Jolly Acli, Paoli: “partite facili affrontate con superficialità, regali in quantità industriale”
Livorno 5 febbraio 2024 – Jolly Acli, Paoli: “partite facili affrontate con superficialità, regali in quantità industriale”
Il Jolly Acli Basket deve registrare una nuova sconfitta, stavolta sul campo del San Giovanni Valdarno (60-52). La terza battuta d’arresto nelle ultime sei partite. E per una squadra come quella rosablù, abituata da anni ai filetti vincenti, questo fatto fa scattare un piccolo campanello d’allarme. Infatti, nonostante la vittoria nella Coppa Toscana, e il bel successo nel derby di campionato, la squadra labronica ha approcciato l’anno col piede sbagliato, giocando spesso e volentieri a larga distanza dai rendimenti abituali. Una tendenza da ribaltare al più presto, considerando che tra meno di un mese avranno inizio i play off.
Sulla questione è intervenuto il vice presidente Paolo Paoli.
Queste le sue dichiarazioni:
«Purtroppo dalla pausa natalizia in poi, esclusi un paio di episodi isolati, tipo la vittoria del derby in campionato, la squadra è entrata in un vortice negativo, un calo assoluto, che ha finito per evidenziarne i difetti e i problemi sul campo. Ed è un fatto inconcepibile, dato il tasso tecnico delle nostre giocatrici. Ieri è stata l’apoteosi negativa: nel terzo quarto ci sono state un’infinità di palle perse, anche in maniera assurda, incredibile.
Nel momento in cui invece avremmo dovuto spingere per recuperare il distacco. Un quarto emblematico, che ha amplificato i problemi che hanno accompagnato tutto il match: su ogni azione si perdeva un pallone. L’esempio eclatante di come è stata buttata via la partita, con l’avversaria che non stava facendo nulla di particolare. Per questo la società è molto contrariata e insoddisfatta dal rendimento. Poca concentrazione, poca lucidità e ancor meno intensità: quando invece le partite vanno affrontate tutte al massimo. Questo è un campionato più performante di quello dell’anno passato.
Noi non ci piangiamo mai addosso, ma teniamo conto che dall’inizio dell’anno, la giocatrice che abbiamo preso per fare il salto di qualità, Martina Zolfanelli, è stata più ferma per infortunio che sul campo da gioco. E anche ieri non l’abbiamo potuta schierare. Non è ancora uscita dall’infortunio di inizio dicembre. E quando ci sono momenti di difficoltà una giocatrice di quel valore e di quella esperienze ci farebbe comodo.
Inoltre ieri avevamo Ceccarini che non stava bene , così come Orsini. Con un arbitraggio irritante, specie per la nostra causa, che ha sicuramente influito sul distacco finale.
Il problema è a mio parere psicologico: si affrontano le partite considerate “facili”, con superficialità e lentezza sia mentale che fisica, non si legge la partita, e ribadisco si vedono palle perse inconcepibili. Con tutto il rispetto per gli avversari che hanno giocato la loro onesta partita. Ma abbiamo fatto troppi regali, una quantità industriale.
Urge cambiare rotta, perché la società è molto irritata e delusa da questa situazione. Occorre recuperare velocemente Zolfanelli, serve trovare presto una soluzione ai suoi problemi fisici. A Marzo iniziano i play off e, ad oggi, bisogna essere onesti, è dura pensarci. Anche se sono convinto che le cose cambieranno, quando conta.
Ma i problemi di concentrazione stanno diventando troppo frequenti. Tutti si devono mettere la mano sulla coscienza, e guardarsi dentro. Anche ieri nessuna ha giocato ai suoi livelli, ma neanche al 70% delle proprie possibilità. E questo porta a prestazioni incolori, e assurde come quella di San Giovanni Valdarno.
Spero che sia solo un discorso psicologico, da cambiare al più presto. Con chiunque si gioca, tutti diventano fenomeni. E questo è molto indicativo. Dovremo affrontare la cosa, parlare a fondo con la squadra. Non siamo abituati a figurette del genere. Il Jolly ha valore e tradizione, e non si può permettere prestazioni così imbarazzanti».
Il tabellino:
Barbieri, Ceccarini 10, Orsini 9, Giari 2, Candelori, Gioan 5, Sassetti 12, Sgorbini 2, Evangelista 6, Costa 6, Zolfanelli. All. Stefano Corda.