“Import/Export”, il progetto europeo di Performance Art parte da Livorno verso Berlino e Belgrado
Dal 18 al 23 settembre il progetto Creative Europe, nato dal collettivo di 6 curatori con la collaborazione di mo-wan Teatro, animerà la città di Livorno con workshop, residenze e attività; 10 opere dal vivo di respiro internazionale, 2 serate di performance aperte a tutti in Fortezza Vecchia
Livorno, 13 settembre 2023 – “Import/Export”, il progetto europeo di Performance Art parte da Livorno verso Berlino e Belgrado
Parte da Livorno la prima tappa del progetto europeo di Performance Art “Import/Export Creative Europe” che approderà anche a Berlino e Belgrado. Dal 18 al 23 settembre workshop, attività, opere dal vivo di artisti internazionali e perfomance aperte a tutti nella Fortezza Vecchia di Livorno e in vari luoghi della città.
L’iniziativa ha ottenuto il patrocinio e il contributo di Regione Toscana, Comune di Livorno e Fondazione Livorno.
Import/Export è realizzato da un collettivo di sei artisti che sono anche cofondatori del progetto: Maria Novella Tattanelli, Tiina Lehtimäki, Enrico L’Abbate, Aleksander Zain, Sharon Estacio, Darius Bogdanowicz, in collaborazione con Mo-Wan Teatro di Livorno, Flugraben e.V. di Berlino e U10 Art Collective di Belgrado.
Il programma dell’iniziativa è stato presentato martedì 12 settembre, nella Sala delle Cerimonie del Palazzo Comunale. Sono intervenuti, tra gli altri, Simone Lenzi assessore alla cultura del Comune di Livorno, Luciano Barsotti presidente di Fondazione Livorno, Maria Novella Tattanelli coordinatrice artistica di Import/Export, Enrico L’Abbate che ha portato i saluti di Alessandro Brucioni e Claudia Caldarano di Mo-wan Teatro e organizzatori di Import/Export, assenti perché impegnati in un festival fuori regione.
IMPORT/EXPORT porta l’esperienza collettiva di 130 artisti di performance internazionali in potenziali spazi per la Performance Art. Dieci opere dal vivo di respiro internazionale, due serate di performance aperte a tutti in Fortezza Vecchia.
Il progetto si articola in due sezioni complementari: IMPORT ed EXPORT.
IMPORT
è un evento caleidoscopico, due giorni di Performance Art che venerdì 22 e sabato 23 settembre, a partire dalle ore 18.00, stravolgerà lo spazio della Fortezza Vecchia con nuove prospettive, grazie alle opere dal vivo di 10 artisti di vari paesi che daranno voce al Presente in performance che riflettono sui grandi temi di questo Millennio: Ambiente, Donne, Maternità, Diritti, Libertà.
EXPORT
è la programmazione di workshop, simposi e attività a ingresso libero che dal 18 al 23 settembre si terranno in vari luoghi di Livorno con artisti e curatori.
Per creare un dialogo che arricchisce la ricerca degli artisti, generando contenuti per nuove performance, in modo che ogni evento non sia isolato, ma connesso in una comunità in continua crescita ed evoluzione.
Si parla di linguaggio performativo, documentazione e narrazione della performance, uso della musica e del processo creativo con Pietro Gaglianò, Federica Coseschi, Ivana Ranisavljević, Alireza Ostovar.
Ogni sera dal 19 al 21 settembre alle ore 22.00 Carico Massimo in Afterhours offre uno spazio di incontro all’interno di FRASCA, lo spin-off conviviale dell’associazione che al termine delle attività previste apre alla comunità internazionale e locale per continuare lo scambio e la condivisione delle esperienze fatte.
IMPORT/EXPORT è un progetto transnazionale basato sulla pratica, che accende lo scambio culturale con nuove comunità, attraverso opere d’arte dal vivo e incoraggiando solide partnership internazionali, da queste esperienze nascerà un manuale curatoriale, che sarà pubblicato e distribuito alla fine di questo primo ciclo del progetto (2026).
Entrando nel vivo del programma IMPORT, la due giorni di Performance Art ospita 10 artisti che adattano le loro opere dal vivo allo spazio della Fortezza Vecchia, come nel happening Gold Diggers di Danaï Galeou e Darius Bogdanowicz (Grecia / Spagna e Belgio), un gioco partecipativo, dove si corre dietro al sole che tramonta, osservandolo da varie prospettive fino al suo scomparire dietro al Porto di Livorno.
Tra gli altri artisti troviamo l’iraniano Alireza Ostovar in Picture of Resistance, una serie di performance dedicate a tutte le donne iraniane oppresse che lottano per la libertà di parola, di opinione, di espressione e di vestirsi (hijab). il serbo Aleksander Zain in Acta Distantiae 2. 18, parte dalla quantità di tempo pre-contabilizzata da Google Maps per il percorso a piedi da Venezia a Livorno, per riflettere sul tema della strada, l’andare e il rimanere, in dialogo tra forma d’arte e rapporto spazio/tempo.
Il polacco Rascal Black in Scheletro della vita sul riutilizzo dei rifiuti e come dar loro nuova vita, si ispira allo stilista Alexander McQueen e alla performance Rhythm 0 di Marina Abramović, e dà al pubblico la possibilità di scegliere e comporre il proprio abito utilizzando i rifiuti locali trovati nell’area di Livorno.
L’italiano ma residente a Berlino, RILABEN in Fallen Bird, presenta una performance simbolo del cadere e del controllo, un sottotema di tutta la campagna di comunicazione di IMPORT/EXPORT, posizionandosi in vari punti della Fortezza, affronta temi come solitudine, accoglienza e diversità, l’osservatore viene messo di fronte alla metafora del sé e dell’altro da sé, in una performance dall’immaginario Queer.
In In the name of the mother and the daughter della serba Ivana Ranisavljević si svela la percezione dell’artista sul patriarcato e le sue restrizioni imposte alle donne che diventano madri.
In Heaven Spot, Florence Lam (Canada – Hong Kong) si riferisce alla cultura dei graffiti, incidendo un pezzo di rottame d’auto in una performance senza limiti di tempo, per rappresentare la distruzione dei rapporti umani.
Si aggiunge l’installazione site-specific Una Fantasmagoria di Maria Larocca – immaginata, in questa occasione, per la Torre della Fortezza Vecchia – che può ammettere la sosta, il riposo, il silenzio, l’ascolto, il sonno; mentre in Anonima di Cecilia Ventriglia in collaborazione con Davide Calvaresi, si affronta la dualità essere umano e divino cercando un contatto tangibile con ciò che c’è ma non si vede.
Infine le sepolture viventi di Marta Capaccioli e Lucrezia Palandri in Dreams about dying_funeralia diventano una celebrazione luminosa e vitale sul dire addio e sul processo di trasformazione del dolore della perdita.