Cronaca 7 Luglio 2025

Lavoratori oltre i 60 anni sotto il sole e nei capannoni bollenti: serve una vera Quota 41 per tutti

Lavoratori oltre i 60 anni sotto il sole e nei capannoni bollenti: serve una vera Quota 41 per tuttiLivorno 7 luglio 2025 Lavoratori oltre i 60 anni sotto il sole e nei capannoni bollenti: serve una vera Quota 41 per tutti

Viviamo un’estate rovente, non solo per il clima, ma anche per le condizioni sociali e lavorative di milioni di persone. In Italia, lavoratori e lavoratrici con oltre 60 anni e più di 41 anni di
contributi sono ancora costretti a lavorare, in fabbrica, sui tetti, nei campi, nelle fonderie, nei magazzini.

Questo Governo aveva promesso di liberarli dalla fatica. Invece li ha abbandonati. Pensioni: le promesse mai mantenute. Un tradimento annunciato.“Quota 41 per tutti”, “Stop alla legge Fornero”: parole da campagna elettorale.

Oggi, invece, la realtà è questa:

Per uscire servono 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini (e ulteriori 3 mesi di finestra mobile) e 41 anni e 10 mesi per le donne ( e ulteriori 3 mesi di finestra mobile)
Quota 41 è riservata solo a pochi casi, ed i lavoratori precoci, che hanno iniziato a 15 o 16 anni, vengono ignorati se non rientrano nelle eccezioni.
“Mancano i fondi”: la scusa che vale solo per i lavoratori. Eppure si trovano miliardi per pensioni d’oro, condoni, spese militari.

A 60 anni, dopo 40 o più di lavoro, un uomo o una donna non dovrebbero essere su un tetto, in una fonderia, su una linea di montaggio o in un magazzino soffocante.

Non è dignitoso, non è sicuro, non è umano.

Chi ha servito questo Paese lavorando non può essere lasciato solo, né con il caldo, né con le scadenze della pensione. Va ripresa con forza la lotta sindacale per vedersi riconosciuta quota 41 vera e universale, senza vincoli di categoria, ed il riconoscimento reale del lavoro usurante.

Le ondate di calore stanno diventando una minaccia letale.

E’ stato firmato il Protocollo al Ministero del Lavoro relativo alle emergenze climatiche ed anche la Regione Toscana ha introdotto delibere specifiche. Un primo passo avanti. Questo Protocollo ora serve che diventi realtà concreta.

Viene ribadito che l’obiettivo primario è coniugare il lavoro con condizioni accettabili tutelando la salute e la sicurezza di chi lavora. Tuttavia, dove non ci sono tutele sindacali, il rischio aumenta.

Il protocollo sottolinea infatti l’importanza del coinvolgimento delle RLS e RSU nella sorveglianza e nella segnalazione dei pericoli. Nei luoghi di lavoro dove il sindacato non è presente o viene ostacolato, la prevenzione è spesso assente, e i rischi aumentano.

In assenza di tutele collettive, il caldo è più pericoloso, l’età pesa di più, e la solitudine diventa un rischio concreto.

Come Fiom Cgil ci impegnano a :

Vigilare sull’applicazione dei Protocolli, aprire tavoli aziendali per prevedere misure specifiche nei siti più esposti:

segnalare immediatamente alle autorità competenti le aziende che non rispettano le norme sulle sicurezza e ignorano le nuove linee guida;

coinvolgere i lavoratori per una partecipazione attiva alla tutela della salute.

Invitiamo tutte le lavoratrici e lavoratori a segnalare, denunciare e a non rimanere soli. Perché il diritto a lavorare non può mai valere più del diritto a tornare a casa vivi.

Massimo Braccini, segretario generale Fiom Cgil Livorno e Grosseto

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