Cronaca 22 Maggio 2019

Lavoro, Sviluppo e Sindacato, parla Filippo Giusti (Cisl)

Intervista col segretario generale

Livorno – Abbiamo incontrato il segretario generale della Cisl, Filippo Giusti, per una intervista a tutto tondo su Lavoro, sviluppo e ruolo del sindacato.

Come si fa a rilanciare il lavoro e l’occupazione in città?

“Il tema dell’occupazione è stato affrontato anche in una recente pubblicazione che abbiamo inserito nel nostro quaderno “Il Barometro”, dedicata proprio all’economia di Livorno. Analizzando i dati Istat è emerso che la nostra economia non è poi così negativa come generalmente la si dipinge.  Livorno ha una struttura produttiva incentrata sui servizi e dal 2002 al 2015 la crescita del valore aggiunto (29,8%) è stata superiore a quella media italiana e toscana. Anche l’occupazione non è poi così male: dal 2004 al 2017 vi è stata una consistente diminuzione degli inattivi (-16mila) che si sono trasformati in gran parte in occupati (+10mila). Il tasso di occupazione della provincia di Livorno (63,6%) è superiore a quello nazionale (58%) anche se inferiore a quello regionale”

Come possiamo quindi migliorare questi numeri?

“Dal 2008 al 2017 sono cresciuti gli occupanti in agricoltura (+4mila) e nei servizi (+3mila), ma il settore industriale ha perso 5mila addetti.  Tramite il Dipartimento Industria, Cisl ha individuato alcune azioni che vanno di pari passo con i progetti di riconversione industriale previsti negli accordi di programma. Tra questi vi sono l’avvio della Darsena Europa, lo scavalco ferroviario porto-interporto e la zona franca demaniale. Per Piombino le azioni riguardano la siderurgia, le bonifiche, la bretella di collegamento A12-porto e l’avvio dello smantellamento, manutenzione e refitting navale.  Nell’interesse di tutti, è bene evitare le diatribe politiche tra Comune, Regione e Governo: non fanno fare passi in avanti e portano invece all’isolamento della città. La priorità deve essere lavorare nell’interesse generale”.

Come si riposiziona un sindacato in un periodo come questo, caratterizzato da delocalizzazioni, frammentazione lavorativa e deregulation diffusa?

“Il sindacato deve governare l’inevitabile cambiamento e non cristallizzarsi su improduttive e aprioristiche opposizioni. I nostri valori non sono cambiati e il principio della supremazia del lavoro sul capitale (art. 2 Statuto Cisl) non è mai stato in discussione. Dobbiamo essere altresì consci che viviamo in un’economia di mercato e dobbiamo quindi accettare che alcune imprese divengano obsolete e vengano espulse dal mercato. Le posizioni conservatrici, quelle indirizzate alla “mummificazione” dei posti di lavoro esistenti, sono comprensibili ma devono essere compatibili la protezione dei lavoratori e l’efficace ricerca di nuovi posti di lavoro (le c.d. politiche attive)”.

La componente cattolica esiste ancora nella Cisl?

“Bisogna distinguere tra la dottrina cristiano sociale e la presenza in politica dei cattolici. Per quanto riguarda quest’ultima, la Cisl non si occupa di politica in senso stretto. L’art. 18 Statuto Cisl stabilisce una assoluta autonomia della Cisl nei confronti dei partiti, dei movimenti e delle formazioni politiche, vale a dire l’incompatibilità con la politica attiva. Diverso il discorso della dottrina cristiano sociale: le carte fondamentali della Cisl sono impregnate dei valori che scaturiscono dalla dottrina sociale della Chiesa”

Al di là delle questioni di tipo infrastrutturale, cosa serve al porto di Livorno per fare un salto di qualità?

“Della Piattaforma Europa, scavalco e zona franca doganale ho appena detto. Oltre alle infrastrutture che servono per ‘far girare’ al meglio l’organizzazione portuale, servono quelle di collegamento esterno, quindi anche il lotto zero e l’autostrada sarebbero un fattore di crescita. Sicuramente, per agire in meglio rispetto al passato, serve un atteggiamento diverso: maggiore collaborazione tra tutti gli attori economici e la consapevolezza che bisogna aprire alla concorrenza positiva tra operatori. Finora sono prevalsi gli interessi di parte sull’interesse generale: dalla politica (scontro tra livelli istituzionali diversi) al porto (scontri tra operatori, che hanno coinvolto anche le istituzioni)”.

Cosa si aspetta dal nuovo Sindaco?

“Che abbia a cuore il bene comune della città e dei cittadini e non il proprio tornaconto politico.  Abbiamo vissuto una consiliatura in cui le contrapposizioni politiche tra i diversi livelli istituzionali hanno prevalso sull’interesse generale: questo non deve ripetersi”