La Guardia costiera e l’Usl fanno chiudere un ristorante al Calambrone
Sequestrati anche 200 chili di cibo non idoneo al consumo
Calambrone (Livorno) – Condizioni igieniche precarie, incompatibili con la preparazione e la somministrazione al pubblico di alimenti; cucina, varie attrezzature, materiali insudiciati e mal tenuti; prodotti congelati e non, conservati in maniera inidonea; pesce senza tracciabilità. Sono solo alcuni dei motivi per i quali un ristorante al Calambrone è stato chiuso dalle autorità, fino al ripristino delle condizioni minime previste dalle norme sull’igiene pubblica.
La Guardia costiera di Livorno ha iniziato e l’USL di Pisa ha completato l’iter dei controlli che ha portato al fermo dell’attività.
Una sinergia tra le due istituzioni deputate al controllo, la prima per la tutela della risorsa ittica, la seconda per gli aspetti di salvaguardia della salute pubblica, che è iniziata con una verifica svolta dagli ispettori pesca della Direzione marittima di Livorno nell’ambito dei controlli sul consumo dei prodotti ittici, fortemente incrementati nel periodo ferragostano caratterizzato dall’aumento delle presenze turistiche nelle località balneari.
Dopo la verifica della documentazione di accompagnamento dei prodotti ittici, carente e in qualche caso completamente assente, gli ispettori della Guardia costiera, una volta visionati anche gli ambienti della cucina e delle celle frigorifero, in condizioni igieniche oggettivamente pessime, hanno ritenuto opportuno coinvolgere i funzionari dell’USL di Pisa per un intervento sul posto. Dopo i rilievi dei sanitari, inevitabile il provvedimento di chiusura. Nel corso degli accertamenti sono state riscontrate diverse tipologie di illecito di natura amministrativa. Tra le più gravi, la violazione dei requisiti generali igienico-sanitari e la mancata esibizione della documentazione di rintracciabilità. L’Autorità Sanitaria ha disposto la chiusura del ristorante per le gravi carenze igienico-sanitarie riscontrate, fino al ripristino totale delle condizioni di idoneità alla detenzione e alla somministrazione di alimenti.
200 Kg di merce risultata non idonea al consumo umano è stata immediatamente sottoposta a sequestro sanitario e 4.000 euro di sanzioni sono state comminate al titolare dell’esercizio.