrutturazione del debito secondo quanto previsto dall’articolo 182 bis della legge fallimentare.

Una serie di cambiamenti e di contraddizioni che non possono che aver minato ulteriormente la credibilità dell’azienda (e del socio politico) agli occhi dei suoi creditori, contribuendo alle iniziative “aggressive” di alcuni tra essi o almeno fornendo loro solidi alibi.

Di fatto, per salvare la pelle, Spil ha scelto di vendere la sua proprietà più importante e preziosa, Paduletta, facendo esattamente il contrario di quello che avrebbe richiesto la sua vocazione di ente per la riqualificazione e il rilancio industriale di un territorio dove ormai i disoccupati non si contano più.

Nata per ripensare e rilanciare il profilo economico e i livelli occupazionali di Livorno nel 1996, negli ultimi venti anni SPIL è stata ridotta a un’agenzia per la gestione di un patrimonio immobiliare tanto ampio quanto improduttivo.

Nogarin disse di volerne fare l’IRI di Livorno, ma niente è stato fatto per realizzare questo auspicio e anzi si arriva adesso alla frettolosa privatizzazione di un terreno strategico che pare mettere la parola fine a ogni aspirazione industriale e inaugurare una nuova fase: quella dell’outlet delle zolle d’oro.

Oggi SPIL è una società sostanzialmente inattiva, in balia dei creditori e, soprattutto, di due banche che paiono dimenticarsi di far anche e soprattutto parte della compagine sociale dell’azienda.

In tre anni e mezzo non è stata presa alcuna forte iniziativa per invertire il declino, solo una modifica dello statuto per inserire, tra le attività qualificanti della società, la gestione dei parcheggi: una decisione che lascia pensare che i piani comunali per il futuro dell’azienda siano bel altri da quelli sbandierati.

Il resto è silenzio, il silenzio in cui Sindaco e Giunta hanno sempre lasciato cadere le domande e le sollecitazioni del Consiglio Comunale, con buona pace dei proclami sulla partecipazione, sulla trasparenza, sul ruolo del settore pubblico nella vita economica e civile della comunità.”