Cronaca 7 Febbraio 2020

Giuseppe Gaimari: 1000 Km in bici dalle isole Lofoten a Capo Nord, 2° report di viaggio

Il diario di viaggio di Giuseppe Gaimari – Report 02 

 

Giuseppe Gaimari 1000 Km in bici dalle isole Lofoten a Capo Nord, 2° report di viaggio

Giuseppe Gaimari 1000 Km in bici dalle isole Lofoten a Capo Nord, 2° report di viaggi

Livorno 7 febbraio 2020 –  Å i Lofoten
La giornata a Bodø si conclude alle 17 30 con l’arrivo del traghetto, la poca luce che filtra attraverso le nuvole si dirada, lasciando che le banchine vengano inghiottite prima da un crepuscolo deciso, poi dall’oscurità più fitta.

Parcheggiata l’auto in stiva, ci dirigiamo a prua
scorgere la nave tagliare le onde dei mari del nord.
Purtroppo dopo le 18 30 l’oscurità comincia già tingere di nero le onde, il cielo coperto senza stelle,
il mare scuro, ci hanno restituito uno spettacolo veramente emozionante. La terrazza della nave
ricoperta di neve e di ghiaccio incrostato faceva da contrappunto ad un mare nero, che ci ha
avvolto in un oscurità tetra ed informe.

Ci siamo affacciati alla ringhiera per goderci questo meraviglioso spettacolo. Intanto il pensiero ha cominciato a rivolgersi alla cosa più importante, la condizione tecnica della bici dopo il volo, ancora smontata all’interno del flight case, certamente tre scali, tre carichi e tre scarichi non potevano aver giovato alla sua struttura. Ma abbiamo cercato di non pensarci.

Siamo scesi dal traghetto col mezzo di supporto, e siamo andati alla ricerca della bunkhouse che ci avrebbe ospitati per la notte, situata a Å i Lofoten nella municipalità di Moskenes, iniziamo questa impresa in un paese che si chiama “Å”, in pratica un luogo fatto per iniziare qualcosa.

Il suo nome significa in norvegese “piccolo fiume”, ma riveste anche un altro, doppio, significato: è sia l’ultima lettera dell’alfabeto norvegese che l’ultima città delle Lofoten raggiungibile seguendo la Strada Europea E10, oggi chiamata in quel punto “Strada di Re Olav”.

Non è stato semplicissimo trovare la reception, perché al nostro arrivo alle 20 e 18 era già chiusa
(!) e nessuno ci aveva dato alcuna indicazione su come raggiungere le camere, ne tantomeno al
telefono ne per email (nessuno ci avrebbe risposto!).

La guest house era disseminata in tante piccole casette di legno, lungo il corso del fiume,
attraversata da ponticelli e ricoperta dalla neve, dopo alcune di ricerche in mezzo alla neve fresca,
abbiamo letteralmente occupato una casetta, la cui porta era stata lasciata aperta e
fortunatamente era riscaldata, così abbiamo iniziato il rito più importante di questa spedizione;
abbiamo cominciato a spacchettare la bici, come potete immaginare trattandosi di una gravel di
ultima generazione, seppur molto resistente ed estremamente tecnologica, se danneggiata,
difficilmente avremmo potuto trovare pezzi di ricambio per aggiustarla, e avrebbe potuto venir
danneggiata seriamente nel corso di tre trasbordi.

Purtroppo così sembrava, il manubrio risultava leggermente piegato all’altezza del corno del freno, con un po’ di pazienza Giuseppe ha sistemato tutto.

Dopo un ora di lavoro certosino la bici erariassemblata ed in perfetta forma. Giusto il tempo per mettere in carica tutti i device (dal cambio, torcia anteriore, posteriore, il gps), poi un toast integrale, uova, zucchine, zenzero, yogurt, un the, un occhiata alle previsioni del tempo che sembrano ottime ben +3° come massima -1 di minima, venti a 24Kmh, seppur il rischio precipitazioni sia intenso (90%), dopodichè a letto.

La sveglia ha suonato molto presto, abbiamo trovato un fiordo ghiacciato sotto le fondamenta della casa, uno spettacolo di una bellezza accecante. Al mattino con la prima luce abbiamo scoperto di aver dormito su di una costruzione sull’acqua! Una palafitta, seppur ultramoderna. Il rito della vestizione ha comportato una buona mezzora così la ricca colazione, ed il riporre gli oggetti nelle valige.

Un paio di video che abbiamo postato sulle pagine di Gaimari, un pensiero alla Nostra città
ed all’orgoglio di Giuseppe di poterla rappresentare in questa impresa, e che l’avventura abbia
inizio! Alle 8 05 ero in sella alla bici sotto una pioggerellina fitta, ma un temperatura relativamente
alta 4 gradi!

Ecco, quando si dice che il riscaldamento globale sta devastando gli equilibri climatici
di questo pianeta. E’ tutto vero, cento anni fa in febbraio qui si crepava dal freddo! Mai come prima è importante fare qualcosa. Andare in bici per esempio!