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Cronaca
17 Luglio 2018
Incidenti in porto, le reazioni a sinistra
Partito Comunista, Potere al Popolo e Sinistra Italiana
“Nell’ultimo weekend si sono verificati due incidenti di entità gravissima, che hanno coinvolto due lavoratori. Un ragazzo di 21 anni ha perso una falange e rischia la perdita di sensibilità a un dito, l’altro ha visto il suo braccio schiacciato da una ruota di un mezzo pesante.
Purtroppo è la stessa storia che si ripete troppo spesso negli ultimi tempi nell’ambito portuale, nonostante gli enti di controllo vadano fieri delle loro stime sulla sicurezza.
In nostra analisi (1) la frammentazione dei contratti lavorativi, (2) la quantità di privati che concorrono al profitto in ambito portuale, il tutto in onore della “competitività” (una parola carina che sottintende sempre maggiore SFRUTTAMENTO SUI LAVORATORI a scapito di salari e appunto sicurezza) sono le cause di questa situazione. Questi elementi agiscono materialmente riducendo le tutele di chi lavora, e in maniera più subdola mettendo in competizione i lavoratori, nella logica del “dividi et impera”.
Sono frutto di politiche attuate dai passati governi di centrodestra e centrosinistra (PD in primis), che con il Jobs Act hanno dato il colpo di grazia alle tutele nel mondo del lavoro; e che purtroppo sembrano in continuità col governo attuale, nonostante un timido cenno che è più fumo negli occhi che un buon auspicio: infatti col Decreto Dignità attualmente non cambieranno i rapporti di forza nei posti di lavoro sulla base di vere tutele e nuovi ordinamenti a misura di lavoratore, cambieranno soltanto i tempi di ricambio tra il grandissimo serbatoio dei disoccupati, che passeranno da avere una continuità occupazionale di al massimo 36 mesi ad al massimo di 24 mesi.
Mentre nel frattempo si reinseriscono i voucher. Dalla nascita della nostra sezione ad Aprile 2018 abbiamo avuto modo di verificare, partecipando ai vari eventi sulla sicurezza in porto e a quelli sindacali più rilevanti (come lo sciopero del 6 luglio), di come Autorità Portuale, Ispettorato del Lavoro ed ASL cerchino di mascherare le mancanze sulla sicurezza dovute ad un mercato cui la competizione è talmente alta da doversi rifare necessariamente sulla pelle dei lavoratori, dando campo alle pressioni dei padroni.
Infatti, nonostante i sindacati di base denuncino da anni l’inefficienza del sistema sicurezza, c’è letteralmente un “muro” tra le istituzioni e chi lavora, il quale si basa su “bracci di ferro” che vanno al di là delle leggi che dovrebbero garantire il normale svolgimento delle lavorazioni portuali. Ne sono una testimonianza i licenziamenti dei 5 lavoratori ALP.
A questo si aggiunge il problema della legislazione penale sulle inadempienze alla sicurezza da parte dei padroni: la quasi nullità delle pene in caso anche di morte di lavoratori ne è una dimostrazione, basta prendere come esempio i dati sulle condanne dei responsabili della morte di Dashnor Qallia, deceduto nel 2010 al suo primo giorno di lavoro nel Bacino Portuale.
Questi tristi eventi devono essere per i lavoratori TUTTI il segnale per rimettere in moto la loro coscienza. Sommato agli imprenditori locali che hanno carta bianca di poter fare letteralmente “cosa gli pare”, ci sta anche il fatto che finchè staremo nell’Unione Europea e negli accordi del libero mercato di scambio internazionale, ci saranno sempre più spesso grandi aziende finanziarie di cui non conosciamo né volti né nomi che premeranno sulle realtà locali (con la loro forte potenza economica) per fare profitto nella maniera che meglio si presta alla situazione, principalmente SULLA PELLE DELLE PERSONE come stiamo assistendo adesso.
Sicuramente la privatizzazione di Porto 2000 messa in atto negli ultimi giorni è una conferma di questo fenomeno sempre più incalzante. Per questo noi comunisti ripetiamo con convinzione le nostre parole d’ordine: FUORI DALL’UE, FUORI DALLA NATO PER IL SOCIALISMO”.
