Giorno della Memoria: sindaco, prefetto e presidente della comunità ebraica ricordano la shoah
Livorno 28 gennaio 2020 – Ieri, la pioggia ha accompagnato la cerimonia di deposizione della corona e l’omaggio alle vittime della Shoah al cimitero ebraico di Livorno, come se il cielo si unisse al ricordo, con lacrime tristi. Alla presenza del sindaco Luca Salvetti, del Presidente della comunità ebraica livornese Vittorio Mosseri, del Vescovo Simone Giusti e delle autorità civili e militari cittadine, si è letta una preghiera e accesa una candela per i defunti. Il rabbino ha ricordato le condizioni di vita degli ebrei nei campi di concentramento e l’immenso odio di cui è stato vittima il popolo ebraico. Le celebrazioni per il giorno della memoria sono proseguite nella sala cerimonie della Prefettura. Nel grande salone, ad attendere gli ospiti, gli studenti della terze classi della scuola media secondaria di primo grado “Giovanni Bartolena”, che hanno letto riflessioni sulla shoah e si sono esibiti in una rassegna musicale. E’ stato il Prefetto il primo a parlare rivolgendosi al pubblico e ai giovani presenti nel salone. Ha citato gli articoli della Costituzione, il 2, il 3 e il 4 che ricordano: la garanzia dei diritti inviolabili dell’uomo, la pari dignità sociale e davanti alla legge, senza distinzioni di sesso, razza e religione e la libertà di tutte le confessioni religiose. Ha inoltre ricordato i Giusti tre le Nazioni italiani. Il termine Giusto tra le Nazioni è stato utilizzato per indicare i non ebrei che hanno agito in modo eroico a rischio della propria vita e senza interesse personale per salvare anche un solo ebreo dal genocidio nazista.
Il Sindaco Salvetti rivolgendosi ai giovani studenti ha ricordato il “bene che alcune persone, livornesi, hanno saputo donare, nonostante l’odio e il razzismo fossero parte integrante della società. Ricordo il poliziotto Mario Canessa, Medaglia d’Oro al Valor Civile e Giusto tra le Nazioni di servizio al confine con la Valtellina, che con coraggio e sprezzo del pericolo ha accompagnato clandestinamente in Svizzera e messo in salvo centinaia di persone, fra le quali moltissimi ebrei mettendoli al sicuro dal rischio di finire in lager nazisti o campi di sterminio come Auschwitz.” e ancora “Ricordo anche l’avvocato livornese Giovanni Gelati che ha salvato la vita a Piera e Arnoldo Rossi, figli del suo amico ebreo Cesarino. Per questo è stato dichiarato, insieme alla moglia Lydia Cardon, Giusto tra le Nazioni.”
Non sono mancate parole per Frida Misul “sopravvissuta allo sterminio e una tra le prime deportate a riportare in un memoriale le atrocità dei campi di concentramento” ha proseguito il Sindaco e per “Isacco Bayona, ultimo testimone diretto labronico della Shoah, sopravissuto al campo di sterminio di Auschwitz e nel 2010 decorato con la medaglia d’oro conferita dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano nel giorno della memoria, per la sua attività di testimonianza”. Il Sindaco ha parlato anche delle pietre di inciampo collocate nei marciapiedi della città e ha messo in guardia i giovani dai nuovi mezzi di comunicazione, “che non sono da demonizzare “ ha detto “ma da osservare con attenzione, perchè possono trasformarsi in mezzi di predicazione di odio e di intolleranza”.Dopo il Sindaco ha preso la parola il presidente della comunità ebraica livornese Vittorio Mosseri che ha evidenziato il temibile riaffiorare in Europa e negli Stati Uniti, dell’antisemitismo e la necessità di non sottovalutare l’odio diffuso e dilagante. Se questo non accadesse, ha proseguito Mosseri, sarebbe una sconfitta per i milioni di persone perbene e per tutti coloro che credono nei valori democratici. Ha terminato la serie di interventi il professor Claudio Vercelli, docente di storia contemporanea presso l’Università Cattolica di Milano.