Garibaldissima conquista la sua piazza. La soddisfazione della fondazione Lem
Per capire la bellezza di Garibaldissima, per cogliere il senso profondo e vitale di un’operazione di cui andiamo orgogliosi, bisogna esserci passati almeno una volta. Bisogna lasciarsi coinvolgere dall’artista in scena, ma avere nello stesso tempo un’attenzione aperta a quello che succede intorno: le risa dei bambini che si rincorrono, la gente che si ferma e magari scambia due chiacchiere, i ciclisti che si parcheggiano stile drive-in a godersi lo spettacolo.
Certo, tutto questo rende più faticoso agli artisti esibirsi. Ma gli artisti lo sanno, sanno qual è il motivo per cui sono in scena proprio lì, in Piazza Garibaldi: richiamare intorno al palco la gente del quartiere e i livornesi che vogliono riappropriarsi di un luogo del cuore. Così, ora, la piazza vive e respira come forse, in questo momento, nessuna piazza di Livorno.
E respira e respirerà per due mesi, perché Garibaldissima conta 21 eventi per sette settimane, dal 29 giugno al 19 agosto, 21 notti illuminate da spettacoli di alta qualità (musica, cabaret e teatro selezionati da Claudio Marmugi) tutti rigorosamente ad ingresso libero.
E se alla domanda del comico in scena “Alzi la mano chi mi conosce?”, di mani se ne alza una sola perché lui, l’artista, non è livornese, allora quella mano alzata rappresenta la vittoria di Garibaldissima e della Fondazione Lem; e quei cittadini che l’altra sera, sotto la pioggia, sono rimasti imperterriti ad assistere allo spettacolo, ne sono la sua massima espressione.
Per capire fino in fondo, per fugare dubbi e pregiudizi sull’azione svolta dalla Fondazione Lem, c’è solo una cosa da fare: vedere con i propri occhi e lasciarsi conquistare. Perché, un po’ come cantava Pino Daniele a proposito di Napoli, anche Livorno è mille colori, mille paure, la voce dei bambini che sale piano piano e sai che non sei solo.