Cronaca 18 Luglio 2017

Marcella Amadio su immigrazione, priorità e città di Livorno

In vista della presentazione odierna del Movimento Nazionale per la Sovranità (ore 18 all’hotel Palazzo), abbiamo incontrato il coordinatore regionale Marcella Amadio per una breve presentazione e per fare il punto su Livorno, dal momento che l’incontro di oggi sarà incentrato sulla Toscana.

 

Avevamo titolato “il ritorno di Marcella Amadio”. È corretto?

«In parte. In questi ultimi tempi sono stata molto a Roma. Dapprima abbiamo costituito un’associazione politica “Azione Nazionale”, mentre Storace aveva il suo partito “La Destra”. Dai due poi è nato il  Movimento Nazionale per la Sovranità. Per fare questi passaggi c’è voluto il suo tempo e a febbraio si è tenuto il congresso nazionale a Roma che ha visto la fondazione del un partito vero e proprio».

Quale sarà il suo ruolo?

«Sono stata nominata coordinatore regionale»

Coordinatore o coordinatrice?

«Coordinatore. Non do retta alle declinazioni boldrinesche. Adesso sto lavorando per costruire il partito in tutte le province. Abbiamo fatto un ottimo lavoro ed in pochi mesi siamo già presenti da nord a sud della penisola»

In toscana come vanno le cose?

«C’è molto entusiasmo, tipico di quando si inizia una nuova avventura. Il Movimento è un partito identitario, quindi non ci sono dubbi sui valori e di conseguenza sui temi da affrontare»

Quali sono i valori e i temi? Avete avuto un buon seguito?

«Il 25 marzo abbiamo organizzato un corteo a Roma – riuscitissimo –  dal titolo “Contro questa Europa”. Noi non siamo contro l’Europa unita ma contro “questa Europa” che sottrae risorse ai Paesi e non aiuta poi nel momento della difficoltà. Si consideri che l’80% degli immigrati – o come li chiamano adesso – migranti sbarcano in Italia e qui rimangono perché gli altri Paesi chiudono le frontiere. L’Italia è diventata una specie di imbuto. Il 15 giugno scorso c’è stata la manifestazione davanti al Senato contro lo scellerato provvedimento dello jus soli. Il 30 settembre prossimo a Roma faremo la marcia per il lavoro».

A livello locale e regionale quali sono le cose da cambiare?

«Quando piove la pioggia bagna tutto. Certe decisioni prese a Roma ricadono poi anche in Toscana. Per la prima volta i problemi sono abbastanza omogenei da nord a sud. Per prima cosa l’Italia, e a seguire la Toscana e Livorno non si possono più permettere di accogliere emigrati che hanno un costo sociale elevatissimo; dobbiamo anche rivedere le politiche di welfare. le risorse devono essere destinate agli italiani».

Agli italiani o ai cittadini europei?

«Agli italiani, perché i cittadini europei non hanno bisogno. Quanti francesi, tedeschi o spagnoli hanno bisogno di alloggi popolari? Tutti i giorni andiamo a contare migliaia di immigrati che scendono in Italia e non è un caso che i sindaci siciliani siano in prima linea a protestare. Questa gente ci costa un capitale mentre gli italiani stanno in povertà con i nostri giovani italiani che emigrano. Tutto questo con un tasso di disoccupazione altissimo e Tito Boeri che dice che gli immigrati sono una risorsa: ma questi neppure lavorano! In italia non c’è una crescita economica vuoi per contingenze internazionali vuoi per le tasse. In questo contesto uno Stato non può permettersi di aiutare persone che vengono da altri Paesi, affamando di più i propri figli»

Come è possibile bloccare questo flusso incontrollato di migranti?

«Abbiamo chiesto un blocco navale , la Marina Militare invece di fare il taxi li deve respingere».

Dicono che però non è possibile perché manca un Governo in Libia e ci sarebbero questioni umanitarie prevalenti…

«Come a Ventimiglia fanno i respingimenti verso l’Italia e nell’area balcanica fanno i muri, noi potremmo fare i respingimenti in mare. Se l’Europa ci vuole affossare che perché dovremmo esser noi a preoccuparci dell’Europa? L’Italia non può accollarsi tutti i problemi dell’Africa. Li aiuterà il mondo, Stati uniti compresi con un progetto specifico; si parlava di un piano Marshall per l’Africa. Ma non è possibile che tutta l’Africa entri in Italia».

Le espulsioni – dicono- sono difficili e troppo costose da fare..

«Abbiamo un Governo imbelle e irresponsabile che voleva persino votare lo jus soli e si è fermato solo perché ha visto la netta contrarietà degli italiani. Bisogna cambiare subito il Governo, prima che tra neonati e jus soli l’Italia diventi una grossa nursery».

La sua opinione su Livorno e la sua amministrazione?

«Premetto che sono molto felice che il PD sia andato a casa, dal momento che ha rovinato la città. Adesso però con i Cinque Stelle c’è l’immobilismo e l’unica cosa che fiorisce e si sviluppa sono le rotatorie. Son costretta a sollevare le stesse questioni che sollevavo dieci anni fa, perché nulla è cambiato. Un esempio di cosa non va? La raccolta dei rifiuti porta a porta è fatta male e sulle spalle dei cittadini. Il camion del recupero della plastica passa troppo di rado e il contenitore dell’organico è troppo piccolo. I contenitori ciascuno se li deve tenere in casa e occupano molto spazio; ricordo la lettera di un signore che li teneva nella doccia.  Bisogna fare i  cassonetti a scomparsa. Sì, costano ma si ammortizzano negli anni e ricordo che Livorno ha il triste primato dell’aliquota più alta della spazzatura. È stato un bene per la città mandare il PD a casa perché la sinistra ha ridotto Livorno come è adesso e ci vorrebbe un miracolo per risollevare i danni. Tuttavia non vedo adesso proposte e idee propulsive, non vedo un progetto, un respiro alto. Si fa solo l’ordinaria amministrazione»

Che fareste se foste alla guida della città?

«Andrei subito a rivedere bene i conti delle varie municipalizzate per evitare sprechi inutili, sfrutterei le potenzialità di questa città, creando di conseguenza lavoro. È una catena: più valorizzi la città, più si aumenta turismo e lavoro in porto. Bisogna interagire con tutti per promuovere la visibilità della città e pacchetti turistici».

Qual è la sua opinione sul porto e le tensioni tra Comune e Autorità di Sistema?

«Il sindaco deve avere voce e non può decidere tutto Roma o la Regione. Deve esserci una sinergia tra Comune e Autorità di Sistema. il Sindaco dovrebbe poter esprimere la sua sul presidente dell’Autorità: la legge nuova non va bene; chiunque sia il sindaco di una città portuale dovrebbe nominarne il presidente. Se poi dobbiamo trovare degli aggiustamenti troviamoli, ma una città portuale deve essere una cosa unica e non ci devono essere due unità distinte e conflittuali. Dall’hotel Granduca in pochi metri sei già nell’area portuale, ma sul piano burocratico è come se vi fosse un continente di distanza».