Politica 19 Settembre 2022

La lettera – Riflessioni sulla politica del demerito, mentre andiamo ad elezioni

"Se sciocchi vanno al potere, si circonderanno di altri sciocchi per non essere smentiti"

Livorno 19 settembre 2022 –

Ispirata da cari amici con me scioccati dell’abbrutimento del dibattito politico disarmante, condivido questo pensiero con chi, magari dotato di un po’ di pazienza, abbia voglia di riflettere sulla nostra situazione, per  un rapido confronto con la nostra gloriosa, decadente, cultura occidentale.

La politica, intesa come guida della polis,  prevede che chi governa sia guida scelta dal popolo. Il popolo deve scegliere bene e per farlo, deve avere coscienza e saggezza esso stesso.

La scelta dei migliori al governo, e’ un punto cardine, per un buon governo.

Il secondo punto e’ fra chi il popolo puo’ scegliere?

In una dittatura populista, molte ne vediamo in occidente, il popolo non puo’ scegliere che qualunquisti populisti scelti da una casta di persone senza merito ne’ cultura che detengono il potere, magari da decenni.

Pensate se il popolo ateniese avesse avuto come unica scelta due personaggi privi di qualsiasi referenze o qualita’ o, peggio, due inetti.

Inutile auspicare scelte sagge, queste sarebbero impedite dal tipo di scelta di per sé comunque inadeguata.

Sempre citando Piero Angela, ricordo una puntata in cui con metodo scientifico provo’ a rispondere alla domanda: cosa rende grande un popolo?

Alla fine, dopo una lunga serie di passaggi, esempi storici e riflessioni, la risposta emerse naturale. Il merito.

Se sciocchi vanno al potere, si circonderanno di altri sciocchi per non essere smentiti.

 

Oggi nell’epoca del demerito, e’ luogo comune pensare: in politica fai carriera se accetti compromessi e pieghi la verita’ a favore di chi ti puo’ sostenere, non avanza chi ha maggiori meriti oggettivi, migliori idee, prospettive piu’ ampie.

E’ come se i sofisti, nella peggiore delle accezioni di Platone, avessero vinto per generazioni. Non sarebbe rimasta piu’ neanche la memoria di Socrate.

Galimberti, filosofo e divulgatore contemporaneo, non da’ speranze al declino della nostra civilta’, a partire da elementi di analisi sociologica.

La politica di oggi, e’ l’immagine di quel declino, secondo lui senza molta speranza.

La domanda, che vuole essere il contrario delle considerazioni nichiliste che oggi sono naturali in questo contesto (non si vota, non si spera, non si agisce) e’: esiste ancora un modo per invertire il processo in atto senza eventi traumatici per questa civilta’?  In altre parole, e ‘possibile cambiare per scelta razionale comune?

Barbara La Comba

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