Lega: “Una mobilità insostenibile a Livorno e provincia”
L’acronimo di questo ennesimo progetto europeo, sottintende un concetto di “MObilità Dolce”, termine che sta diventando di moda nel settore per intendere un modo di muoversi basato su spostamenti a piedi e in bicicletta. Ma che in provincia di Livorno pare abbia un retrogusto parecchio amaro.
Queste azioni vengono sostenute con investimenti e fortemente incoraggiate dai post-ambientalisti – in giochi talvolta di scatole cinesi – nella convinzione di poter essere decisivi nella soluzione dei problemi di traffico ed inquinamento delle città.
Se, in generale, si può discutere su quanto sia realistica questa visione – viste le inadeguate risorse economiche normalmente assicurate – nella realtà della nostra Provincia il discorso ha dei risvolti completamente diversi.
La città di Livorno manca di piani di mobilità da ormai venti anni, eppure sono stati realizzati interventi ciclabili impattanti, come quello di Piazza Mazzini, che, con una ciclabile-dosso-di-
Sugli altri Comuni del livornese non mancano altre opere “tirate via”. Sono difatti stati realizzati interventi altrettanto impattanti e discutibili quale: la soppressione di una intera corsia di marcia a Cecina sulla Salaiola per Volterra, una strada Regionale, e, a Rosignano, la divaricazione degli itinerari della linea bus extraurbana su due strade diverse. Cosa da evitare in prossimità di una stazione ferroviaria e che sarà causa di non poche difficoltà per i viaggiatori.
La Lega ha assunto e conferma una precisa posizione di critica su questo stato territoriale della problematica. È evidente che tutti i governi locali si siano trovati d’accordo nello strumentalizzare politicamente questi provvedimenti, operando forzature che hanno sbandierato come risultato elettorale.
Chilometri di piste ciclabili realizzate malissimo, appunto, o tanto per farle, vendute come trionfi della mobilità. Strutture inaccessibili di cui ora ne nascondono i disagi causati al resto della viabilità, senza nemmeno rendersi conto dell’esiguitá dei ciclisti accontentati, sottratti al traffico autoveicolare ed all’inquinamento.
La ciliegina sulla torta però è che il progetto MODÌ cercherà di insinuarsi nel mondo della scuola, la cui delicatissima platea viene vista come l’interlocutore più naturale per parlare di “cambio di comportamenti”.
L’assurdità di questa operazione si può riassumere in tre fatti incontrovertibili.
1) verranno aperte le scuole a Soggetti privi delle necessarie credenziali istituzionali, prevalentemente Associazioni portatrici di interessi particolari dei sostenitori, e non della generalità della collettività.
Da aggiungersi che, in questa “moda” della mobilità dolce, si insinuano operatori che non hanno adatte caratteristiche professionali, giacché solo un tecnico, un urbanista o, meglio, un ingegnere dei Trasporti ha la necessaria capacità di offrire una visione di insieme con la relativa completezza degli scenari.
Tecnico, peraltro, che debba preferibilmente essere legato al territorio, il solo requisito per curare gli interessi di mobilità di tutti i cittadini, e non di gruppi, in relazione al contesto e all’ecosistema della comunità;
2) si coinvolge il delicato settore della scuola in dibattiti ideologici che, soprattutto nel caso dell’area livornese, sappiamo quanto possano essere connotati da una forte valenza politica. E, per giunta, in totale assenza di contraddittorio;
3) si sfrutta, male, l’unica opportunità di rivolgersi ai giovani per problematiche davvero preziose per la loro vita e quella della collettività, come corsi sulla sicurezza stradale tenuti da professionisti istituzionali (anche alla luce dei tragici lutti delle settimane passate) a vantaggio di iniziative evanescenti, propagandistiche, imprecise e di dubbia utilità in termini di risultati effettivi di sicurezza stradale.
La Lega ritiene che questa volontà di estendere al mondo della scuola l’azione di questo tipo di progetti europei ad opera di soggetti privati e di parte, sia estremamente scorretta.
E chiede con forza a Provveditore e Presidi di respingere l’accesso agli Istituti a forme di persuasione che non abbiano una limpida linea di terzietà e siano lontane da qualsiasi radicazione politico-ideologica.
Di pretendere una garanzia formativa istituzionale da parte di soggetti titolati ed adeguatamente qualificati, in grado di dare ai ragazzi una dimensione realistica, tecnica ed obiettivamente condivisibile dei problemi.
Una visione che sia anche in grado di spiegare gli errori fatti dalle amministrazioni e che non sia l’ennesimo show propagandistico sbattuto in faccia a studenti minorenni”.
Lega per Salvini Premier Livorno