La Banca d’Italia lascia Livorno, il No della CGIL
Inoltre: “se già l’attuale articolazione della rete non è stata in grado di soddisfare sufficientemente le esigenze della cittadinanza, grossi interrogativi emergono per questa ulteriore chiusura.
Basti pensare, tanto per fare un esempio, che i nuovi compiti emersi nel frattempo, come l’educazione finanziaria, richiedono una forte presenza sul territorio, anche di prossimità, con tutti gli attori istituzionali presenti nelle province. Non si può pensare di voler perseguire un’ampia diffusione dei temi finanziari tra gli studenti e la popolazione in generale, se tale azione si vuol attuare con poche strutturedistribuite nel paese, addirittura con 1 sola filiale per regione”.Alla stregua di quanto sta avvenendo nel mondo bancario privato con la cosiddetta desertificazione degli sportelli spinta dalla rivoluzione tecnologica, il sindacato ritiene ancor più grave attuare chiusure in un’istituzione quale la Banca d’Italia, per il ruolo attuale e potenziale che può svolgere in termini di democrazia economica.I dipendenti coinvolti conserveranno il proprio posto di lavoro, così come avvenuto nelle precedenti ristrutturazioni della rete seppur, visto la forte rarefazione delle filiali, tale processo incide negativamente e drasticamente sulla qualità della loro vita.Alla luce di quanto precede, proprio per la valenza che la questione ha per la cittadinanza, la Camera del Lavoro di Livorno, insieme a Fisac Toscana e Fisac Livorno, fanno un appello alle autorità cittadine affinché si attivino per evitare la chiusura della filiale, evitando di privare il territorio di un ulteriore presidio (pubblico) di legalità”.E’ quanto dichiarano dalla CGIL Livorno

