Cronaca 8 Agosto 2017

Le Sughere tra padiglioni chiusi e sprechi

Le preoccupazioni di Nogarin per le condizioni in cui versa la casa circondariale di Livorno, che ospita circa 230 detenuti.

Casa circondariale Le Sughere – Le preoccupazioni del Sindaco di Livorno, Filippo Nogarin

Nogarin: “Sono molto preoccupato per le condizioni in cui versa la casa circondariale di Livorno, che ospita circa 230 detenuti.

L’armatura in ferro di molte parti della struttura è esposta alle intemperie, due interi padiglioni, il C e il D, sono chiusi da tempo e, più in generale, le infiltrazioni d’acqua sono presenti in alcune aree dell’edificio, alcuni corridoi, alcune celle e in alcuni spazi comuni.

Ma c’è di più: nelle scorse settimane l’Asl e i Vigili del fuoco hanno vietato l’utilizzo delle docce in un braccio del reparto Transito. Con il risultato che ogni giorno 69 detenuti devono scendere al piano di sotto per utilizzare le docce riservate a un altro braccio. Questo come è ovvio comporta problemi di sicurezza, oltre a un carico di lavoro extra per gli agenti della polizia penitenziaria che sono costretti a lasciare la loro postazione per scortare i detenuti nel reparto adiacente.
Nei giorni scorsi abbiamo scritto una lettera formale al dipartimento di giustizia chiedendo una pronta soluzione, ma l’ispezione effettuata non sembra aver prodotto i frutti necessari e chi gestisce le Sughere non ha la possibilità di pianificare alcun tipo di intervento di risistemazione.

C’è poi un terzo problema che ho il dovere di sollevare.
Nel 2015 è stato inaugurato un nuovo reparto di alta sicurezza al cui interno è stata allestita una cucina straordinariamente all’avanguardia, in grado di servire 1000 pasti al giorno. Una cucina mai stata consegnata all’amministrazione penitenziaria perché manca una certificazione antincendio.
Uno spreco di denaro pubblico inaccettabile: quella cucina permetterebbe non solo permetterebbe di sfamare l’intera popolazione carceraria, operatori e guardie comprese, ma potrebbe rappresentare una fonte di guadagno. Gli operatori del settore educativo, insieme alla direttrice, hanno già preparato un progetto per creare un servizio catering svolto dagli stessi detenuti, che potrebbe rifornire le scuole o le caserme fuori dal carcere con circa 500 pasti al giorno.
Una struttura eccellente, lasciata inutilizzata, mentre si continua ad usare una cucina fatiscente e maleodorante.
Un paradosso incomprensibile e inaccettabile che non ho intenzione di far passare sotto silenzio.

Per questo mi spenderò in prima persona per portare queste criticità all’attenzione del ministro della Giustizia, del Dipartimento e del Provveditorato regionale, affinché provvedano a risolverle quanto prima.”