Partito Comunista, Sezione Livorno
“Due gravi infortuni sul lavoro in due giorni che potevano avere conseguenze anche peggiori. Due infortuni in porto. Entrambi al terminal Sintermar.
Un lavoratore di ALP ha rischiato di perdere un braccio 2 giorni fa. La stessa azienda che aveva visto il licenziamento di 5 lavoratori da parte del presidente Provinciali perché si erano opposti al fatto che altri lavoratori facessero un lavoro senza autorizzazione (e già questo la dice lunga sulla gestione del lavoro in porto e su cosa succede a chi si oppone a questo sistema). Ieri invece un lavoratore della Seatrag è rimasto schiacciato sotto un semirimorchio e ha perso i sensi. Poi per fortuna i soccorsi sono stati tempestivi e l’operazione in ospedale ha avuto successo.
E’ inutile che continuiamo a chiedere maggiore sicurezza sul lavoro, a piangere vittime e poi non cambia niente. I ritmi restano frenetici, il profitto vale più delle nostre vite.
Dobbiamo assolutamente rimettere in chiaro l’ordine delle cose: niente è così importante che non possa essere fatto in sicurezza. Il problema è che gli ultimi governi hanno cambiato le normative e i rapporti di forza tra datore di lavoro e lavoratore. La paura di perdere il posto è tanta, ed ecco che si accetta ogni richiesta del padrone.
Il governo e soprattutto i sindacati su questa cosa devono far sentire la propria voce perché non si può continuare a parlare sempre di fatalità. La fatalità va relegata all’impossibile, tutto il resto eve essere previsto e prevenuto.
Di lavoro si muore perché di precarietà si vive!”
Potere al Popolo
“In meno di 48 ore due incidenti fortunatamente non mortali hanno coinvolto due lavoratori al Porto di Livorno, serve perciò restare sul punto, senza abbandonarsi ai facili entusiasmi per un momento di grazia legato all’aumento delle attività portuali.
Esiste il rovescio della medaglia.
Aumentare il ritmo di lavoro significa guadagnare di più, ma questo non può accadere mettendo in pericolo la vita dei lavoratori che hanno uguali emolumenti, ma sono esposti a rischi sempre maggiori.
Le ricadute dovute alla frenesia di imbarco e sbarco vanno ben oltre le competenze, la formazione e la professionalità dei lavoratori portuali, già messe a dura prova dalla confusione sovrapponendo le attività in art. 16 e in art.17, che si gioca sull’affido del lavoro più a buon mercato per ottenere massima resa su minima spesa e questo non è accettabile.
In realtà il porto corre solo per chi ha tutto da guadagnare ma non si sporca le mani sulle banchine a lavorare.
Sinistra Italiana di Livorno è accanto ai feriti, sperando che vengano in fretta chiarite le cause dei due incidenti e augura la pronta e veloce guarigione ai due lavoratori.
Chiediamo al Sindaco di Livorno di stimolare AdSP, Sindacato e Associazioni imprenditoriali che hanno sottoscritto il vecchio Patto per il Lavoro nel 2012, di riconvocare con urgenza il tavolo per il lavoro del lavoro portuale, crediamo sia indispensabile capire quali misure si intendano adottare in merito alla questione legata al lavoro e alla sicurezza dei lavoratori portuali.
Mantenere appuntamenti a cadenza regolare con la partecipazione e la condivisione dei problemi legati alla portualità è fondamentale per sorvegliare una situazione che sta diventando sempre più allarmante e ingestibile per i rischi che si intensificano per i lavoratori.
Per tenere fede ad un impegno nei confronti della città e soprattutto del lavoro portuale come risorsa e bene da tutelare per lo sviluppo futuro delle competenze livornesi, la Federazione di Sinistra Italiana di Livorno, rivolgerà ai due Consiglieri Regionali di Sì Toscana a Sinistra Tommaso Fattori e Paolo Sarti, unici nostri riferimenti di rappresentanza regionale, la richiesta esplicita di presentare urgentemente un’interrogazione in Consiglio Regionale per il ripristino di opportuni strumenti di controllo non occasionali ma strutturali, connessi alla sicurezza del lavoro portuale, al rispetto delle regole e dei diritti dei lavoratori”.
Simona Ghinassi
Coordinatrice Sinistra Italiana – Federazione di Livorno