Incontro di Sinistra Italiana su lavoro, città e porto
Slittano i bacini e situazione statica con i lavoratori che hanno perso qualunque sostegno.
Riaprire un confronto costruttivo per il rilancio del lavoro e utilizzare al meglio il controllo del Parlamento sul Governo. Sinistra Italiana e la sua coordinatrice locale Simona Ghinassi hanno organizzato giovedì sera nel palazzo del Portuale un incontro sui temi dell’occupazione, la città e il futuro del porto. Ospiti del partito c’erano il segretario generale Cgil Fabrizio Zannotti, Marco Valtriani (CNA), Antonio Chelli (LegaCoop) e l’onorevole Stefano Fassina, il quale si è impegnato a presentare alla Camera alcune interrogazioni sui temi che emergeranno dal territorio di Livorno e Piombino. In platea anche Andrea Ghilarducci.
Fabrizio Zannotti ha fatto una panoramica sulla disoccupazione: soltanto nella provincia di Livorno sono 4450 i lavoratori in cassa integrazione, mentre sono circa 19500 quelli con un sostegno al reddito sui complessivi 85mila in Toscana, pari a un quarto. Soltanto a Livorno, 8000 di questi perderanno il sostegno entro l’anno. “La provincia era già entrata in crisi con la chiusura di Delphi e poi di Giolfo e Calcagno . Si è poi aggravata con la vertenza Eni e Trw”. “I nostri – ha proseguito il segretario Cgil – sono in gran parte lavoratori che per 30 anni hanno fatto un solo lavoro, hanno una bassa scolarizzazione, sono spesso over 45, e dispongono di ammortizzatori sociali totalmente cambiati. La tutela che hanno avuto quelli di Delphi non l’ hanno avuta quelli ex Trw, che sono ricaduti sotto la “naspi” che notoriamente è ricaricabile in un rapporto tra lavorato e fruibile di 2 a 1. Per gli under 50, inoltre, la mobilità è finita”. Nel 2015 era stato firmato un accordo di programma con impegni precisi, ma siamo in ritardo su tutto. Ci sono vincoli che allontanano le imprese e si delega a un soggetto terzo (Invitalia) la reindustrializzazione del territorio.
Altro elemento di preoccupazione: “Il nostro timore come Cgil è che tutte le decisioni si sposteranno al 2019. Slittano i bacini e situazione statica con i lavoratori che hanno perso qualunque sostegno. Sembrava che il Governo si impegnasse. Rischiamo due anni di stagnazione. Tutto ciò in un contesto dove non abbiamo tavoli di confronto con gli imprenditori e la politica. O il lavoro si difende tutti insieme o il territorio si perde”.
La coordinatrice di Sinistra Italiana Simona Ghinassi si è messa a disposizione per organizzare incontri aperti a tutti coloro che intendono dialogare nel merito dei problemi e delle soluzioni, con una particolare attenzione al rilancio del progetto “Piattaforma Europa” e ha annunciato che seguiranno a breve altri appuntamenti pubblici. Ha tuttavia espresso amarezza per l’assenza di Confindustria, che era stata invitata ma che ha declinato l’invito dicendo di non poter partecipare.
Era invece presente la CNA (Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa) con il direttore generale Marco Valtriani: “Sono due o tre anni che non siamo in grado di discutere certi aspetti. A Livorno c’è una campagna elettorale perenne. Il rapporto sull’economia locale di Livorno e Grosseto descrive circa 77mila aziende, il 97% delle quali sono piccole e medie imprese (PMI) ben sotto i 50 dipendenti”. Tra le principali priorità dovrebbe esserci l’economia del mare: “è uno dei nostri punti nodali. Intesa come tutto, passando dai trasporti, le riparazioni navali, il turismo e l’ittica“.
“Siamo pieni di progettualità – ha proseguito Valtriani – che sono però rimaste nei cassetti. Dobbiamo soffermarci come città, tanto più che ora, grazie alla riforma portuale, Livorno e Piombino ora non si devono fare più concorrenza e possono lavorare insieme. Il direttore della CNA conclude con un appello all’unità contro gli interessi delle singole categorie: “Dobbiamo fare tutti due passi indietro perché la città faccia un passo avanti”.
Antonio Chelli (LegaCoop) ha ricordato come il costo di produzione dei beni pesi sempre meno sul costo finale dei prodotti e come sia centrale il ruolo della logistica, che da sola pesa per il 37%. “Abbiamo un Interporto che necessita di una sospensione di imposta e una rete di servizi potenziali che ci consente di consegnare l’ortofrutta fino a Piombino e di utilizzare la manifattura sino a Carrara”. Ricorda poi la funzione anticiclica delle cooperative, il cui fondo di garanzia costuisce un salvagente nei periodi di crisi, ma la cui indisponibilità per gli investimenti le penalizza nella fase di ripartenza dell’economia. “Facciamo fatica sulle startup, manca ancora la cultura del mettersi insieme”. Chelli conclude parlando di Unicoop Tirreno, nel quale sono stati recentente riversati 180 milioni a copertura dei problemi di gestione derivanti da un consistente investimento nel sud Italia poi finito male.
L’onorevole Fassina ha offerto la sua collaborazione come parlamentare e si è detto pronto a presentare Interrogazioni al Governo sulle questioni che gli verranno sottoposte, tra cui l’avanzamento della Darsena Europa. Circa la situazione locale ha commentato: “C’è poca attenzione ai dati di realtà. Questa avrebbe dovuto essere una delle zone più reattive del Paese e invece… Il termine crisi è quasi improprio; non siamo di fronte a qualcosa di temporaneo. Gli ammortizzatori servono, ma gli operai di Piombino chiedono lavoro”. “Le infrastrutture specifiche funzionali ai vari territori – ha concluso – devono essere portate a termine“.