Guerra: pasta e grano aumenti record, l’Italia importa il 60% del fabbisogno
Prezzi, Assoutenti: con guerra quotazioni grano sfiorano +40%, in arrivo aumenti dei prezzi per pane, pasta, crackers, biscotti e dolciumi
Dati Ismea confermano allarme di consumatori e produttori.
Dopo bollette e benzina, si temono speculazioni su listini; come Italia importiamo circa il 60% del fabbisogno
La guerra in Ucraina ha fatto schizzare alle stelle le quotazioni del grano, che dall’inizio del conflitto hanno subito un aumento che sfiora il +40%.
L’andamento al rialzo confermato anche dai dati Ismea, e che sta interessando altre materie prime come mais e soia.
Lo afferma Assoutenti, che lancia oggi l’allarme sui listini al dettaglio di una moltitudine di prodotti venduti in Italia, smentendo con i dati ufficiali le informazioni errate rese nei giorni scorsi da alcune piccole unioni dei consumatori che avevano negato la possibilità di rincari nel nostro paese.
“All’incremento delle quotazioni delle materie prime in atto si aggiungono i maggiori costi energetici in capo alle attività produttive causati del caro-bollette; i costi di trasporto enormemente aumentati per effetto dell’escalation di benzina e gasolio – spiega il presidente Furio Truzzi –
Tutti fattori che, sommati, influiranno nelle prossime settimane sui prezzi al dettaglio di numerosi prodotti venduti in Italia, dalla pasta al pane, passando per crackers, biscotti, dolciumi”.
“In tale contesto rischiano di inserirsi nei vari passaggi della filiera speculazioni finalizzate a sfruttare il conflitto in Ucraina per ritoccare da subito i listini dei beni venduti in Italia. – prosegue Truzzi –
Tutto ciò potrebbe portare a rincari dei prezzi al dettaglio compresi tra il 15 e il 30% per beni come pasta e pane
Il Governo farebbe bene a dare ascolto ai dati ufficiali Istat e Ismea che certificano gli aumenti e agli allarmi di consumatori e produttori circa gli imminenti incrementi dei listini al pubblico”.