Inceneritore, PaP: “I dubbi sul referendum partivano già dal quesito stesso”
Potere al Popolo Livorno a proposito dell’interruzione della raccolta firme sul referendum inceneritore
“Si interrompe la raccolta firme per il referendum, non capendo realmente a cosa volesse portare, non ci sorprende il fatto di essere arrivati a tale conclusione; soprattutto dopo il voto in consiglio che prevede lo spegnimento per ottobre 2022 dell’impianto del Picchianti. Non per questo c’è da abbassare la guardia, anzi!
Ma i dubbi sul referendum a nostro avviso partivano già dal quesito stesso.
Un referendum così impostato rischiava di disorientare, più che aiutare a comprendere argomenti di per sè complicati e complessi, a volte anche per gli addetti ai lavori.
La lunga disamina nel quesito e la proposta industriale ci era sembrata fin troppo specifica; non ci interessa sapere chi avesse voluto che fosse scritta così, quali soggetti avrebbero avuto interesse alla costruzione di un simile impianto TMB enorme per trattare 650 tonnellate di spazzatura al giorno, ma sicuramente questa non è l’idea che portiamo avanti.
Per prima cosa in un referendum i cittadini devono essere messi in condizione di avere le maggiori delucidazioni possibili, nella maniera più chiara e semplice già nel momento della raccolta delle firme, senza questi elementi si rischia di fare ben altro se non addirittura disinformazione.
Crediamo che le decisioni complesse debbano essere prese da tecnici esperti, e un referendum che coinvolge i cittadini debba dare solo un indirizzo, una visione.
Come forza politica quindi mancando tali requisiti non ci è sembrato opportuno partecipare alla raccolta delle firme.
Sarebbe stato molto più utile una semplice domanda del tipo: “Volete che a Livorno sia presente un impianto di incenerimento dei rifiuti? Si, no.”
Questo sarebbe stato un quesito referendario importante per il futuro della città e al quale avremmo aderito volentieri partecipando alla raccolta firme”.