Cronaca 9 Luglio 2017

Lavoro e diritti: “PUNITO CHI SCIOPERA, PREMIATO CHI NON ADERISCE”

Sciopero Porcavacca, “clima invivibile”, dipendenti reclamano il giusto contratto, “puniti e a rischio lavoro”.

In piazza a sostegno: Cgil. USB – Livorno e Coordinamento Lavoratori e Lavoratrici Livornesi

La storia raccontataci da Leonardo, il rappresentante sindacale Cgil dei lavoratori del ristorante Poscavacca ha dell’incredibile e rasenta l’inverosimile, possiamo riassumerla con brevi parole “punito chi sciopera premiato chi non ha aderito”.

Ieri pomeriggio, Sabato 08 luglio 2017, davanti al locale Porcavacca, a sostenere i lavoratori in sciopero c’erano i sindacati Cgil e USB – Livorno e il coordinamento lavoratori e lavoratrici livornesi.

Se colpiscono uno colpiscono tutti. La vostra mentalità non piega la nostra dignità. Questi gli slogan sugli striscioni fuori dal Porcavacca.

Racconta il rappresentante sindacale Leonardo: ” Tutto è iniziato a febbraio con il primo sciopero che abbiamo fatto, uno sciopero per far valere un diritto, il diritto alla regolazione del contratto.

Dopo lo sciopero, i contratti sono stati regolarizzati solo al personale che non ha aderito allo sciopero, mentre a chi vi ha partecipato non è stato regolarizzato.

Passato qualche mese di attesa, nella speranza che i titolari del Porcavacca facessero qualche cosa ( regolarizzare i contratti a chi era rimasto fuori), ma ad oggi siamo nella stessa situazione, non vi è inteznione di regolarizzare a chi ha scioperato, inoltre solo a chi ha voluto far valere i suoi diritti è stata proposta una riduzione dell’orario lavorativo da 40 a 30 ore.

Se non accettate la proposta di riduzione d’orario, l’unica via percorribile sarà il licenziamento.

Noi non abbiamo accettato, ad oggi sono state assunte 7 nuove persone e l’ azienda in questi giorni sta facendo nuovi collocui per assumere nuovo personale.

“Durante il lavoro, per un errore banale suo, è stata aggredita verbalmente una nostra collega che aveva scioperato, un dirigente di loro è anche andato vicino al contatto, urlandole in faccia e puntandole il dito ad un centimetro dal volto”.

Siamo qui un altra volta a scioperare per la nostra dignità, per i nostri diritti che ci sono stati negati in questi ultimi cinque mesi”