In mostra opere policrome luminose del maestro Renzo Sbolci
Livorno 18 marzo 2022
Dal 19 marzo, per la durata di tre mesi, sono presenti nei locali della Lugano Immobiliare in Via Marradi 166 a Livorno, i lavori del maestro Renzo Sbolci (Livorno 1947) poliedrico artista e letterato, opere policrome luminose e composizioni su tavola vibranti e vorticose.
Renzo riesce a trasformare scultura in pittura e dominare la materia inerte col segno ora graffiante ora carezzevole e con l’energia del colore vera e propria linfa vitale… gli accostamenti cromatici sono come sferzate che spesso debordano dai confini tracciati dai segni e a volte danno spessore e volume invece al disegno trasformandolo in bassorilievo. (Massimiliano Sbrana).
Sbolci dice di sé:
“la mia ricerca è sempre stata improntata alla realizzazione di un equilibrio all’interno di una situazione dinamica. Nulla è immobile nulla è definitivo nulla è perfetto ogni opera per me rappresenta solo un passo nel mio cammino che non ha la pretesa di desiderare di raggiungere una meta precisa. Non ho mai dato titoli precisi alle mie opere perché non voglio influenzare l’emozione del pubblico.”
Luigi Fusco traccia la personalità di Sbolci come “contro-tendenza” cioè una figura che agisce nell’ombra, ma sa emergere dalla stessa attraverso lo svelamento dei propri lavori; al contempo impegnata in un’investigazione continua che lo conduce verso risultati creativi sempre più originali e quindi mai scontati per quanto concerne il singolo dato compositivo. Solo l’artista proprio perché in “contro-tendenza” può assurgere alla dimensione onirica e sentirsi un diretto ascendente di un Dio, di un mito o di un pianeta, forse proprio di quel Saturno dalla cui influenza malinconica sono nati, nel corso dei secoli, i più grandi geni dell’arte nazionale e internazionale.
Renzo Sbolci nasce a Livorno nel 1947 dove fin da piccolo è appassionato di colori e disegni, studia al liceo artistico e segue tre maestri che dettero la spinta alla Sua ricerca: Marcello Sardelli, Voltolino Fontani e Gianfranco Ferroni dal quale recepì la necessità della meditazione per cercare un messaggio più profondo. Abbandonato il figurativo per la l’astrazione si dedicò a una pittura materica e gestuale attraverso la quale, negli anni, ha sperimentato varie tecniche partecipando a mostre collettive e personali a Livorno e a livello Nazionale.
Lavora con il legno cercando di darne corpo, oltre che forma.