Ambiente 24 Giugno 2021

Italia Viva: “Eni, transazione ecologica, occupazione e trattamento dei rifiuti nel territorio”

raffineria eniLivorno 24 giugno 2021

Italia Viva Livorno: “La transizione ecologica e la bioraffineria Eni a Stagno. Occupazione e trattamento dei rifiuti nel territorio”.

“Sussiste una generale convinzione sull’importanza della transizione ecologica.

Infatti, è fondamentale migliorare la preoccupante situazione ambientale creatasi nel tempo.

Per assicurare migliori condizioni alle prossime generazioni è necessario intervenire nella drastica riduzione del ricorso ai prodotti fossili, sulle emissioni industriali e civili, sulle modalità di trasporto.

L’UE si è posta impegnativi obiettivi nel favorire ricorso alla produzione energetica da fonti naturali rinnovabili e la progressiva introduzione di processi di riciclo dei rifiuti, in particolare della plastica.

Lo stesso dicasi sulla prevenzione/sostituzione degli stessi materiali non organici.

Il progetto (ecofining) della bioraffineria Eni a Stagno ricade a pieno titolo in questo programma in quanto prevede la conversione dell’attuale obsoleta raffineria dei prodotti petroliferi e come tale dovrebbe essere oggetto dei finanziamenti del NGEU.

Dalle caratteristiche del nuovo impianto scaturiscono sia il livello delle ridotte nuove emissioni che i livelli occupazionali.

A tal riguardo le scelte politiche che saranno prese sono determinanti.

Con riferimento appunto alle emissioni e all’occupazione (oltre 1.000 fra diretti e indiretti) dell’attuale raffineria, sinteticamente possiamo evidenziare le seguenti stime per ciascuna delle 4 soluzioni prospettate:

tabella

L’impianto ecofining è un progetto a brevetto Eni per la trasformazione di trigliceridi in prodotti paraffinici ed isoparaffinici nel range di ebollizione del gasolio e del Kero.

 

Per fare ciò è necessario usufruire di H2 (idrogeno) che serve ad eliminare, con produzione in gran parte di acqua, di tutti gli ossigeni presenti nella molecola del trigliceride, fornendo un idrocarburo a catena lineare poi ramificato in una seconda reazione, sempre in presenza di H2.

La prima soluzione riprende la bioraffineria Eni in essere a Gela e a Marghera, mentre la seconda andrebbe ad utilizzare due desolforazioni già presenti a Stagno ed è destinata ad essere adottata anche nella stessa Gela.
In realtà ci sarebbe teoricamente anche un’ulteriore soluzione, quella di acquisizione dal mercato dell’idrogeno verde o la produzione in loco.

Soluzione che però non è praticabile perché fuori mercato anche nel non prossimo futuro.

Vi sono altri due aspetti che vanno evidenziati e che condizionano i programmo ENI: quello dell’evoluzione della normativa comunitaria e quella della disponibilità delle “cariche” bio.

Per quanto riguarda l’Europa, le Commissioni energia ed ambiente sono unite nell’obiettivo di incrementare la quantità di energia rinnovabile ma divisi sul come. I biocarburanti sono sponsorizzati dalla Commissione Energia ed invisi a quella ambiente che punta molto sull’elettrico.

Sicuramente si farà un grosso passo avanti su questa linea sui trasporti terrestri (già il trasporto su camion può essere più problematico), si farà qualcosa sul marittimo (tutto da vedere, si parla di ammoniaca) ma sul trasporto aereo l’unica soluzione è quella dei biocarburanti.

Ecco il motivo per cui una terza bioraffineria non particolarmente grande e rivolta alla produzione di bio-Jet potrebbe stare in piedi. Attualmente Gela e Marghera non possono produrre bio-Jet ma con qualche investimento anche loro potrebbero farlo. Il traffico aereo è destinato ad una forte espansione e di bio Jet ce ne sarà una forte richiesta.

Vi è inoltre il problema delle cariche bio tenendo anche presente le necessità di approvvigionamento alimentare. Il rischio di avere scarsità di carica al momento esiste, però è anche vero che si stanno facendo grandi sforzi, per avere a disposizione cariche bio no food (anche Eni sta investendo sul ricino, alghe, canapa,…), ma ci vorrà del tempo e dobbiamo capire a quali quantitativi è possibile arrivare.

