Gestione ciclo dei rifiuti, il punto di vista di Italia Viva
"L'impianto Eni può rappresentare una risposta importante per la Toscana"
Livorno 11 luglio 2020 – Italia Viva interviene sulla politica della Regione Toscana riguardo ad alcuni temi come: i rifiuti urbani, l’economia circolare, l’ambiente e il progetto del gassificatore Eni a Stagno; ma anche sulla compensazione della Fi-Pi-Li ferroviaria. “Aspetti da chiarire sull’impianto per l’umido al Vallin dell’Aquila”
In vista delle prossime elezioni regionali, Italia Viva ritiene doveroso esprimersi politicamente su un tema essenziale per la vita presente e futura dei cittadini.
“La questione va affrontata sotto diversi aspetti: la Politica regionale e l’economia circolare, i risvolti ambientali ed occupazionali, le scelte impiantistiche territoriali.
Concordiamo con l’impostazione regionale che riprende i principi europei in materia e cioè: 1) prevenzione della produzione dei rifiuti; 2) migliorare la raccolta; 3) ottimizzare il riciclo e il riutilizzo; 4) smaltimento residuale finale ottimale e migliore monitoraggio.
Gli obiettivi della Regione sono che entro il 2030 si arrivi in Toscana all’80% (dall’attuale 53%) di raccolta selezionata e che si effettui un ulteriore intervento con trattamento meccanico e biologico per recuperare al riuso e al riciclo un altro 5-6% di rifiuti. Mentre per il restante residuale 15%/20% circa, ci si avvarrà in parti uguali della termovalorizzazione e del conferimento in discarica.
Sempre nella prospettiva della Regione, l’impianto ENI, di produzione di carburanti rinnovabili da rifiuti, CSS e Plasmix, può rappresentare una risposta importante per la Toscana, unito alla decisione di escludere la realizzazione di nuovi impianti di incenerimento in nuovi siti, puntando solo sui revamping degli impianti esistenti. Sono previsti poi sei nuovi impianti per la biodigestione anaerobica, nei quali conferire circa 600mila tonnellate l’anno di rifiuti organici che rappresentano attualmente oltre il 40% di tutti i rifiuti urbani prodotti.
Se da un lato condividiamo che la Toscana debba organizzare una propria autonomia nell’intero ciclo dei rifiuti, riteniamo altresì che per la scelta della localizzazione degli impianti debba seguire criteri di ottimizzazione ambientale ed economica da una parte e di equilibri territoriali e di compensazione dall’altra. Questo per evitare sollevazioni locali dei cittadini che spontaneamente non gradiscono “la spazzatura nel proprio giardino”.
Premesso tutto ciò, riteniamo utile evidenziare quanto segue:
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pieno sostegno al salto di qualità nella prevenzione e nella raccolta.
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Necessità di riutilizzare al massimo ciascun tipo di rifiuto prodotto/differenziato in armonia con l’auspicata economia circolare per incamminarsi nel tempo verso rifiuti “0”: è il futuro ambientale su cui non possiamo distrarci per un preciso obbligo verso le prossime generazioni.
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Attenzione e promozione della ricerca e dei progetti innovativi industriali volti a generare la suddetta economia circolare. È fondamentale creare i presupposti per un utilizzo sostenibile ed ottimale della raccolta e, in particolare, trovare soluzione all’enorme problema del secolo, quella della plastica.
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Considerato che non tutti i rifiuti da differenziata sono rigenerabili con processi meccanici a freddo, avremo, comunque, bisogno di nuovi impianti tecnologicamente avanzati per ottenere il massimo recupero derivanti dalla raccolta differenziate: oltre gli impianti per l’umido, quelli per riciclaggio della carta come del vetro o recupero dei metalli e ovviamente quelli per il recupero delle plastiche.
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Nel caso della plastica non riciclabile (Plasmix) e del residuo secco dal trattamento meccanico biologico, una delle possibili soluzioni è il gassificatore proposto da ENI (andrebbe a gestire 200 Kton/anno di rifiuti indifferenziati) che al termine del suo ciclo produttivo è previsto che emetterà 150 Kton/anno di CO2 ad elevata purezza e riutilizzabile a livello industriale senza emettere Nox, SOx particolato e diossine; per le acque reflue è previsto un trattamento biologico utilizzando l’impianto in essere con tutti i controllo previsti. Al contrario del termovalorizzatore che, a parità di lavorazione, andrebbe a produrre 400 KTon/anno di CO2 (non recuperabile), 150 ton/anno di NOx e 3,5 ton/anno di SOx oltre a particolato e 30mg/anno di diossine. Nel caso dei residui in entrambi i casi se ne produrrebbero c.a. 25KT/anno ma nel caso del gassificatore i rifiuti sono totalmente inerti e non inquinanti mentre nel caso del termovalorizzatore tossici e nocivi.
Pertanto, l’impatto ambientale risultante si presenterebbe molto ridotto; nel caso delle emissioni di CO2 stimato oltre il 90% inferiore rispetto all’attuale configurazione alternativa del termovalorizzatore, producendo, inoltre, 100 ton/anno di Metanolo per autotrazione.
