Futuro: “Siamo contro le occupazioni e per la legalità, ma capiamo e non biasimiamo”
Cepparello e Raspanti: “Tornare alla legalità è importante, ma può avvenire solo gradualmente, con un programma di medio periodo”
Futuro, (gruppo misto), Cepparello e Raspanti su emergenza abitativa:
“Siamo contro le occupazioni e per la legalità, ma capiamo e non biasimiamo chi, avendo perso tutto, ha deciso di occupare pur di mettere un tetto sulla testa dei suoi bambini. Politicamente le occupazioni sono un problema da risolvere, ma presuppongono la soluzione di un altro- più grosso e adesso più urgente- problema: la mancanza di case popolari.
Tornare alla legalità è importante, ma può avvenire solo gradualmente, con un programma di medio periodo che ha le sue premesse nello stop agli sfratti e alle alienazioni del patrimonio pubblico.
E’ necessario far scorrere le graduatorie senza continuare a ingrossarle. Per questo è necessario anche modernizzare il welfare locale, ancora troppo legato a logiche assistenzialistiche.
Un buon sistema di welfare crea capacità e autonomia, non dipendenza. E capacità e autonomia richiedono più di qualche sussidio, richiedono progetti e percorsi e reti di comunità.
E’ necessario mettere le persone nelle case popolari, ma è altrettanto necessario lavorare da subito per metterle in condizione, pian piano, di uscirne. Oggi negli immobili ERP praticamente non esiste turn-over.
Chi è povero non manca solo di reddito, ma spesso è anche poco scolarizzato, ha scarse relazioni sociali, ha poche occasioni di incontrare persone diverse da lui e legami affettivi molto instabili.
Un contributo mensile in contanti non gli cambia la vita e spesso anzi finisce solo per alimentare nuovi percorsi di povertà. E’ un cattivo uso delle risorse pubbliche, cioè dei soldi dei cittadini.
Chi oggi presenta soluzioni da bacchetta magica al problema dell’emergenza abitativa illude le persone. Chi invoca gli sgomberi senza farsi carico di trovare anche soluzioni alternative cerca facili consensi e non ragiona troppo diversamente da chi vorrebbe costruire muri in mare o al confine col Messico.
I cambiamenti necessari a uscire dalla situazione attuale non si realizzano dall’oggi al domani, devono essere programmati e presuppongono una visione. Né chi amministra né chi ci ha amministrato sembrano averne una.
Temo che non sarà la “caccia ai furbetti”, cioè a chi occupa una casa popolare senza averne bisogno, a risolvere il problema.
E’ un’iniziativa giustissima, ma non è in grado, da sola, di dare risposte alle centinaia di persone che, dalla strada o da un alloggio di fortuna, rivendicano un tetto per sé e per i loro figli.
E’ giustissima, ma deve essere condotta con senso della misura e responsabilità, perché rischia di attirare il sospetto anche su tutti coloro che, avendone bisogno e quindi diritto, occupano regolarmente un alloggio popolare.
Livorno da questa crisi può uscire solo con l’impegno di tutti, facendo incontrare e collaborare in vista di obiettivi comuni persone e gruppi diversi, bisogni e interessi apparentemente divergenti nell’interesse dei più deboli. Pare invece che i due principali partiti in città siano oggi più interessati a allargare vecchie fratture e divisioni, anziché a creare nuova unità”.
Immagine di copertina: foto di archivio, occupazione ex deposito ATL