“I docenti di religione cattolica precari sono i più bistrattati dal DL Scuola”
La denuncia/appello arriva da Michela Senesi e Elena Bardelli del Dipartimento Regionale Toscano Scuola di Fratelli d’Italia “Fdi aveva chiesto che i docenti di religione venissero equiparati a tutti gli altri docenti precari”
Firenze 12 gennaio 2020 – “I docenti di religione cattolica precari risultano una delle categorie più bistrattate dal Dl Scuola varato dall’attuale governo e diventato legge dopo il voto del Senato. È stato approvato anche al Senato l’emendamento Toccafondi, che prevede per i circa 15mila docenti di religione senza ruolo, in maniera discriminante rispetto a tutti gli altri precari della scuola, un concorso ordinario con una quota riservata del 50% dei posti disponibili a coloro che hanno almeno tre anni di servizio, la quasi totalità degli insegnanti, che hanno decenni di insegnamento alle spalle, molti dei quali rimarranno così per sempre senza stabilizzazione. Fratelli d’Italia, sia alla Camera che al Senato, aveva chiesto che i docenti di religione venissero equiparati a tutti gli altri docenti precari, per la sistemazione dei quali la normale procedura prevede il concorso riservato a fianco di quello ordinario -dichiarano Michela Senesi e Elena Bardelli del Dipartimento Regionale Toscano Scuola di Fratelli d’Italia- Alla Camera, i parlamentari Fdi, avevano proposto la partecipazione anche degli insegnanti di religione alla procedura concorsuale straordinaria. C’era da aspettarselo che le associazioni di categoria e i sindacati intraprendessero vie legali contro la disparità di trattamento: i docenti di religione sono insegnanti specializzati, la cui dignità e professionalità non può essere calpestata. Fratelli d’Italia è a fianco di questa categoria di docenti e anche di tutti quei docenti che il DL Scuola ha clamorosamente penalizzato, ovvero i docenti delle Scuole Paritarie e dei percorsi di Formazione Professionale, che sono stati esclusi all’interno del concorso straordinario dalla possibilità del ruolo, e i docenti magistrali abilitati senza laurea, esclusi addirittura dal concorso”.