Inquinamento marino: un progetto di biodegradabilità della plastica, in campo Asa, Acquario e Università di Pisa
Acquario di Livorno, ASA Azienda Servizi Ambientali S.p.A. e Dipartimento di Ingegneria Civile e Industriale dell’Università di Pisa uniti contro l’inquinamento marino: un progetto sulla biodegradabilità dei biopolimeri termoplastici in acqua di mare
Livorno 3 Marzo 2020 – Acquario di Livorno, ASA Azienda Servizi Ambientali S.p.A. e Dipartimento di Ingegneria Civile e Industriale dell’Università degli Studi di Pisa si uniscono nella ricerca contro il marine litter con un progetto sulla biodegradabilità di biopolimeri termoplastici in acqua di mare, impiegati come materiale ecosostenibile per supporti utili a propagare le praterie di Posidonia oceanica.
Il nuovo progetto di ricerca è stato presentato oggi alla comunità scientifica al Museo Oceanografico di Monaco nel corso della Cerimonia che celebra la coalizione degli acquari nel mondo contro l’inquinamento da plastica organizzata in occasione delle celebrazioni del World Wildlife Day da Commissione Europea, Istituto Oceanografico e Fondazione Prince Alberto I di Monaco.
L’impegno da parte degli acquari di tutto il mondo in questo campo è stato sancito in maniera inequivocabile già nel 2017, in occasione della conferenza “Our Ocean” organizzata a Malta dall’Unione Europea: in quella occasione la rete internazionale di acquari ha infatti annunciato l’intenzione di aumentare gli sforzi per sensibilizzare le persone sul problema dei rifiuti marini, in particolare di origine plastica, che mettono in gravissimo pericolo ogni giorno la vita di molti animali come le tartarughe marine.
Questa importante missione che unisce tutte le strutture acquariologiche del mondo con la loro forte impronta educativa e grande capacità di comunicazione al largo pubblico, deve procedere di pari passo alla collaborazione delle stesse con scienziati, istituti di ricerca e istituzioni per trovare soluzioni a questo problema.
In questo ambito d’azione nel 2019, l’Acquario di Livorno gestito da Costa Edutainment S.p.A. è entrato a far parte di un progetto promosso dall’Ing. Camillo Palermo Innovation Officer presso ASA Azienda Servizi Ambientali S.p.A.
Tutto e partito dalla necessità di fornire l’acqua dolce alle isole attraverso la progettazione di impianti di dissalazione; questi potrebbero però avere implicazioni negative sulle prateria di Posidonia limitrofe, se il sale rimosso non venisse opportunamente diluito prima di essere rimesso in ambiente.
Il desiderio di un progetto totalmente sostenibile ha portato ASA a contattare il professor Francesco Cinelli dell’Università di Pisa, esperto di Posidonia oceanica per salvare queste piante attraverso il trapianto in aree sicure e, dal momento che i metodi tradizionali prevedevano l’uso di materie plastiche, e stato necessario studiarne di nuovi che prevedessero l’uso di materiali alternativi, come i nuovi biopolimeri termoplastici prodotti dal Dipartimento di Ingegneria Civile e Industriale dell’Università di Pisa, sotto la guida delle Professoresse Maurizia Seggiani e Patrizia Cinelli.
A questo punto, al fine di comprendere il comportamento di questi composti in acqua di mare e verificare se si dissolvono completamente all’avvenuta radicazione della Posidonia, l’Acquario di Livorno ha messo a
disposizione una vasca dedicata per 2 anni (2019-2021). Si stanno testando le diverse formulazioni, per osservare la loro effettiva biodegradabilità sotto il fondale di sabbia della vasca, popolata da una ricca fauna interstiziale. L’adesione dell’Acquario di Livorno al progetto conferma l’importante ruolo che strutture come la nostra hanno non solo per la sensibilizzazione e la divulgazione ma anche per la ricerca di soluzioni ai problemi ambientali attraverso la collaborazione con gli istituti di ricerca sia nazionali che internazionali, contribuendo alla raccolta di dati fondamentali per un progetto di ricerca di successo.
I campioni che si degraderanno prima di 2 anni, tempo necessario per un buon attecchimento delle talee di Posidonia, potranno essere impiegati in sostituzione della plastica per confezionare oggetti di uso comune realmente biodegradabili anche in mare.