“Il progetto del nuovo ospedale, così come presentato, non convince”
La nota critica del consigliere regionale Monica Pecori
Livorno – “La presentazione in Consiglio comunale, nei giorni scorsi, del progetto “nuovo ospedale a Livorno” già illustrata “a spanne” nella DGRT 330/19 e “raffinata” dall’esposizione dei dirigenti Usl, non convince.
Non convince l’abbandono definitivo, mai motivato (nemmeno sul destino dei finanziamenti già erogati, come a mia richiesta in un’interrogazione del febbraio scorso, rimasta ovviamente senza risposta) del “piano Mariotti”; piano a cui si continua a dare seguito,come evidente nelle recenti ristrutturazioni del secondo padiglione-medicina e primo padiglione-polo oncologico (ancora in itinere).
Non convince l’ipotesi di un nuovo monoblocco “incastrato” all’interno del perimetro già esistente che sacrifica, tra gli altri, il reparto di nefrologia ed emodialisi, che ha al suo interno il costosissimo sistema di depurazione osmotica dell’acqua destinata all’emodialisi; non convince l’abbattimento di Villa Graziani, quel concetto di “casa” indispensabile alla tipologia di utenti alla quale è destinata, con gli spazi verdi del suo giardino.
Non convince la descrizione del monoblocco, “monca” del contenuto di offerta sanitaria ma certa di una percentuale di posti letto/abitanti ancora inferiore alla media toscana, con l’ipotesi tutt’altro che rosea del permanere nell’insufficiente offerta attuale.
Non convince il sacrificio di oltre 6.000 mq di verde del parco Pertini e non convince la totale assenza di prospettiva i merito ai servizi che saranno destinati all’alienazione e che non trovano, nelle carte, alcuna soluzione di ubicazione sostitutiva.
All’articolo 3 della DGRT 330/19 si legge:
“Quale contributo finanziario a tutti gli interventi necessari per l’entrata in vigore del nuovo presidio ospedaliero di Livorno, la Usl Nordovest procede alla dismissione dei seguenti immobili (…):
nuovo centro di salute mentale Frediani di Via Venuti e palazzina di continuità assistenziale;
uffici e ambulatori del Dipartimento Prevenzione di Borgo san Iacopo;
uffici e ambulatori di Medicina legale di Via della Bastia;
ex uffici di Piazza Attias;
Via degli Asili;
Sert di Via T. Scali;
2 fondi vuoti in Via del Littorale 238;
ex centro di salute mentale Frediani e laboratori di salute mentale in Via del Mare 90-84;
ex presidio di Via S. Francesco;
Villa Rodocanacchi e pertinenze”
Ovviamente, nessun riferimento alla destinazione futura dei servizi e degli uffici suddetti, compresi gli utenti (dei centri di salute mentale) e dei lavoratori dei medesimi, compresi quelli del Dipartimento Prevenzione; inoltre, gli ex uffici di Pazza Attias e Villa Rodocanacchi (villa seicentesca con 11 ettari di parco inaccessibile e abbandonato da anni), sono già stati oggetto di aste pubbliche andate deserte in più occasioni.
In sostanza quindi, mentre gli esponenti aziendali in Consiglio Comunale assicurano l’erogazione da parte della Regione di 260 milioni (ancorché assenti in atti regionali) si ipotizza, a finanziamento dell’opera, la vendita di immobili già oggetto di aste andate deserte per anni e di immobili attualmente occupati da utenti ed operatori sanitari.
Un’opera quindi che non convince per la totale assenza dei contenuti essenziali, quali la descrizione dell’offerta sanitaria che sarà realizzata e la perenne assenza di condivisione con la cittadinanza e con gli operatori sanitari ed i loro rappresentanti; un metodo ahimè privo di soluzione di continuità tra vecchia e nuova amministrazione.
Sullo sfondo, anzi, in primo piano, restano i problemi irrisolti di prestazioni sanitarie insufficienti, causa di gestione perennemente in affanno, regionale e locale”.
Monica Pecori