La “Nascita di Venere” del Botticelli, da oggi esposta a Villa Fabbricotti la reinterpretazione di Antonio Vinciguerra
L’installazione sarà visitabile gratuitamente fino al 3 dicembre
Livorno, 26 novembre 2024 La “Nascita di Venere” del Botticelli, da oggi esposta a Villa Fabbricotti la reinterpretazione di Antonio Vinciguerra
All’indomani della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, oggi, martedì 26 novembre, alle ore 16 a Villa Fabbricotti (piano terra all’ingresso della Biblioteca Labronica “Francesco Domenico Guerrazzi”) sarà presentata un’installazione dell’artista Antonio Vinciguerra, già esposta a maggio alla Biennale di Venezia, che rivisita in chiave moderna la Nascita della Venere del Botticelli.
Durante l’evento organizzato dal Comune di Livorno, l’esposizione dell’opera sarà accompagnata da una declamazione di versi della commedia dantesca da parte dell’attore Alessio Pianigiani.
A portare i saluti istituzionali sarà la consigliera Francesca Cecchi, presidente della Commissione consiliare permanente “Diritti, Pari Opportunità, Differenze di Genere”.
L’installazione sarà visitabile gratuitamente fino a martedì 3 dicembre negli orari di apertura della Biblioteca (per informazioni è possibile chiamare i numeri 0586 824511 – 824530).
L’opera di Vinciguerra consolida l’impegno nella promozione di una cultura libera dalla violenza attraverso diverse forme espressive ed invita a riflettere e dialogare sul tema della violenza di genere. Così, realizzata su «scatole di cartone consumate che la società ha prodotto e abbandonato», la Venere di Vinciguerra «denuncia il dramma della donna e manifesta dolore per gli orrori che investono l’universo femminile», verticalizzandosi nel materiale di recupero sovrapposto e smembrato e appoggiandosi su una base su cui compare una scarpa rossa.
“Ho utilizzato materiali rifiutati e deperibili – spiega Vinciguerra – che ben simboleggiano le tante donne vittime di violenza e femminicidio. Quest’opera l’ho pensata e realizzata in virtù di questo dolore.
La nudità della Venere del Botticelli, come spiegava il Poliziano, non voleva dare scandalo, ma rappresentare l’ideale della humanitas intesa come bellezza spirituale, nobiltà d’animo e dignità.
Con questa installazione voglio anche sensibilizzare le persone, come se questa scultura prendesse vita e scendesse dagli Uffizi con una scarpetta rossa per portare il suo messaggio”.
Antonio Vinciguerra, nato a Livorno nel 1937, è pittore, scultore e disegnatore. Allievo di Giovanni March e membro del Gruppo Labronico, ha vissuto tra Italia e Francia ed ha esposto negli anni Settanta in una serie di mostre negli USA tra cui quella alla Frank V. de Bellis Collection di San Francisco. Il suo interesse per la materia lo spinge a confrontarsi sempre più con materiali poveri e di scarto come tavole di legno, lamiere arrugginite, cartoni abbandonati che «l’artista rende immortali svuotandoli della loro funzione più banale e quotidiana e trasformandoli in una sorta di simulacro». Nel maggio 2024, durante la 60esima edizione della Biennale di Venezia, ha ricevuto il Premio Internazionale Menotti Art Festival Spoleto come riconoscimento alla carriera.
Alessio Pianigiani, classe 1976, ha iniziato la sua formazione teatrale alla fine degli anni Novanta perfezionandosi con seminari tenuti da Remondi e Caporossi, con il regista boliviano Cesar Brie e con l’acting-coach Vincenzo Attingenti co-fondatore dell’Actor Center di Roma. Da allora non ha più smesso di frequentare master e approfondire gli studi in importanti scuole teatrali e di cinema. Nel 2022 ha indossato i panni del commissario arrivato da Livorno nei Delitti del BarLume, per la regia di Roan Johnson.