La banchina pubblica 76 ritorna alle riparazioni navali
Jobson Italia porta in manutenzione il traghetto Ramon Llull per la sostituzione dei motori e degli idrogetti
Terminata la rimozione della gru pericolante, dopo oltre un anno di interdizione, è tornata alla piena funzionalità la banchina 76. Questo accosto è pubblico, fa parte del comparto delle riparazioni navali per il quale è in corso la gara di assegnazione ed è destinato alla “manutenzione navale”.
Parte della banchina è già stata occupata per il lungo allestimento del primo yacht di Azimut Benetti, che impiegherà – per terminare di predisporre i tre scafi – oltre sette mesi. Nonostante il cantiere disponga di un’ampia metratura e di aree proprie in concessione, non ha banchine sufficientemente lunghe per svolgere tale lavoro.
L’accosto 76 però è una banchina pubblica destinata alla manutenzione navale e come tutte le banchine pubbliche non la si può bloccare dandola a un solo cliente per sette mesi, altrimenti si tratterebbe di un concessione di fatto, tanto più che non si tratta qui di manutenzione, bensì di allestimento. Per garantire quindi il mantenimento della funzione pubblica, volendo però aiutare eccezionalmente Azimut Benetti che non è in grado di svolgere l’allestimento nelle proprie aree, l’Autorità di Sistema di concerto con la Capitaneria di Porto, ha fatto in modo che ci sia regolarmente spazio anche per altri clienti e lavori di manutenzione; il tutto nello spirito che più navi si alternano più lavoro c’è e più ricchezza si distribuisce nella città.
Il prossimo cliente per la banchina 76 sarà infatti il traghetto veloce Ramon Llull della compagnia spagnola Balearia. L’esecutore dei lavori per conto dell’armatore è Jobson Italia, il quale impiegherà circa 40 giorni per la sostituzione dei motori, dell’impiantistica e successivamente la sostituzione degli idrogetti. Nello specifico, i lavori in programma prevedono la rimozione dei quattro motori da 26 tonnellate ciascuno e la sostituzione con nuovi propulsori più potenti; è prevista anche la sostituzione dei riduttori, lavorazione che viene solitamente svolta solo ad Amburgo e per il quale Livorno si candida come unica assistenza nel Mediterraneo. Concluse le opere esterne il Ramon Llull si sposterà al bacino galleggiante per il cambio degli idrogetti. Questo tipo di propulsione consente al traghetto di muoversi a oltre 32 nodi a pieno carico.
Commentando questa commessa ai media nazionali, Jobson ha dichiarato che si tratta della prima riparazione di questo tipo che si svolge a Livorno e che le opere in programma saranno anche l’occasione per dimostrare che nell’area dei bacini di carenaggio vicina alla città si possono svolgere lavori ad alta tecnologia e con impatto ambientale pari a zero.
“Molte persone – ci ha commentato Jobson Group Livorno – sono ferme a una visione delle riparazioni navali come era dieci anni fa. Le riparazioni odierne sono ad alta tecnologia e con un inquinamento ambientale pari a zero o nettamente inferiore alla cantieristica. Le lavorazioni impattanti ormai vengono fatte all’estero perché in Italia avrebbero un costo fuori mercato. Noi non dobbiamo saldare scafi o tingerli, perché non li costruiamo. Le riparazioni a Livorno non fanno né faranno polvere o fumo. Qui si lavora all’interno della nave senza alcuna emissione, sostituendo componenti elettroniche o meccaniche con una tecnica ad alto valore aggiunto che non ha bisogno di risparmare sul costo del personale per andare in pari o far utile. Abbiamo un portafoglio clienti molto ampio e possiamo portare molto lavoro sia qui a Livorno che a Piombino”. “Conclusi i lavori sulla Llull, vorremmo far arrivare a breve un’altra nave della stessa compagnia per lavorazioni simili”.