Israele-Iran, l’ultimatum di Trump: “Two Weeks a Teheran. I colloqui europei sono inutili”
21 giugno 2025 Israele-Iran, l’ultimatum di Trump: “Two Weeks a Teheran. I colloqui europei sono inutili”
Trump e l’Ultimatum a Teheran: Due Settimane per la Pace o la Guerra?
Due settimane. È questo il tempo che Donald Trump ha concesso all’Iran – e forse anche a se stesso – per decidere se gli Stati Uniti interverranno direttamente nella guerra tra Israele e Teheran. Due settimane che suonano più come una minaccia che come un’apertura diplomatica. Eppure, a sentire le reazioni in rete, non è la prima volta che l’ex presidente (e ora di nuovo alla Casa Bianca) ricorre a questa formula temporale: dai dossier sull’Ucraina al futuro di Putin, la scadenza delle “two weeks” sembra essere diventata il suo marchio di fabbrica, una sorta di tic comunicativo, ripetuto quasi a prescindere dal contesto.
Ma se in passato quella finestra di due settimane poteva essere liquidata come strategia dilatoria o trovata da campagna elettorale, oggi rischia di avere conseguenze letali. Perché lo scenario è quello di una guerra vera, e gli attori in campo – Israele e Iran – stanno già contando i morti. E sono soprattutto civili.
Trump ha liquidato con sarcasmo i tentativi europei di mediazione, definiti “inutili”, mentre il Capo di Stato Maggiore dell’esercito israeliano invita il paese a prepararsi a una guerra “prolungata”. La Francia aveva provato ad aprire un canale con Teheran, e il negoziatore iraniano Araghchi aveva mostrato disponibilità a proseguire i colloqui. Ma Washington non sembra interessata alla diplomazia, almeno per ora.
Cosa accadrà allo scadere delle due settimane? Nessuno lo sa. Ma nel frattempo si continua a morire. E mentre si gioca con le scadenze, sul campo l’odore è quello del sangue. Le immagini che arrivano da Teheran – palazzi sventrati, ospedali pieni, famiglie distrutte – fanno apparire l’attesa come un lusso cinico. L’ultimatum di Trump potrebbe segnare l’inizio di un coinvolgimento diretto degli Stati Uniti, ma anche l’ennesimo fallimento del buon senso geopolitico.
Perché dietro ogni “two weeks” detta con tono da showman, ci sono vite che non hanno più tempo.