In questo momento Eni è disponibile a presentare il progetto di conversione a bio-raffineria perché è ancora interlocutorio. In attesa del finanziamento NGEU e comunque sempre in tempo per abbandonare tutto, nel caso prevalga la linea della commissione ambiente che metterebbe al bando gli oli di prima generazione (pro-food), prevarrebbe la soluzione 3 in quanto quella di Stagno non è considerata una raffineria strategica e anche gli impianti lubrificanti, sono vecchi, con produzione di qualità più bassa e meno richiesta.

Stante l’attuale normativa e la completa non economicità, la soluzione 4 è poi da escludere.

La soluzione 2 sarebbe, inoltre, preferibile per la stessa ENI per motivi di ritorno sull’investimento che andrebbero a sostenere in maniera decisiva la decisione di consolidamento su Stagno.

A questo punto occorre affrontare la questione del trattamento dei rifiuti nel territorio. I rifiuti ci saranno sempre anche se l’obiettivo di favorire le politiche di riciclo devono comunque essere portate avanti.

Ma più che parlare di territorio “pattumiera”, è bene impostare la discussione e le scelte politiche per realizzare quei trattamenti tali da considerare i rifiuti come ricchezza per un territorio.

Eludere il trattamento locale comporta il trasferimento delle problematiche su altri territori disponibili con efficienti termovalorizzatori e discariche disponibili e/o verso Paesi più poveri, applicando una vera e propria barbara trasmigrazione. Tutto questo senza benefici locali per le emissioni di CO2 e con pesanti ricadute sulle bollette TARI dei consumatori!

In attesa dell’aggiornamento della Regione Toscana sulla politica del ciclo dei rifiuti, a Livorno sussiste la previsione della chiusura del termovalorizzatore del Picchianti – che come noto emette diossina – con collocamento all’esterno dell’indifferenziato e della plastica e la sostituzione di un ridotto impianto sostitutivo per il trattamento dell’organico.

A parte la discussione secondaria sul tema referendario, vi sono, altresì, delle posizioni di mantenimento dello stesso termovalorizzatore per motivi principalmente occupazionali e tariffari.

Fatto sta che le emissioni dell’eventuale gassificatore Eni sarebbero dell’ordine del 90% (eliminando fra l’altro completamente le emissioni di diossina) in meno rispetto a quelle attuali del termovalorizzatore del Picchianti, riduzioni che si andrebbero a sommare a quelle della soluzione 2 sopra indicata, determinano un delta ambientale estremamente positivo per il territorio!

Delta ambientale fra l’altro similare all’ulteriore ipotesi di un nuovo impianto in sostituzione del termovalorizzatore di trattamento meccanico e biologico volta alla produzione di beni da riciclo dei rifiuti. Tale ipotesi al momento è fumosa e generica non disponendo di supporto progettuale di produzione e di collocazione di mercato dei prodotti e come tale non può essere presa in considerazione anche per il presumibile sostanziale delta negativo in termini occupazionali. Senza poi considerare i finanziamenti UE tutti da costruire.
Alla luce di tutto ciò, Italia Viva ribadisce la sua posizione politica di sostegno alla soluzione che prevede la bioraffineria abbinata ad un gassificatore per il trattamento dei rifiuti da riciclare per la produzione dell’idrogeno. Il tutto accompagnato:
1. dall’intervento compensativo della Regione per la realizzazione della Fi-Pi-Li ferroviaria più che utile per permettere i conferimenti dei rifiuti da altri territori esclusivamente su binari che determinerebbe la realizzazione di un ulteriore aspetto di transizione ecologica.

2. Da una politica tariffaria di vantaggio per i residenti.

Non c’è tempo da perdere, il deposito Eni Stagno deve essere scongiurato: non è pensabile che il territorio non appoggi progetti all’avanguardia come quello ENI.

L’alternativa è una perdita secca, non contingente, di posti di lavoro e con essi di ulteriore perdita di ricchezza; nonché della mancata bonifica conseguentemente alla soluzione 3 del deposito.

Italia Viva invita, pertanto, le associazioni sindacali e la Confindustria a sostenere il consolidamento di ENI nei termini sopra richiamati. Altresì, s’impegna a sostenerlo in ambito della Regione Toscana e nei confronti delle Istituzioni locali”.

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