“Inceneritore, tra costi e ricavi in 7 anni perdite per 17milioni ripagate con aumento di tariffe ai cittadini”
Livorno 11 gennaio 2023 – “Inceneritore, tra costi e ricavi in 7 anni perdite per 17milioni ripagate con aumento di tariffe ai cittadini”
La posizione di Potere al Popolo Livorno sulla chiusura dell’inceneritore e sui lavoratori:
“È ormai nota la vicenda Aamps, che nasce da lontano ed è la vetrina a livello cittadino delle politiche dei Governi passati della città.
Infatti, sbaglieremmo di grosso, se pensassimo che Aamps sia una questione solo aziendale, importante ma circoscritta.
La storia della gestione “scellerata” di questa partecipata nasce dalle influenze del mondo politico, da sistemi chiusi su loro stessi e dalla volontà di fare del rifiuto e della sua gestione un prodotto ghiotto a tutti gli effetti.
Livorno nonostante l’alternanza di vari Sindaci e Giunte, negli ultimi quindici anni, ha mantenuto una strategia di smaltimento costosissima.
Gli inceneritori, oltre alla tariffa, hanno ricevuto per anni contributi pubblici dallo Stato. Questi ultimi, una volta venuti meno, come leggiamo nel piano di concordato, hanno creato dei buchi di bilancio: 3 milioni di euro all’anno!
Per questo tale perdita viene inserita tra le “cause principali” della crisi aziendale.
Poi, che si parlasse di Amministrazione e politica fuse insieme, laddove molti “confini” scompaiono, questo lo apprendemmo nuovamente, quando fu sottoposta l’entrata dentro il “contenitore” di Reti Ambiente, durante il dibattito in Consiglio Comunale.
Purtroppo rileviamo la condotta imperterrita e grave da parte di chi continua a propinare una narrazione falsata sui numeri dell’Inceneritore.
Ogni volta che si parla di inceneritore tutto diviene misterioso, infatti se facciamo delle comparazioni non riusciamo proprio a capire come l’Inceneritore di Pisa, gemello dell’impianto livornese poiché classe 1974, sia stato spento, a tutela della salute pubblica, nel giro di 5 mesi, nella primavera del 2018, dopo un parere del CNR, che attribuiva agli Inceneritori un danno ambientale superiore a quello dei siti industriali e del traffico veicolare.
Tutto questo senza che nessun dipendente perdesse il lavoro e avendo, l’anno successivo, una riduzione della TARI.
Per la nostra città questo comportò di dover aumentare la capacità massima di incenerimento, per smaltire anche i rifiuti pisani, fino a 98.550 tonnellate l’anno (rispetto alle 78.000 originarie) a tempo indeterminato, ma ancora oggi siamo qui ad interrogarci sul da farsi.
Ricordiamo che negli ultimi mesi ci sono stati molti momenti di incertezza per la situazione lavorativa degli stessi dipendenti Aamps, per il loro futuro che si deve intrecciare, secondo la nostra visione, ad un futuro di salute e di rigenerazione della città.
La chiusura dell’Inceneritore è il primo passo obbligato per poter iniziare a parlare compiutamente delle reali prospettive lavorative della città, che avrebbe occasione di dare spazio ad un nuovo sistema virtuoso, dentro e fuori dall’Azienda.
Si sbaglia di grosso, chi sostiene che la chiusura dell’impianto, con un vantaggio notevole sulla salute di tutti i cittadini che vivono in una città con un alto tasso di tumori e malattie, sia in contraddizione con gli interessi dei lavoratori.
A luglio Aamps ha fornito, a politici e sindacati, dati concreti su quanto ammontino i ricavi e i costi degli ultimi 7 anni di gestione di quell’impianto e risultano rispettivamente 59 mil di euro di ricavi e 76 mil di euro di costi, con una perdita complessiva pari a 17mil di euro.
Ma come sono state coperte queste perdite?
I cittadini devono sapere che sono stati proprio loro a ripianarle con i vari aumenti tariffari decisi nei vari anni, fino a quello sicuramente consistente deciso per finanziare il Concordato prefallimentare: +15% a partire dal 2016.
Vorremmo che l’Inceneritore non fosse più un mistero, ma diventasse responsabilità di tutti, a partire dall’Amministratore unico, dal Sindaco e dall’Assessora, affinché, una volta per tutte, si parli con i documenti alla mano, facendo chiarezza ed assumendosi le proprie responsabilità, come il ruolo prevede.
Non vorremmo che alcune posizioni e dichiarazioni esilaranti di alcuni rappresentanti ed aderenti del mondo del centrosinistra condizionassero questa partita.
Riteniamo impensabile, sarebbe gravissimo altrimenti, che non sia stata ancora fatta una valutazione seria sul mantenimento dei posti di lavoro e sulla loro riconversione.
A questo si aggiunge la questione annosa e problematica dei precari Aamps, ai quali dopo una serie di promesse da parte della dirigenza sono stati prorogati i contratti a tempo determinato, con una deroga peggiorativa alla legge, prolungandoli da 12 a 48 mesi, e inserendoli di fatto in un circuito che li ha precarizzati a vita nonostante il loro lavoro sia determinante per l’andamento della Società.
Oltre a questi lavoratori rimane aperta anche la vertenza per la reinternalizzazione dei lavoratori Avr che in questi anni sono sempre stati sotto ricatto ad ogni cambio di appalto e che oggi vedono ancora una volta messo in discussione il loro futuro.
Ci siamo sempre schierati a fianco dei Lavoratori e delle Lavoratrici in lotta e lo saremo ancora di più quando a far le veci del peggior padrone improvvisato e senza alcun progetto industriale troviamo un amministrazione Comunale e una Società pubblica.
Mancano ancora alla città, scossa da una discussione animata di grandi titoli ma poca sostanza, gli aggiornamenti e le conferme che nessun ricatto tra ambiente e lavoro verrà perseguito. Dobbiamo pretenderli!”