“La paura tra arti figurative, letteratura, sociologia e psicoanalisi” se ne parla in un finissage a Collesalvetti
Arte: a Collesalvetti finissage della mostra “Serafino Macchiati: Moi et l’autre” con la tavola rotonda “Cauchemar: il tema della Paura tra arti figurative, letteratura, sociologia e psicoanalisi”
Giovedì 29 febbraio, alle ore 17, alla Pinacoteca comunale. I presenti riceveranno una copia gratuita del catalogo. La mostra sarà visitabile dalle 15.30 alle 18.30
Collesalvetti (Livorno) 25 febraio 2024 – “La paura tra arti figurative, letteratura, sociologia e psicoanalisi” se ne parla in un finissage a Collesalvetti
Giovedì 29 febbraio, alle ore 17, alla Pinacoteca comunale Carlo Servolini di Collesalvetti, (Villa Carmignani, via Garibaldi, 79), in occasione del Finissage della mostra “Serafino Macchiati: Moi et l’autre.
Le frontiere dell’impressionismo tra euforia Belle Epoque e drammi della psiche”, si terrà la tavola rotonda dal titolo “Cauchemar: il tema della Paura tra arti figurative, letteratura, sociologia e psicoanalisi”.
L’importante iniziativa promossa dal Comune di Collesalvetti e ideata da Francesca Cagianelli, sarà coordinata dalla giornalista Valeria Cappelletti. Il Finissage vedrà la partecipazione di storici dell’arte, filosofi e sociologi di fama nazionale e internazionale. Nell’occasione i visitatori riceveranno una copia gratuita del catalogo.
In omaggio al successo di stampa e di pubblico della mostra, ripetutamente equiparata, da parte di testimonial e operatori culturali, agli eventi promossi dalle grandi capitali europee, si è fortemente voluto l’ideazione del Finissage come un evento corale e interdisciplinare, concepito quale diapason di un calendario culturale, quello promosso e organizzato dal Comune di Collesalvetti, dal titolo Tra Simbolismo e Spiritismo.
Il caso europeo di Serafino Macchiati dall’impresa Alinari all’illustrazione del romanzo psicologico, che ha costituito un vero e proprio laboratorio di acquisizioni scientifiche e di indagini inedite, di latitudine internazionale. Il calendario culturale nelle sue 4 puntate ha consentito di dilatare gli orizzonti tematici e iconografici della mostra e di potenziare l’offerta didattica della Pinacoteca Carlo Servolini, dedicandosi all’intreccio tra simbolismo e spiritismo, attraverso un ventaglio di proposte proiettate nel serbatoio sconfinato della letteratura del decadentismo europeo e del dilagante boom dell’illustrazione libraria, ma rivolte al contempo a contaminare di inedite sfumature la sondatissima stagione della Belle Epoque, evidenziandone il lato oscuro, ovvero quel deflagrante innesto da una parte con il fenomeno della psichiatria e dall’altra con l’exploit delle teorie medianiche.
Il programma della tavola rotonda prevede dopo saluti di Adriana Ciurli, assessore alla Cultura del Comune di Collesalvetti, l’introduzione di Francesca Cagianelli, storica dell’arte, conservatrice della Pinacoteca Comunale Carlo Servolini. Interverrà Mario Bernardi Guardi, Scrittore e giornalista, Alfonso Iacono, filosofo, ordinario di Storia della Filosofia all’Università di Pisa, Massimo Introvigne, sociologo e saggista, fondatore e direttore del Centro studi sulle nuove religioni (CESNUR), Dario Matteoni, storico dell’arte, direttore dell’Accademia di Belle Arti, “Alma Artis”, Pisa.
La mostra sarà visitabile dalle 15.30 alle 18.30.
Info: 392 6025703 – 0586 980251/252
pinacoteca@comune.collesalvetti.li.it
www.comune.collesalvetti.li.it
I relatori si misureranno sulla tematica della “Paura”, in relazione al progetto editoriale concepito da Macchiati all’alba del Novecento e mai realizzato, i cui capolavori furono comunque esposti nei più ambiti palcoscenici espositivi mondiali, quali i Salon parigini e l’Esposizione Internazionale d’Arte di Venezia.
Sullo sfondo lo sconfinato panorama culturale e figurativo evocato nelle dai protagonisti del calendario culturale, dalle rivelazioni emerse dallo spoglio della rivista parigina “Je sais tout” alla prestigiosa impresa editoriale della Divina Commedia promossa da Alinari; dalla vocazione simbolista di Macchiati, che catalizzerà in Francia l’attenzione di Henri Barbusse, alle strategie illustrative del marchigiano nella Parigi Belle Epoque; dall’evocazione della Fée grise e della Fée verte nei dipinti e nelle illustrazioni noir concepite dall’artista, alla lirica dei padri del decadentismo europeo, in primis Charles Baudelaire e Paul Verlaine.
Sulle pagine del periodico “Noi e il Mondo” del settembre 1912, Carlo Gaspare Sarti, corrispondente a Parigi de “La Tribuna” e de “Il Caffaro”, evocava la genialità di Serafino Macchiati, “il trionfatore di Parigi”, in relazione alla sua carriera di illustratore rivoluzionario, investito a quella data da un’autentica missione di psicologo, sempre più orientata verso la predilezione per l’incubo e la follia: “Egli ha immaginato tutt’una serie di visioni truci, di sogni folli, di incubi terrificanti, destinata ad illustrare una monografia sulla paura” – annota il critico – dove l’artista “ha ammassato figure ossessionate, ha impresso su alcuni visi i segni delle più tremende agitazioni, ha reso certi sguardi orrendamente affascinanti, ha messo brividi nelle carni, grida sulle labbra, demenze nei cervelli”.