L’investimento stimato è dichiarato a 250 mil/€ con una ricaduta occupazionale medio annuo di 300 persone per tutto il periodo di costruzione e di circa 60 unità tra dipendenti diretti e terzi durante il normale esercizio di produzione. Da segnalare che logisticamente l’impianto costruito all’interno della raffineria beneficerebbe di tutte le utilities già disponibili (H2O, Vapore, Elettricità, sevizio antincendio, trattamento biologico acque effluenti, ecc…) e del collegamento ferroviario da utilizzare per i conferimenti dei rifiuti in ingresso.
Di rilievo, inoltre, che la procedura presso il Ministero dell’Ambiente di messa in sicurezza dell’area destinata al nuovo impianto risulta in fase di approvazione, procedura propedeutica all’intervento della Regione.
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La Regione Toscana ha necessità di smaltire oltre 400 Kton/anno di rifiuti indifferenziati, al momento in attesa di collocamento e si trova a gestire il grosso problema politico legato al trattamento e collocamento dei rifiuti della Piana fiorentina, dopo lo stralcio del progetto del nuovo inceneritore di Case Passerini. Con la realizzazione del progetto Eni a Stagno troverebbe risposte sostenibili e grazie al previsto trattamento, otterrebbe, altresì, la piena sintonia con la valorizzazione di prodotto altrimenti destinato appunto all’incenerimento.
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Dal punto di vista della prospettiva ambientale complessiva del territorio che ruota intorno a Stagno, è fondamentale che la situazione post dell’eventuale investimento Eni sia migliorativa rispetto a quella attuale sia dal punto di vista delle emissioni atmosferiche, che di quello dell’inquinamento acustico ed di quello legato alle maleodoranze, come rilevato nel recente rapporto Arpat e dai cui emerge che Eni, tra l’altro, ha già installato volontariamente sistemi di convogliamento e di abbattimento di emissioni dell’attuale raffineria.
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Se l’attuale impostazione dell’ENI sul nuovo gassificatore sopra descritta trovasse conferma e rafforzamento nel progetto definitivo del nuovo impianto, contando sulla chiusura compensativa di una linea di raffinazione, avremo una situazione ambientale chiaramente migliorata.
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Se poi si concretizzasse anche la chiusura del termovalorizzatore del Picchianti, avremo una situazione ambientale territoriale ulteriormente migliorata se pur parzialmente mitigata dal nuovo impianto per l’umido di cui non si conoscono le previste caratteristiche ambientali.
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Il recente annuncio del Comune di Livorno di tale nuovo impianto al Vallin dell’Aquila presenta una serie di aspetti da chiarire: 1) perché si sottrae un impianto previsto a Capannoli garantendo tariffe di favore? 2) si creano le premesse di analogo accordo con Alia per l’indifferenziata? 3) lo si vuole fare a pochi chilometri da quello omogeneo di Scapigliato; 4) se destinato a produrre biogas quale sarebbe il collegamento con la rete Snam; 3) se Aamps prevede una riduzione di costi di conferimento logistici dell’umido importante, cosa prevede per l’indifferenziata? Il collocamento al nuovo impianto Eni? 5) è stata valutata l’ipotesi industriale di fusione Aamps/Rea?
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Certamente da non trascurare, inoltre, la considerazione che siamo in un’area di crisi complessa che è destinata fra l’altro a subire in modo accentuato gli effetti negativi del contagio: ben vengono posti di lavoro conseguenti ad investimenti territoriali di società italiane di primissimo livello!
La fondamentale occupazione diretta e indiretta legata alla presenza industriale di Eni a Stagno troverebbe consolidamento e motivo di ulteriori investimenti in proiezione di una successiva conversione bio della raffineria! Al contrario è stato valutato il possibile abbandono del sito da parte di Eni?
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Nulla poi vieta nella negoziazione di inserire altri elementi di compensazione territoriale da richiedere alla stessa Eni quali ad esempio le riduzioni delle bollette per i residenti grazie a tariffe di conferimento dei rifiuti privilegiate dalla stessa Aamps.
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Altro aspetto fondamentale legato al progetto Eni è quello dell’afflusso dei rifiuti da tutta la Toscana. Al di fuori di quello dell’Aamps da far affluire da via Enriquez, dovrebbe avvenire esclusivamente per ferrovia. Il già intenso traffico veicolare dell’area non può certo permettersi un camion aggiuntivo per via dei tassi d’inquinamento già presenti. Di qui l’impegno della Regione Toscana che Italia Viva proporrà al nostro candidato Giani, di realizzare la Fi-Pi-Li ferroviaria su cui convogliare rapidamente anche i rifiuti Revet. Opera di grande importanza per il territorio e di compensazione da realizzare in luogo del previsto by-pass di Pisa, con gli importanti benefici non soltanto civili ma anche legati al traffico merci di provenienza portuale e dall’Interporto.
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Concludendo, possiamo affermare che le tecnologie di gassificazione ad elevata temperature come proposto da ENI, alternative alla combustione diretta, si presentano come valide soluzioni commerciali, industriali e ambientali al classico inceneritore. Nello specifico è fondamentale che la Regione verifichi la solidità progettuale sia economica che ambientale e ponga in essere i processi di partecipazione. Italia Viva in tal caso è favorevole.